Delitto di Cocquio, si indaga sul movente economico

La donna era benestante e amministrava con oculatezza il suo patrimonio, pare non avesse ancora fatto testamento

La squadra mobile di Varese ha lavorato fino a alla tarda notte di domenica: si indaga sulle impronte lasciate dall’assassino nella casa di Carla Molinari, sgozzata a Cocquio giovedì sera, ma anche sul suo patrimonio e le sue proprietà. La vicenda dell’anziana uccisa è intricata ma le indagini sarebbero a buon punto.
Sulla scena del delitto emergono ancora nuovi particolari. Vi sono diversi elementi che avvalorano la tesi della messa in scena. Le impronte delle scarpe non sono logiche, ne è stata trovata una, anche se incompleta di taglia 38, ma ve ne sono altre che sembrano messe successivamente. Anche il corpo della donna sarebbe stato manomesso, forse con l’abbassamento della zip dei pantaloni, inoltre il particolare dei quattro mozziconi messi nella casa è chiaramente un depistaggio. Un altro particolare importante è che l’assassino è uscito di casa sporco di sangue, in bagno non ci sono tracce ed è l’unica stanza che non è stata attraversata dall’omicida.
Dagli inquirenti trapela solo che l’assassino ha commesso un errore e sarebbe su questo che si stanno concentrando le indagini. Intanto, ieri alle 15, la squadra mobile ha compiuto, insieme alla polizia locale del Medio Verbano, un sopralluogo di venti minuti nella casa di via Dante. Gli agenti hanno asportato alcuni documenti, poi in auto hanno controllato le cartelle anagrafiche di alcune persone.
La novità di oggi è che il movente economico sembra quello prevalente e che il taglio delle mani, che ancora non si trovano, potrebbe avere un senso in questo quadro. Carla Molinari aveva 250mila euro investiti in banca, probabilmente anche dei terreni, i vicini di casa dicono avesse tre boschi nelle colline sopra Cocquio, di certo era la proprietaria del prato accanto alla villetta e il ritrovamento di lettere in francese fa pensare che intrattenesse ancora rapporti Oltralpe. Sofisticata e colta, per nulla sprovveduta, attenta amministratrice del proprio patrimonio, così la descrivono i conoscenti. Che le avevano consigliato di fare testamento, vista la mancanza di eredi diretti. Ieri, il parroco di Sant’Andrea, don Hervé Simeoni, dal pulpito ha chiesto all’assassino di «intraprendere un cammino di espiazione e di cercare un recupero morale dopo la necessaria giustizia che dovrà essere fatta, recuperando una dignità che con questo gesto è stata infangata». L’autopsia è in programma per martedì.

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Omicidio Cocquio: le indagini 4 di 14
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Pubblicato il 09 Novembre 2009
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