Palazzina liberty di via Marsala: una ristrutturazione travagliata
Nei giorni scorsi i controlli dei carabinieri che hanno posto sequestro l'immobile fino al ripristino di condizioni di sicurezza per i lavoratori. Sull'edificio si era accesa la polemica per il suo valore storico quando fu abbattuta la facciata
Il cantiere che l’altro giorno in via Marsala i carabinieri dell’apposito nucleo per la tutela della sicurezza sul lavoro e della Direzione provinciale hanno chiuso, sanzionandone proprietà e responsabili, aveva una storia alle spalle. Può essere interessante andare a ripercorrere la vicenda di questa palazzina di stile liberty, la cui stessa demolizione era stata oggetto di un grottesco tira e molla-lampo con la Procura (che guarda caso è giusto dall’altra parte della strada). Casa Reguzzoni era di interesse storico sì o no? Il dubbio aveva fatto bloccare i lavori, ma per non più di tre ore. Salvo poi, nell’ambito di un’articolata polemica sulla distruzione dei valori storici della città (si veda anche qui), "riscoprirla" foto alla mano come liberty degli anni Venti, probabilmente "rivisto" trent’anni dopo.
Fatti che avvenivano un anno fa. Di questi giorni è invece l’azione dei militari, che ha riscontrato gravi manchevolezze nei sistemi di sicurezza, tali da mettere a repentaglio l’incolumità di chi si fosse trovato a lavorarvi. Ponteggi oscillanti, mancanza di reti. Per fortuna non si è registrato alcun incidente, ma l’azione preventiva della direzione provinciale del lavoro e dei carabinieri ad essa affiancati mira proprio a ridurre il fenomeno, tuttora di serie proporzioni anche se in lenta riduzione, e a indurre chi di dovere a mettere in sicurezza i cantieri secondo le norme, per fastidioso, difficile o costoso che sia rispettarle.
La vicenda va in parte a sfiorare la politica, perchè fra i tre denunciati, uno è il fratello dell’ex sindaco e attuale consigliere comunale Luigi Rosa, Marco, nella sua qualità di amministratore delegato della ditta edile Rosa srl, esecutrice dei lavori (altre due ditte sono coinvolte) in questo e vari altri cantieri della città. L’ex primo cittadino, ingegnere, ha solo eseguito i calcoli del cemento armato per il nuovo edificio; non ha a che fare con le violazioni riscontrate, nè si è occupato della parte cantieristica. Fatta questa doverosa precisazione, aggiungiamo, sempre per chiarezza, che l’autorizzazione ad eseguire il contestato abbattimento non risale al periodo in cui era sindaco (2002-2006). Il cantiere sarebbe stato "colto in fallo" in una fase di riorganizzazione, mentre lo stesso montaggio delle impalcature, contestato dai carabinieri, non era ancora completo. Ciò non toglie il pericolo per chi vi si trovava sopra e le sanzioni che dovranno essere pagate. Ora gli unici interventi consentiti fino al dissequestro saranno proprio quelli per perfezionare i dispositivi di sicurezza e garantire che tutti possano lavorare senza pericolo. Si conferma ancora una volta la difficoltà di far sì che tutti ottemperino al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: responsabilità che non ricade solo su una parte, su una proprietà o su un’impresa, ma su tutto un sistema in cui, dal sindacato all’azienda esecutrice agli appaltatori, fino all’ultimo manovale, va fatto uno sforzo concorde per cambiare in meglio, nell’interesse di tutti.
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