Bellezza e cultura per i 60 anni dei Ceccuzzi
E' un week-end speciale per i Ceccuzzi, che festeggeranno i 60 anni delle loro gioiellerie con una serie di eventi legati al tema della danza
E’ un week-end speciale per i Ceccuzzi, che festeggeranno i 60 anni delle loro gioiellerie con una serie di eventi legati al tema della danza: dopo il balletto dal titolo, ovviamente, “Jewels” (gioielli) andato in scena venerdì 13 al Teatro Sociale di Busto Arsizio sabato sera, 14 novembre , ci serà una serata – ovviamente danzante e ovviamente trendy – allo Shed di Busto Arsizio. Per tutto il week-end alle Ville Ponti invece mostra di gioielli tematica e concorso di poesia per gli studenti delle scuole medie sul tema “L’anno che verrà”, la cui premiazione si terrà domenica 15 novembre a villa Ponti.
«Sono davvero tante le iniziative che abbiamo messo in campo quest’anno, anche se alcune sono un nostro patrimonio da anni» spiega Alessandra Ceccuzzi, terza generazione dei gioiellieri e mecenati della cultura provinciale, al comando delle gioiellerie oltre che presidente dei giovani Imprenditori Uniascom – Faccio riferimento alla mostra a Ville Ponti per esempio, che ha trent’anni. E’ cominciata nel 1979, come mostra mercato. L’abbiamo trasformata solo in un secondo tempo in evento culturale».
Ora la mostra è un piacevole appuntamento, fissato per ogni novembre alle ville Ponti, e quest’anno si aggiunge alle altre “celebrazioni” di questa importante data per la stirpe di gioiellieri che ha segnato la recente storia del commercio varesino. Una storia che è iniziata quasi per caso: più precisamente per il vizio cardiaco diagnosticato a Dino Ceccuzzi, arrivato a Gallarate da Montepulciano nella seconda metà degli anni Trenta. Un vizio che non gli permise di fare il ferroviere come suo padre, e che lo costrinse ad un mestiere sedentario. Così Dino inizia a lavorare come apprendista orologiaio a Gallarate, poi si sposta in un negozio di Busto Arsizio, rilevandone nel 1949 l’attività. Nasce così il marchio Dino Ceccuzzi che passerà presto al primogenito Bruno, che per sostituire il padre malato lascia il liceo classico e va a bottega in un negozio di Milano, dove impara l’arte dell’orologeria e la metterà in pratica nel 1961, alla morte del padre.
Dopo gli orologi, Bruno si dedica alle pietre preziose: nel 1973 diventa il primo gemmologo italiano del neonato Igi, l’Istituto Gemmologico Italiano, nel 1986 apre un secondo negozio nel centralissimo corso Matteotti di Varese. Nel 1987 la figlia Alessandra inizia a lavorare nell’azienda di famiglia: nel 1988 si diploma in gemmologia e nel 1993 entra definitivamente in azienda. Nel 1998 la società diventa una Spa, un assetto societario insolito per un negozio, mentre nel 2003, per intuizione di Alessandra, nasce Dino C., il prêt-à-porter dei gioielli di tendenza e qualità: l’insegna si accende a Busto Arsizio, ancora a Varese, e in nuove piazze, come Roma e Como, per un totale di una ventina di collaboratori.
«La mia è la storia di una bambina vissuta in gioielleria fin da piccola – racconta Alessandra – Lì trovavo il mio rifugio, in uno scantinato del negozio del corso, dove mi nascondevo dietro la tenda. Per me la storia della mia vita in negozio comincia lì» e non sembra destinata a finire molto presto: oggi il gruppo, composto da Dino Ceccuzzi e Dino C, conta tre negozi a Busto Arsizio (Va), due a Varese, uno a Roma e uno a Como, per un totale di una ventina di collaboratori.
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