Down: “Il vero handicap è non credere in loro”

Si è aperta, nell'aula magna di via Ravasi, la conferenza "La persona down: progettiamo un futuro adulto". Due giorni di incontri per discutere, con approcci diversi, della patologia

Il caso di Alberto, come l’esempio dei traguardi che una persona down può raggiungere e superare. Si è parlato anche del giovane di Cavaria, che frequenta con ottimi risultati l’Università dell’Insubria, al convegno "La persona down: progettiamo un futuro adulto" che oggi ha portato a Varese esperti da tutta Italia e che ha visto anche la presenza del ministro dell’interno Roberto Maroni. L’iniziativa internazionale, che proseguirà domani, è stata organizzata dall’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi  di Varese, l’ASL di Varese, la Direzione Sociale dell’Asl,  la Provincia e il Comune di Varese con il Patrocinio del Senato della Repubblica, della Regione Lombardia e dell’Ordine dei Medici di Varese.

giovanna brebbia, convegno downA fare gli onori di casa, nella gremita aula magna di via Ravasi, è stata la dottoressa Giovanna Brebbia che da un anno lavora per organizzare questo importante momento di confronto sulla sindrome di down: «Abbiamo inserito in questo convegno il tema del futuro perché dobbiamo interrogarci su quanto ha fatto la ricerca per dare delle opportunità di vita migliore alle persone affette dalla sindrome di down e su quanto ancora si dovrà fare. Crediamo che questo incontro possa dare alle famiglie una speranza ma che sia anche uno stimolo all’azione». Un messaggio diretto e che ha potuto raggiungere tutti i livelli di governo del territorio, ben rappresentati tra il pubblico tra il quale sedevano anche il ministro Maroni, l’assessore regionale alla sanità Bresciani, il prefetto Simonetta Vaccari, il procuratore capo Maurizio Grigo, il sindaco di Varese, Attilio Fontana, il presidente della provincia Dario Galli, gli assessori ai servizi sociali Gregorio Navarro per il comune e Christian Campiotti per la provincia e il questore Marcello Cardona.

«La sindrome di down – ha spiegato il rettore dell’Università dell’Insubria, Renzo Dionigi – rappresenta un tema importante che affronteremo dal lato scientifico con l’apporto di diversi contributi. Un argomento di grande attualità che poche università hanno affrontato finora in modo così completo». Dalla rete dei servizi socio-assistenziali, coordinata dalle Asl, al mondo della scuola, dall’aiuto di una risorsa fondamentale come il volontariato ai problemi che l’età adulta pone. I relatori hanno spiegato quali sono i mondi coinvolti nella crescita e nella formazione di una persona affetta da sindrome di down e come questi mondi collaborano tra loro.

«Abbiamo iniziato con l’analisi dei bisogni delle famiglie interessate – ha spiegato la psicologa Silvia Mocchetti presentando la rete dei servizi gestita dall’Asl della provincia di Varese – Cerchiamo ogni giorno di andare incontro alle richieste di informazioni, alla necessità di non sentirsi soli, di trovare dei momenti di sollievo per i genitori e all’esigenza di servizi accessibili e raccordati». «Nelle scuole della provincia di Varese ci sono 2500 studenti portatori di handicap dei quali 70 sono affetti dalla sindrome di down – ha detto Claudio Merletti, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale -. Di loro, nelle scuole, si occupano 1.011 docenti di sostegno mentre sul territorio sono presenti sette centri territoriali che rappresentano un punto di riferimento per docenti e genitori in tema di disabilità. Penso che in questo momento occorra agire su due fronti: da un lato formando i responsabili sulle diverse patologie, dall’altro insistendo sulle sinergie tra organi ed enti. Un passaggio critico, nel coordinamento delle funzioni, è rappresentato ad esempio dal primo biennio delle scuole superiori». 

convegno down varese Puntare sulle potenzialità e superare i pregiudizi sono messaggi più volte ripetuti nel corso del convegno. L’esempio per tutti è quello di Alberto Sanna, un ragazzo down di Cavaria, che con tenacia e costanza sta affrontando gli esami della facoltà di scienze della comunicazione dell’Insubria. La sua esperienza è stata raccontata da Francesca Zappa, responsabile del servizio disabili dell’ateneo: «Con Alberto abbiamo costruito un percorso di studi tenendo conto dei suoi punti di forza e di debolezza. Un cammino nel quale il protagonista è lui e ne è consapevole. Il lavoro con Alberto è portato avanti con la collaborazione dei docenti e dei responsabili dei corsi e ha permesso a questo giovane di raggiungere grandi risultati». La giornata si è conclusa con la lettura dell’attrice varesina Silvia Sartorio tratta da "Il tuo nome è Olga" di Joseph Espinas e con un concerto.

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Pubblicato il 19 Novembre 2009
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