Dopo sessant’anni chiude la posteria
Sabato 28 è l'ultimo giorno di apertura del negozio. Era l'ultimo punto vendita del piccolo borgo. Giulio Empoli racconta la sua storia
C’è sapore di antico. La frutta e verdura sulla parete a sinistra. Un bancone con tanti prodotti, il pane, la pasta e in un angolo anche le sigarette. Una classica posteria con tutto quello che di utile si può tenere. Tanti anziani, ma anche una trentina di famiglie che quotidianamente entrano per i piccoli acquisti di prima necessità. Da sabato chiude i battenti.
"Gestiamo il negozio dal 1949 e non abbiamo mai chiuso un solo giorno. Adesso non ce la facciamo più. Non posso andare avanti da solo e mia mamma, Giannina Maconi, ha 83 anni".
Nelle parole di Giulio Empoli l’amarezza ma anche la consapevolezza per una scelta difficile ma necessaria. "Mio papà Romildo prima ancora di aprire il negozio aveva lavorato al circolo per 15 anni. Io lavoro qui da 45 ed è una parte della mia vita, ma ora vorrei dedicarmi ad altri progetti. Spero solo che quanti hanno manifestato un certo interesse si facciano avanti perché mi spiacerebbe che il mio paese resti senza nemmeno un negozio".
A Sant’Alessandro, un paesino di poco meno di 500 anime, c’erano infatti il vecchio circolo e il negozio di alimentari. Il primo è chiuso da qualche mese e ora tocca alla bottega che vende anche i tabacchi.
"Avremmo piacere, – racconta sempre Giulio Empoli, – che qualcuno rilevasse l’attività e per questo chiediamo un affitto davvero basso. Certamente ci sono da fare tanti lavori di ristrutturazione, ma di clienti ne abbiamo ancora tanti. Pensi che abbiamo sempre tenuto anche i libretti per permettere a tutti di fare la spesa in serenità e di fregature ne abbiamo prese proprio poche. La gente di qui è attaccata al nostro negozio e non ci ha mai traditi. E dire che di concorrenza ce n’è tanta ed è difficile fargli fronte oggi. Una soluzione potrebbe essere spostare tutto al circolo e attivare così diverse attività".
Il circolo ha rinnovato da poco i vertici della cooperativa con l’intento di rivitalizzare le attività, ma senza riprendere il cammino commerciale. Un luogo di incontro e perché no anche di servizio. Una prima iniziativa, qualora la chiusura del negozio diventi irreversibile, potrebbe essere quella di ospitare uno spazio come un piccolo centro di acquisto almeno per i generi di prima necessità tra cui certamente il pane.
Insomma, dopo le notizie positive della piazza ristrutturata e del nuovo campanile con tutte le attività anche della scuola, Sant’Alessandro rischia di restare senza punti vendita e nelle prossime settimane si potranno scoprire se tanti propositi avranno le gambe per camminare, oppure le famiglie e gli anziani dovranno trovare una soluzione personale all’attuale situazione.
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