Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta

Pubblicato da Garzanti il libro del giornalista francese Hervè Kempf

Il pampleth di Hervè Kempf è la dimostrazione che esistono ancora dei giornalisti indipendenti in grado di scrivere cose intelligenti e dissonanti rispetto al destino del pianeta, ma che per ovvi motivi non hanno la fortuna di mietere quel successo editoriale che invece arride a testi di dubbio spessore culturale e morale.
Bisogna invece dare merito alla casa editrice Garzanti per la sua tempestiva traduzione e pubblicazione, cosa non affatto scontata nella storia editoriale del nostro paese, poiché il libro di Kempf dovrebbe essere diffuso in tutte le scuole e proposto a quanti frequentano i servizi bibliotecari presenti sul territorio nazionale.
Se Rousseau e Marx sulla disuguaglianza hanno prodotto riflessioni di prim’ordine, Kempf, giornalista di "Le Monde", non ha certo di queste pretese teoriche, ma nel documentare la crescita della disuguaglianza delle famiglie ricche e quelle povere, nonché delle disparità salariali, il suo bersaglio è l’élite dei mega-ricchi, composta da 793 miliardari, che possiedono 2600 miliardi di dollari, pari al debito del terzo mondo, e da 8,9 milioni di milionari.
 
Fa davvero impressione leggere come costoro scialacquino follemente le loro ingenti ricchezze: basti pensare che una settimana sulla stazione spaziale internazionale costa 20 milioni di dollari e che presto saranno a disposizione voli suborbitali per 100 mila dollari organizzati della Space Adventures.
Questo spreco di risorse per Kempf è devastante, in quanto seguendo le intuizioni di Thorstein Veblen, contenute nella “Teoria della classe agiata”, questo stile di vita “stabilisce una certa scala di valori”, fondata sulla distinzione e sul consumo esibizionista e voluttuario, che contraddistingue sostanzialmente l’oligarchia capitalistica composta dai mega-ricchi e una nomenclatura transazionale che mira a godere delle fortune riservate ai vertici della società opulenta.
 
Questo modello tende a contagiare la classe media e di riflesso anche le altre classi sociali, come purtroppo si evidenzia nel nostro paese con il perverso “ berluscottimismo”veicolato dal presidente del consiglio, di cui abbiamo già parlato su queste colonne in occasione della recensione al libro “ Il corpo del capo” di Marco Belpoliti , che miete proseliti grazie alla degenerazione dell’etica pubblica. I disastri ambientali e sociali che questo modello consumistico ha determinato sono pertanto ben messi a fuoco nel primo capitolo intitolato “ La catastrofe . E allora? “ .
Poiché la dizione “sviluppo sostenibile” è solo un artifizio retorico per garantire, comunque sia, la logica della accumulazione capitalistica, Kempf si interroga sulla necessità di un diverso modo di produrre e consumare, in quanto per queste strada dissennata non solo la sopravvivenza del pianeta è a rischio, ma quel che si profila è una deriva autoritaria della società, favorita da quello che lui definisce “ il cedimento morale dei media “ .
Kempf, infatti, ha sperimentato sulla sua pelle i meccanismi di asservimento dei media nei confronti di queste tendenze anti-democratiche, giacchè una sua inchiesta sull’impiego di piccole bombe nucleari da parte del governo degli Stati Uniti non veniva pubblicata   dai suoi colleghi degli Esteri “ perché non riuscivano a capacitarsi che l’informazione potesse essere vera “, così come denuncia che la copertura giornalistica relativamente all’aggressione nei confronti dell’Iraq del 2003 è avvenuta sulla base di una montagna di menzogne .
Se questo è lo scenario drammatico che si profila nel XXI secolo, Kempf non è affatto tenero con le gravi responsabilità per lo svuotamento della democrazia che gravano sulla sinistra, la quale abbandonando ogni volontà di trasformare il mondo, è diventata una forza social-capitalistica, integrata, e priva di ogni finalità emancipativa.
 
L’orizzonte propositivo avanzato da questo libro è idealmente quello di una società più sobria, incentrata sul cambiamento degli stili di vita, ove una rinascita della sinistra sarà possibile solo coniugando emergenze ecologiche ed emergenze sociali.
 
Hervè Kempf
Perché i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta
Garzanti
pag 149
euro 12,00
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Settembre 2009
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