Vado a farmi la chemio e torno

È uscito il libro di Paolo Crespi dove lui racconta la sua stessa storia, la battaglia contro il tumore e la guarigione

"Un libro che in fondo non è un libro. Un libro che racconta storie, come altre. Si, perché, purtroppo, ne abbiamo viste altre di storie simili alla nostra, in questo ultimo anno. Una storia che certamente non avremmo voluto vivere. Non volevamo spettacolarizzare la nostra storia. Ma forse lo stavamo già facendo incosciamente con il blog". Piercarlo e Rosanna Crespi, il papà e la mamma di Paolino raccontano così le ragioni di un libro che per lungo tempo non volevano che fosse pubblicato.
Vado a farmi la chemio e torno in libreria per la Rizzoli da settembre, racconta la storia di Paolo, che è l’autore stesso del testo. Il contenuto è esplicito giàdal titolo e dal sottotitolo, "combattere il tumore a 14 anni con un sorriso".
Dal blog alla carta stampata mantenendo uno stile veloce, diretto, proprio modello post. Capitoli brevi e scrittura diretta, come un diario dove Paolo racconta la sua odissea iniziata il 30 luglio.
A fine giugno l’ultima chemio. "Che raccontare, le solite cose. L’MTX mi devasta come al solito ma si tratta solo di nausee e qualche vomitatina … niente di più. Ho fatto anche terna e tombola alla tombolata del giovedì … come al solito mega regaloni. L’ultima sacca di liquidi però non finiva più, sembrava eterna. Ma quando ho sentito l’ultimo bip bip della pompa sono scattato giù dal letto, nonostante la nausea, mi sono precipitato in sala medici per farmi staccare tutto "l’ambaradam". Quando l’infermiera mi ha sfilato dal PORT l’ago mi sono sentito di nuovo un uomo libero!"
Il libro scorre veloce, viene da dire anche leggero malgrado il dramma che si abbatte su tutta la famiglia. E bastano poche righe per capire cosa si poteva provare in quei giorni.
"Ho avuto paura in questi mesi. – Scrive Paolo, – Paura di non farcela, paura del dolore, paura di perdere la gamba… Ma ho imparato a pensare positivo, a tenere duro, a non mollare mai. È con le mie gambe che andrò incontro alla vita. Meno spericolato, certo, e con il sostegno di tutti quelli che in questi mesi mi sono stati vicini. Ma con le mie gambe".
Gli fanno eco il papà e la mamma. "Non dormi più, non ci riesci. Ti svegli nel cuore della notte, stanco, indebolito, distrutto e piangi, piangi".
Oltre duecento pagine dove non campeggia solo il dolore. Non c’è traccia di disperazione, ma di voglia di battaglia,di non darla vinta  al dolore, alla malattia.
Paolo deve guardare in faccia la morte. Non ne può fare a meno, ma solo in poche righe si legge quello che pensa, come la vive. Come per la sua amica Tina. Dopo averle mandato l’ennesimo sms per raccontargli come sta, arriva la telefonata della mamma della ragazza che racconta che lei "non ce l’ha fatta. Ho visto papà piangere. Ha pianto come un bambino per due ore. Non ha trovato le parole per confortare la sua mamma. Ha singhiozzato al telefono senza riuscire a dirle niente".
L’ospedale per Paolo non è solo sofferenza, ma anche rapporti umani profondi come con Filippo e Antonio. Gioca, canta, scrive e da le pagelle su tante cose. ma soprattutto sogna. Sogna di diventare cuoco e di riprendere a vivere come tutti i ragazzi della sua età.

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Pubblicato il 16 Settembre 2009
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