Sindrome di Rett, trenta studiosi a confronto
I risultati del convegno organizzato dall’Associazione proRETT Ricerca e dall’Università dell’Insubria sono stati positivi: “Per la prima volta, si è discusso ufficialmente di approcci terapeutici, anche se la strada da percorrere per arrivare a una cura sarà ancora molto lunga”
Molto positivi i risultati del Secondo Working Group on Rett Syndrome, il meeting internazionale svoltosi a Stresa, la scorsa settimana, per fare il punto sulla Sindrome di Rett, la grave e debilitante malattia neurologica che colpisce le bambine.
Organizzato dall’Associazione proRETT Ricerca e dall’Università dell’Insubria, col supporto del Rotary Club di Pallanza- Stresa, di Borgomanero Arona, e di Valticino Novara, ha visto la partecipazione di più di 30 relatori provenienti da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Israele, Australia.
Tra di loro, lo scienziato scozzese Adrian Bird dell’Università di Edimburgo, che nel 2007 è riuscito a far regredire la malattia negli animali, ripristinando il gene sano, e David Katz, professore di Neuroscienze alla Case Western Reserve University di Cleveland, negli Usa, che si occupa di disturbi dello sviluppo del sistema nervoso, dedicandosi, in particolare, proprio della sindrome di Rett.
Nei tre giorni del meeting, i relatori hanno presentato i risultati dei loro più recenti studi, discutendo – assieme ai numerosi ricercatori intervenuti, ai clinici e ai rappresentanti di altre Associazioni – dei meccanismi molecolari del gene MECP2, gene che è situato sul cromosoma X, ritenuto il principale responsabile della malattia.
Ma non solo: si è parlato anche di fattori neurotrofici, di altri geni coinvolti, e di tutta una serie di anomalie molecolari e fisiologiche, per cercare di capire cosa impedisca alle bambine di camminare, comunicare, e cosa provochi quel devastante insieme di sintomi che vanno dalle crisi epilettiche all’autismo, dai disturbi respiratori all’osteoporosi.
Un meeting che gli stessi ricercatori hanno giudicato di notevole qualità e di grande utilità scientifica e professionale, esprimendo gratitudine e ringraziamenti agli organizzatori.
“Per la prima volta, si è discusso ufficialmente di approcci terapeutici, anche se la strada da percorrere per arrivare a una cura sarà ancora molto lunga”, hanno detto Nicoletta Landsberger e Charlotte Kilstrup-Nielsen, dell’Università dell’Insubria, le coordinatrici scientifiche del convegno. “Sono stati messi in luce inoltre degli aspetti che potrebbero consentire di affrontare meglio alcuni dei sintomi, come i disturbi respiratori e la fragilità ossea”.
Concetto ribadito del resto anche da Lucia Monaco, Direttore dell’Ufficio Scientifico di Telethon, portando al meeting i saluti e il sostegno dell’organizzazione. Al Working Group on Rett Syndrome di Stresa, infatti, hanno preso parte alcuni ricercatori italiani (tra i quali Tommaso Pizzorusso di Pisa, Alessandra Ranieri di Siena ed Enrico Tongiorgi di Trieste), che stanno dedicando i loro sforzi alla comprensione della sindrome di Rett e, per questo, hanno ottenuto finanziamenti da Telethon.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Ennio Doris, il film sul banchiere è firmato dal regista varesino Giacomo Campiotti
Felice su Sono soprattutto stranieri e sportivi i turisti che apprezzano sempre di più il Varesotto
YORK su Nuovo sgombero al campo nomadi di Gallarate, polizia e carro attrezzi al lavoro dal mattino
massimiliano_buzzi su Si affida ad un professionista per rivalersi sul medico che aveva sbagliato diagnosi ma viene truffato
Ombretta Gianni su Le barche d'epoca di Laveno Mombello al Festival internazionale di Sète
PaoloFilterfree su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.