Antenne di telefonia cellulare, si modifica il regolamento, anzi no
Sarà rivista in commissione la delibera proposta da Riva (PdL): si rischiavano conflitti con la normativa regionale. "Serve il piano delle aree, andava fatto cinque anni fa"
Non andrà in consiglio comunale, almeno per ora, la delibera sul regolamento per le antenne di telefonia cellulare. Già al centro di un’aspra battaglia anni fa, il regolamento avrebbe dovuto essere integrato da misure atte al "mascheramento", per ragioni paesaggistiche ed estetiche, delle strutture. Oltre ad essere adattato alla situazione concreta creatasi da quando fu approvato, ormai cinque anni fa.
Le proposte di Alberto Riva (PdL) discusse lunedì in commissione ambiente e territorio andavano nella direzione di chiedere una zona "off limits" di 150 metri di raggio intorno ai siti "sensibili" (scuole, ospedali, eccetera). Il tutto sarebbe naturalmente valso solo per le nuove installazioni: in passato si è visto di tutto, incluso antenne a due passi da asili nido. Nessuno è ancora riuscito a provare scientificamente i danni dell’elettrosmog in modo definitivo, ma una certa apprensione rimane. L’iniziativa appariva condivisibile, ma è stato fatto notare che sarebbe andata contra legem: in questo caso, contro la legge regionale in materia, la quale prevede che anche all’interno delle "zone 1" (quelle "tutelate") si possano installare antenne di telefonia cellulare fino a 300 Wdi potenza. Per evitare possibili conflitti e ricorsi, si è deciso di fare marcia indietro.
Non era questo l’unico punto su cui si è discusso. All’art.3 del regolamento comunale infatti era previsto un "piano delle aree" che avrebbe dovuto essere approvato entro tre mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Dopo cinque anni si sta ancora aspettando. Il piano, che sembra fosse quasi pronto, sarebbe rimasto in qualche cassetto. Nella proposta di delibera il piano delle aree sarebbe stato stralciato. Corrado (Rifondazione) ha posto un’obiezione, mentre il presidente della commissione Chiesa (PdL) si chiedeva se non fosse meglio inserire il piano all’interno del PGT (Piano di Governo del Territorio). Alla fine è stato deciso di mettere in standby la delibera e di riesaminarla alla presenza del dirigente del settore urbanistica.
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