“Gaslini conosce il suono del silenzio”
Davide Ielmini, autore del libro intervista "Giorgio Gaslini" (Zecchini Editore), racconta la sua esperienza al fianco del grande maestro del jazz italiano
«Intervistare Giorgio Gaslini significa capire quello che è accaduto nella musica ma soprattutto quello che accadrà». Davide Ielmini, autore del libro sul grande jazzista milanese, aveva nella testa un progetto: fare il punto della situazione sulla cultura musicale in Italia. Non era semplice. E nemmeno scontato.
Ielmini, perché avete scelto la forma della biografia?
«Perché Gaslini è il personaggio che con il racconto della sua vita esprime anche un’idea di cultura. Il padre del jazz italiano è una figura ricca di contenuti a trecentosessanta gradi. Non so quanti altri nel mondo del jazz erano in grado di farlo».
Che cosa l’ha colpita di Gaslini?
«La sua capacità di contaminazione. Lui fa entrare nella sua musica tutte le culture, che è una cosa difficile da realizzare. Ha vissuto in ambienti molto diversi tra loro, si è formato al conservatorio ma anche in strada dove ha vissuto il jazz».
Perché avete scelto quella copertina?
«La sua capacità di contaminazione. Lui fa entrare nella sua musica tutte le culture, che è una cosa difficile da realizzare. Ha vissuto in ambienti molto diversi tra loro, si è formato al conservatorio ma anche in strada dove ha vissuto il jazz».
Perché avete scelto quella copertina?
«Ci piaceva il fatto che Gaslini si mettesse a nudo e si prendesse un po’ in giro. E’ vero, è su un trono, ma di legno e per di più scalzo. Insomma, scherza sulla sua figura di intellettuale. Un sovrano un po’ in disuso che però ha molte cose da dire, prima fra tutte: “voglio vedere chi si prende del mio regno”».
Nel libro si evidenziano le tante collaborazioni. Qual è quella a cui Gaslini tiene di più?
«In ogni collaborazione il Maestro ha aggiunto un tassello. E così è riuscito a realizzare l’idea di musica totale e farla corrispondere al suo manifesto programmatico. In questo passaggio ha trovato un alleato e amico in Gunther Schuller che l’ha seguito nella sua idea di musica totale».
Nel libro si parla anche del valore del silenzio, che sembra un po’ in contraddizione con la musica.
«Non per Gaslini. Io ho sempre pensato che la musica sia il contorno del silenzio. Per Gaslini il silenzio non è la pausa all’interno della musica, ma le note sono la pausa nella musica del silenzio».
Sabato insieme a Gaslini ci sarà il pianoforte, che cosa eseguirà?
«Secondo lo stile del Jazz lasceremo spazio all’improvvisazione. Mi piacerebbe che commentasse le pagine del libro sulla tastiera»
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