“Nel Pd protagonisti iscritti, volontari e cittadini”

Presentata la mozione di Dario Franceschini per la segreteria del Partito democratico

“Vogliamo un partito aperto, che capisca i reali problemi della gente, che garantisca autonomia decisionale e di azione ai circoli territoriali. Un partito dove abbiano peso gli iscritti, i volontari militanti ma anche i cittadini, che hanno diritto di trovare spazi di coinvolgimento nelle forme che preferiscono e soprattutto di votare nelle primarie per eleggere i candidati alle cariche di sindaco, presidente della provincia, presidente della regione…”.
Emanuele Fiano (deputato PD e attualmente candidato alla segreteria lombarda del partito per la mozione Franceschini), il senatore Paolo Rossi (coordinatore provinciale dei democratici a sostegno della riconferma dell’attuale segretario nazionale), i giovanissimi Giovanni Meroni e Marco Regazzoni, la ex preside della “Media Pellico” Margherita Giromini, arrivata al PD proprio grazie allo spazio offerto a chi non è militante, la consigliera provinciale Luisa Oprandi vedono questo modello di partito nel programma di Dario Franceschini.
“La Lombardia è attualmente interessata dalla pesantezza di una crisi che sta facendo falcidie di posti di lavoro, di stabilità familiare, di garanzia economica. Moltissime delle nostre aziende sono composte da una o due persone o sono a conduzione familiare – sostiene Fiano nel suo progetto di PD lombardo – e questo significa che la crisi, la eventuale chiusura, la diminuzione della produttività  coincidono  inevitabilmente con la caduta a picco di intere famiglie. Non possiamo non pensare che un partito debba essere in grado di capire la particolare e specifica situazione del territorio, trovare soluzioni ragionevoli e praticabili, aver soprattutto autonomia per farlo.
Ma quello lombardo è anche un territorio che più di altri vive da decenni il fenomeno della immigrazione e che ha visto utilizzare, da alcune forze politiche, proprio gli immigrati come scudi per parlare di bisogno di sicurezza dei cittadini. Il PD deve rispondere con decisione  sia al bisogno di sicurezza, combattendo comunque le scelte governative di ridurre drasticamente il supporto economico alle forze dell’ordine e di proporre soluzioni poco ragionevoli di ronde di cittadini, sia al diritto/dovere di integrazione dei tanti stranieri che vivono nelle nostre zone”.
La fisionomia particolare di ogni territorio richiede anche che “le risorse che derivano dai contributi dei parlamentari del PD restino nelle loro province, così come il ricavato del tesseramento: se vogliamo dare risposte dobbiamo essere concretamente nella possibilità di farlo” propone Fiano.
Il Pd è un partito, come ha ricordato Paolo Rossi, che “con Franceschini ha saputo tenere la barra diritta in momenti non facili, non ha ceduto come gli avversari auspicavano, che ha saputo “dire la sua”con autorevolezza in ambito europeo dove ha proposto, voluto e ottenuto al formazione di un nuovo gruppo che accoglie democratici e socialisti, un partito che è nato per contaminare positivamente e costruttivamente le culture di appartenenza e i valori e le idee di tanta gente, un partito che non vuole tornare indietro”. Sul  valore del partito aperto hanno fatto leva gli interventi di Margherita Giromini e Luisa Oprandi. “Una strumentalizzazione del congresso attribuisce a Veltroni prima e Franceschini poi la responsabilità di avere perso i 4 milioni di persone che hanno votato alle primarie di due anni fa – precisa Oprandi –  Siamo molto onesti, guardiamoci in faccia e sentiamoci tutti responsabili, anche qui nei circoli, a livello della nostra città o nella nostra provincia: non le abbiamo quasi mai contattate queste persone, non le abbiamo avvicinate…Tanti organismi ma mai assemblee aperte, mai spazi di dibattito…Siamo onesti: la responsabilità è di tutti noi, a partire dai partiti locali, non di Franceschini”.
E i volti nuovi di Marco Regazzoni e Giovanni Meroni con estrema schiettezza hanno ribadito che “solo in questa mozione hanno trovato risposte concrete a ciò che desiderano da un partito politico e soprattutto in Franceschini un politico che ha saputo essere coerente con il progetto originario costruito da Veltroni e Fassino: quello di un partito per tutti, che ha fatto proposte costanti di solidarietà e attenzione alle fasce deboli, che vuole le riforme, che sostiene il merito, che dice no al nucleare, che propone la laicità come elemento costitutivo e non “da aggiungere” al partito, che parla con chiarezza. La stessa chiarezza e coerenza che, secondo loro, hanno trovato nell’attuale segretario, che “è andato in prima linea nel momento più difficile…mentre tutti gli altri, allora, dove sono stati?…”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2009
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