Nuovi reparti per l’ospedale bustese

Tutto nuovo l'obitorio, ampiamente rinnovati, nel segno della modernità, ma anche del colore, i reparti di riabilitazione e di medicina

Pezzo per pezzo, sulla base delle risorse a disposizione, l’ospedale di Busto Arsizio si rinnova con locali e strutture ampi, comodi e moderni per garantire un servizio adeguato ai tempi, ossia di qualità. Non solo con la professionalità dei medici e del personale infermieristico, ma con reparti che vogliono essere all’avanguardia. Oggi, giovedì 17 settembre, il direttore generale dell’azienda ospedaliera bustese Pietro Zoia, accompagnato da sindaci o loro rappresentanti da Busto e da tutta la Valle Olona (Farioli, Farisoglio, Cerana, Roncari…), ha presentato con un breve tour le ultime novità in fatto di lavori di ammodernamento. Queste riguardano in particolare il nuovo obitorio e e i reparti di riabilitazione e medicina che costituiscono primo e secondo piano del padiglione Bizzozero. Se per l’obitorio fondamentale è stato il contributo congiunto dei Comuni di Busto Arsizio, Fagnano Olona, Gorla Minore, Gorla Maggiore, Marnate, Olgiate Olona e Solbiate Olon per circa 700mila euro, l’intervento sul padiglione è stato finanziato per 5.249.015 euro dallo Stato e per 227.857 euro dalla Regione Lombardia, sulla base di fondi stanziati ormai quasi cinque anni fa. Impegni consistenti e tempi non brevi, che danno l’idea dei costi, della burocrazia e delle difficoltà dell’amministrazione sanitaria, da tempi uno dei "nodi" più importanti anche in politica.

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Strutture e reparti rinnovati in ospedale 4 di 12

L’intervento si colloca in un più ampio disegno progettuale che coinvolge l’intero padiglione, comprendendo la ristrutturazione e riqualificazione dei reparti di Psichiatria e di Hospice, al piano rialzato, del piano primo per ricavarvi un reparto di Riabilitazione e il piano secondo da adibire a Medicina II. Fra gli adeguamenti realizzati anche gli ascensori, in via di ultimazione, per facilitare gli spostamenti di pazienti, personale e visitatori, e la stessa accessibilità al padiglione, anche in relazione alla costruzione della nuova Farmacia, sul retro dell’edificio in oggetto. Tutto è in movimento in un ospedale delle dimensioni di quello bustese, come ben si può vedere. E il direttore Zoia annuncia altri interventi futuri «quando ci saranno i soldi»: una nuova cucina, non lontano dai reparti e strutture in via di completamento, e un tunnel per collegare discretamente il padiglione e l’obitorio.

Quest’ultima struttura, nuova, presenta aspetti chiaramente delicati. Se per le autopsie in sala sezione deve essere garantita la più assoluta asetticità (e dei due nuovissimi tavoli di sezione uno è dotato anche di una sorta di cappa aspirante, trattandosi comunque di operare su cadaveri), non si può dire lo stesso, in termini non più tecnici ma psicologici, della saletta per l’esposizione delle salme. Se è garantita comunque l’incolumità dei medici anche in caso di corpi recanti tracce di infezioni, sostanze tossiche o radioattività, che verranno tenuti in apposite e separate celle, ai dolenti va lasciato un ambiente il più possibile raccolto, ma non freddo. Bilanciare le esigenze moderne della tecnica medico-legale e quelle antiche del dolore è doveroso. Un’ala della vecchia struttura è tuttora in piena ristrutturazione (lavori conclusi per Natale, la promessa). In una ex cappella è tornata alla luce, dopo essere rimasta a lungo dietro un pannello. una grande tela del 1947, firmata Garavaglia, raffigurante una Deposizione del Cristo: tema quanto mai appropriato. In apparente ottimo stato, troverà presto nuova collocazione  Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitam la frase latina che campeggerà nell’"anfiteatro" della struttura. E questa ha ricevuto nei giorni scorsi la benedizione dell’ex prevosto monsignor Claudio Livetti, che nel te Deum pronunciato alla fine del 2003 aveva richiesto proprio un nuovo obitorio.

Se un obitorio non è certo un luogo allegro da visitare, per quanto moderna ne sia la concezione, ottima impressione destano i ristrutturati reparti destinati a riabilitazione e medicina. Le pareti sono satate dipinte di un giallo-arancio caldo e vivo, in base evidentemente a considerazioni psicologiche, per giovare all’umore dei ricoverati. Il tempo del bianco standard alle pareti è ormai alle spalle: l’igiene non ha più colore. Venti stanze doppie, ognuna con bagno, e due singole per degenza, è la capacità del reaprto riabilitazione, dotato anche di una grande palestra e di una più piccola. Mancano ancora gli arredi e un ascensore, ma gli spazi appaiono più che adeguati. Al piano di sopra, il secondo del padiglione, si trovano 42 posti letto più l’area day hospital e una speciale cella con porta blindata e sbarre alle finestre, dedicata ai detenuti che avessero bisogno di cure ospedaliere – si è pensato anche ad un minimo di comfort per gli agenti di custodia incaricati di accompagnarli.

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Pubblicato il 17 Settembre 2009
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