Assassinata in casa con le mani mozzate
Il fatto nella frazione Sant’Andrea, verso sera. La donna non rispondeva al telefono. Casa a soqquadro
Carla Molinari, di 82 anni, è stata trovata uccisa nella sua casa di via Dante Alighieri a Cocquio Tervisago nella serata di giovedì 5 novembre. Era a terra, in una stanza della sua villetta su di un piano. Chi ha visto l’interno dell’abitazione parla di una gran confusione nelle stanze, di cassetti aperti e disordine.
Ma ciò che nessuno si immaginava, tra i vicini che attorno alle 22 incominciavano ad affollare il cancello del civico 23, era un particolare raccapricciante: entrambe le mani della donna erano state mozzate. La causa del decesso potrebbe essere ricondotta all’uso di un’arma da taglio, con ferite su altre parti del corpo. Ancora poco trapela sull’arma e sull’ora esatta dell’omicidio. E soprattutto sul perché di un atto del genere: difficile pensare ad una rapina finita male. La donna prima della pensione faceva la tipografa a Varese e da anni viveva sola, da quando il padre era morto lasciandola nella casa con soggiorno, cucina, due camere da letto e bagni alla francese.
Carla Molinari era ben voluta dai vicini; vista l’età, le facevano compagnia e si prendevano cura di lei: una telefonata, un’occhiata alle tapparelle e alle luci accese a ore inconsuete. Proprio come è andata nella serata di giovedì. Una cugina di secondo grado, di Gavirate, ha chiamato al telefono l’anziana, che però non ha risposto: strano, visto che è l’ora di cena.
Una vicina, avvisata, si accorge che ci sono luci accese e le imposte abbassate male. Chiavi alla mano, le due donne e un giovane (il figlio della cugina) aprono il cancello che dà sul viale e che separa per una decina di metri la strada dall’ingresso dell’abitazione. Poi la sorpresa: un portoncino di sicurezza aperto, la casa per aria: qui il racconto dei testimoni si ferma, perché per paura chiamano il 118. I sanitari si rendono conto subito della gravità e avvertono la polizia che arriva sul posto attorno alle 21.30. Poi un via vai di sirene e lampeggianti: arrivano i carabinieri e la polizia locale. La casa ha una sola entrata; un ampio fondo a prato la circonda: nessun ingresso sul retro. Poche le telecamere in zona: siamo a Sant’Andrea, a 300 metri dalla stazione delle Nord e dal centro commerciale, lungo la strada che porta a Besozzo: zona tranquilla. Carabinieri e polizia, che sta conducendo le indagini con la squadra mobile di Varese, cercano indizi. Hanno ispezionato il giardino. Con le pile passato palmo a palmo i vialetti di ghiaia. Perfino i bidoni dell’immondizia sono stati aperti. Coi berretti coperti dai cappucci gli agenti lavorano fino a notte fonda sotto una pioggia insistente in un’umida e tetra serata che nasconde nell’oscurità un brutto mistero tutto da svelare.
Carla Molinari era ben voluta dai vicini; vista l’età, le facevano compagnia e si prendevano cura di lei: una telefonata, un’occhiata alle tapparelle e alle luci accese a ore inconsuete. Proprio come è andata nella serata di giovedì. Una cugina di secondo grado, di Gavirate, ha chiamato al telefono l’anziana, che però non ha risposto: strano, visto che è l’ora di cena.
Una vicina, avvisata, si accorge che ci sono luci accese e le imposte abbassate male. Chiavi alla mano, le due donne e un giovane (il figlio della cugina) aprono il cancello che dà sul viale e che separa per una decina di metri la strada dall’ingresso dell’abitazione. Poi la sorpresa: un portoncino di sicurezza aperto, la casa per aria: qui il racconto dei testimoni si ferma, perché per paura chiamano il 118. I sanitari si rendono conto subito della gravità e avvertono la polizia che arriva sul posto attorno alle 21.30. Poi un via vai di sirene e lampeggianti: arrivano i carabinieri e la polizia locale. La casa ha una sola entrata; un ampio fondo a prato la circonda: nessun ingresso sul retro. Poche le telecamere in zona: siamo a Sant’Andrea, a 300 metri dalla stazione delle Nord e dal centro commerciale, lungo la strada che porta a Besozzo: zona tranquilla. Carabinieri e polizia, che sta conducendo le indagini con la squadra mobile di Varese, cercano indizi. Hanno ispezionato il giardino. Con le pile passato palmo a palmo i vialetti di ghiaia. Perfino i bidoni dell’immondizia sono stati aperti. Coi berretti coperti dai cappucci gli agenti lavorano fino a notte fonda sotto una pioggia insistente in un’umida e tetra serata che nasconde nell’oscurità un brutto mistero tutto da svelare.
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