Accam: sulle fideiussioni Castellanza perplessa, Busto rassicura

I Comuni soci dovranno garantire gli ingenti prestiti all'ex consorzio per le spese di ristrutturazione e ammodernamento dell'inceneritore. Castiglioni: "Tranquilli, l'impatto su bilanci e patto di stabilità sarà zero"

Vicenda Accam: a una settimana dalla prossima assemblea dei soci è sempre la questione economica a tenere banco. A destare qualche perplessità è la questione delle fideiussioni che vengono chieste ai Comuni soci a garanzia degli ingenti prestiti che la società dovrà richiedere per avviare i lavori del primo lotto del cosiddetto revamping, ossia la completa ristrutturazione ed ammodernamento dell’inceneritore, che sarebbe in grado di renderlo nettamente meno inquinante. Sulla questione, se Castellanza si preoccupa, Busto Arsizio getta acqua sul fuoco.

Il sindaco di Castellanza Fabrizio Farisoglio attende di completare un giro d’orizzonte soprattutto con i principali comuni soci dell’ex consorzio, ma sulla base di quanto gli è stato riferito qualche preoccupazione la espone. Il suo Comune ha una partecipazione in Accam di circa il 4%. Per la fideiussione relativa al primo lotto di interventi (circa 10 milioni) dovrebbe teoricamente mettere a disposizione una cifra che si avvicina a 400.000 euro. Non sono noccioline, e l’idea di accantonarli “sull’unghia” di primo acchito non piace. «È una cifra che sul bilancio ha un certo impatto» osserva asciutto Farisoglio. «Intendiamoci, il discorso è complesso, c’è già stato un incontro per approfondire. Il percorso del revamping ormai è stato scelto e va affrontato, ma vorremmo capire anche in che situazione si trova Accam rispetto ai pagamenti del servizio da parte dei Comuni soci. Qui a Castellanza  siamo in regola: a quanto so, non si può dire lo stesso di altre realtà locali».Quanto questo poi c’entri con la fideiussione, relativa ad una spesa straordinaria di Accam SpA, resta da vedere. Intanto Castellanza, «da “comunello” ha poco margine di manovra ma vorrebbe capire. Dove finiremo?» si interroga Farisoglio in attesa di avere risposte più esaurienti da chi di dovere. «Da qui al 2025, o chissà quando, riusciremo ad ammortare investimenti così ingenti, da decine di milioni di euro? Tra l’altro non è che noi Comuni di Accam possiamo poi “tirarci fuori” o sganciarci. Siamo comunque obbligati ad andare a conferire i rifiuti all’inceneritore».

Per Busto Arsizio la cifra da dare in garanzia, eventualmente, sarebbe addiritture sul milione e ottocentomila euro. L’assessore Franco Castiglioni però interviene a mo’ di pompiere e getta abbondante acqua sulla vicenda. «Non è una spesa, e l’impatto sul bilancio è zero», dice, «chiariamo subito questo punto perché sono faccende delicate, che riguardano un’operazione finanziaria da svariati milioni di euro, è giusto trattarle senza equivoci o imprecisioni». Secondo Castiglioni, a Castellanza non hanno compreso esattamente i termini della questione. Una commissione composta di dirigenti e tecnici comunali, fra cui anche rappresentanti castellanzesi (ma non il sindaco) si è riunita di recente a Gallarate proprio per affrontare questo aspetto. «Tutti hanno lo stesso tipo di preoccupazione sui bilanci; così si è cercata insieme una soluzione. Per unanime consenso, l’impatto sul rispetto del patto di stabilità (che alcuni comuni, come le due Gorla, hanno già dovuto violare, ndr) è pari a zero. La questione riguarda l’eventuale iscrizione a bilancio di una partita negativa», che molto difficilmente andrà mai davvero in perdita, dato che si tratta di una garanzia. Né sul patto di stabilità, né sull’indebitamento totale dei Comuni vi sarebbero dunque problemi. Materialmente, per effettuare una fideiussione, ciò che si iscriverebbe a bilancio in perdita è uno 0,7% della cifra che viene – teoricamente – accantonata: Ma anche sull’accantonamento effettivo di tale cifra, inteso come indisponibilità dai bilanci, i segretari sono al lavoro.

Insomma, una tempesta in un bicchier d’acqua per Palazzo Gilardoni, tesa a far passare senza problemi il revamping da un alto e mantenere dall’altro un congruo conquibus da Accam per l’occupazione del suolo. Intanto in provincia prosegue l’iter del Piano Provinciale rifiuti, approvato di recente e in cui l’inceneritore di Borsano rimane l’unico impianto previsto. Scelta politicamente vantaggiosa, che fa il paio con quella di alcuni anni fa, poi bocciata dal Pirellone, che suddivideva in sub-ambiti le responsabilità per la gestione e smaltimento dei rifiuti. Con buona pace dei borsanesi del comitato anti-Accam e di quanti tuttora provano a suggerire altre vie per la gestione dei rifiuti o a porre domande, al momento relegate dalle autorità provinciali nel regno della pura filosofia.

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Pubblicato il 05 Novembre 2009
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