Luci strane in cielo: bolide o fulmine globulare?

Lo sfuggente fenomeno, ben poco compreso ma già riprodotto in laboratorio, è una delle possibili spiegazioni di strane "apparizioni" di sfere di luce, anche in giornate non temporalesche

Luci che appaiono in cielo e scompaiono misteriosamente, dopo un breve tragitto. E non si tratta di lucciole o aerei lontani. Fatti strani e non facili da spiegare, di fronte ai quali la scienza spesso tace prudentemente o attende conferme di avvistamenti "di massa", ignorando le segnalazioni di singoli, spesso liquidate come illusioni ottiche, o peggio. Quella inviataci dal nostro lettore Sergio non è l’unica di questo tipo ad essere di tanto in tanto rilanciata. Un fenomeno che potrebbe avvicinarsi ad una spiegazione di questi avvenimenti, escludendo improbabili presenze aliene, è quello dei bolidi o meteore, che però passano ad altissime quote (centinaia di chilometri) consumandosi nell’impatto con l’atmosfera; un altro, più affascinante e misterioso, è quello dei fulmini globulari (qui l’ubiqua Wikipedia, qui un’introduzione più strettamente scientifica, molto ben fatta). Si tratterebbe di improvvise concentrazioni di plasma (gas ionizzato, cioè in atomi spogliati dei relativi elettroni, dalle altissime temperature), assai raramente viste a differenza dei ben più evidenti fulmini "regolari", che sarebbero state avvistate anche in condizioni non tali da far pensare a fenomeni elettrici nell’atmosfera – a ciel sereno, ad esempio. Più o meno come l’altra sera in città. Il fulmine globulare, questo sfuggente folletto atmosferico, avrebbe un comportamento simile a quello del fenomeno segnalato dal nostro lettore bustocco: di dimensioni contenute entro al massimo metro di diametro e dai colori corrispondenti allo spettro stellare, dal bianco-blu al rosso (probabilmente a seconda della temperatura superficiale del plasma), dura in genere alcuni secondi, muovendosi più o meno irregolarmente.

Secondo una tesi più riduttiva, si sarebbe di fronte ad un fenomeno puramente ottico, ma nondimeno reale, anche se un esperimento potrebbe far propendere per una tesi più "realista". Fin dal Cinquecento c’è chi si è applicato a comprendere da dove potesse originarsi il fenomeno delle sfere di luce vaganti. Se ne era occupato a suo tempo anche il genio incompreso di Nikola Tesla. La fisica novecentesca si è fin qui mostrata non del tutto in grado di identificare con chiarezza la natura del fenomeno, spesso come detto liquidato come frutto di allucinazioni ("l’ha visto solo lui, dunque…"). Una reazione di chiusura che ricorda quella con cui fu messa in un cantuccio la cosiddetta fusione fredda, scoperta eccezionale e imprevista, per quanto di modesta utilità pratica, di cui a lungo non si è saputo – o voluto – approfondire la portata, tanto sconvolgeva il quadro delle nozioni date (la pagina su Wikipedia in inglese è soggetta a interventi censori molto sospetti, a differenza di quella italiana). Il fulmine globulare, mai filmato, ma fotografato soltanto una volta, due anni or sono sarebbe stato ricreato in laboratorio da scienziati brasiliani con vapori di silicio portati a temperature tali da generare un plasma, confermando indirettamente le teorie di uno studioso statunitense al riguardo. Molto resta comunque da approfondire: la dote più necessaria, nella ricerca sul mondo naturale, dopo quella della curiosità è quella dell’umiltà.

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Pubblicato il 09 Settembre 2009
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