Partorire con dolore? È una sferzata di fiducia

Valentina, al secondo parto dopo un taglio cesareo, ha scelto di partorire in modo naturale. Una scelta scomoda che ha ricevuto pieno appoggio dall'equipe del dottor Galati

Valentina ha avuto una bimba: Irene Paola, quattro chili e 80 grammi.
Un parto naturale avvenuto lo scorso 23 agosto all’ospedale Ondoli di Angera.
Fino a qui, la notizia si perderebbe tra i tanti fiocchi di questa nostra provincia.

C’è, però, un’anomalia, se così la vogliamo chiamare. Valentina ha deciso di affrontare il parto naturale dopo aver subito un taglio cesareo, cinque anni fa quando venne al mondo la sua primogenita.
Una scelta coraggiosa visto il trend nazionale che dal 2000, supportato anche da un ampio dibattito scientifico, sconsiglia l’esperienza fisiologica a causa dei rischi che corrono la puerpera "cesarina" e il suo bambino: « Sapevo dei rischi. Mi ero documentata ampiamente – spiega Valentina – Poi ho incontrato un’equipe ostetrica molto valida che, senza voler convinvcermi in un senso o nell’altro, mi ha accompagnato in tutto il percorso sostenendomi ».
L’equipe medica è quella diretta dal dottor Rosario Galati e che ha visto il ginecologo Daniele Minì curare Valentina durante i nove mesi di gestazione: « Prima di rivolgermi all’Ondoli, mi sono confrontata con un’amica ostetrica e con altre persone. La nascita avvenuta con un intervento chirurgico della prima prima figlia mi aveva amareggiato. Non mi sentivo completa, anzi. Quella feritoia mi aveva lasciato una ciccatrice ancora più profonda perchè non accettavo la mia incapacità. Sostenuta anche da mio marito, ho cominciato a cercare un aiuto tra i medici. L’ho trovato subito ad Angera, dove già avevo partorito la prima volta. I medici e le ostetriche hanno condiviso tranquillamente il mio percorso: ad ogni mia perplessità, a ogni timore, rispondevano con molta franchezza».

Per nove mesi, il reparto di ostetricia ha seguito Valentina valutando le sue condizioni fisiche e psicologiche: per un parto naturale occorre che non insorga alcuna problema. 
«Al momento del parto, la mia determinazione ha un po’ vacillato. Il pensiero, però, che tutti erano stati mobilitati per me mi rincuorava: al minimo problema sarei rientrata in sala operatoria».

Partorire naturalmente dopo un cesareo impone un monitoraggio costante e continuo delle condizioni fisiche di gravida e neonato. Sono vietati, assolutamente, supporti chimici come l’ossitocina; dilatazione ed espulsione devono avvenire in modo del tutto naturale: « Il travaglio è durato tantissimo: per tredici ore sono stata monitorata. Ero in sala travaglio con mio marito e un’ostetrica con grandissima discrezione non mi ha mai perso d’occhio. Alla fine sono entrata in sala parto dando alla luce la mia piccola di 4 chili. Una gioia indescrivibile».

Per Valentina, dunque, è stata più forte l’esigenza di sentirsi capace, come donna, a partorire fisiologicamente del timore di un cedimento dell’utero : « È stato un toccasana per la fiducia in me stessa. Oggi mi sento una donna completa, consapevole della propria forza. E per questo ringrazio i medici e tutto il personale dell’Ondoli: mi sono dovuta ricredere sulla credibilità di medici e chirurghi. Sono stata coccolata e accudita nel mio desiderio più grande: partorire con sofferenza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Settembre 2009
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