“Allenarsi nello sport fa bene allo studio”

Noemi Cantele, due volte sul podio dei Mondiali di ciclismo e laureata in economia e commercio, è stata ricevuta all'Insubria dal rettore Dionigi. «La tesi è come una gara: metti a frutto la tua preparazione»

Gli osservatori più attenti lo avevano sottolineato già quel mercoledì a Mendrisio, giorno della prima delle due medaglie (un argento e un bronzo) colte da Noemi Cantele ai Mondiali. «Questa ragazza è una campionessa a 360° – si diceva nel parterre iridato – perché non solo va forte in bici ma ha anche saputo percorrere una grande carriera scolastica».
Oggi – lunedì 30 novembre – il concetto è stato ribadito proprio laddove Noemi ha vinto la sua "medaglia" accademica, l’Università dell’Insubria di Varese. Proprio nell’ateneo cittadino infatti l’atleta di Arcisate si è laureata con 110 e lode in Economia e commercio e qui è stata ricevuta dal rettore, Renzo Dionigi, che ha così voluto rinsaldare il legame con Cantele.
 
«Sono onorata e orgogliosa dell’invito che mi ha rivolto il rettore – ha spiegato la campionessa – perché l’università ha rappresentato per me una tappa molto importante. Ho fortemente voluto intraprendere gli studi nella convinzione che la laurea si rivelerà fondamentale per il mio futuro».
Dionigi, da parte sua, ha voluto assegnarle la medaglia che raffigura la Rosa Comacina e donarle il volume "Varese, una provincia con la cultura dello sport", voluto nel 2007 proprio dall’Insubria e sul quale Noemi ha già dedicato un capitolo importante.
 
Nel corso dell’incontro Cantele ha tracciato un parallelo tra la preparazione alle gare e quella agli esami. «Aspetto sempre con trepidazione il momento della corsa, quando posso mettere a frutto i risultati della preparazione atletica che derivano dagli allenamenti. Quando mi trovo sotto pressione riesco a dare il meglio di me e la discussione della tesi ha certamente rappresentato uno di quei momenti. L’aver partecipato fin da giovanissima a gare ciclistiche mi ha insegnato a gestire gli stati d’animo e a controllare l’emotività. Così, anche in seguito, ho sempre cercato di applicare gli insegnamenti ricevuti dalla pratica dello sport a tutti gli ambiti della vita, studio compreso».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Novembre 2009
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