“Epoca” rinasce per raccontare il muro

A dodici anni dalla sua chiusura, la rivista di Mondadori torna in edicola con uno speciale dedicato al muro di Berlino

“C’era una volta il muro”. È con questo titolo che Epoca ricompare nelle edicole italiane, ricordando gli anni della divisione della Germania. Un ritorno importante, che è stato presentato, venerdì 13 novembre, all’università dell’Insubria di Varese. Un incontro che ha fatto conoscere ai più giovani la rivista, nata nel 1950 e chiusa nel 1997, e ha dato ai presenti un quadro completo degli anni della Guerra Fredda.
«Introdurrò l’argomento storico prendendolo alla lontana – ha esordito Antonio Orecchia, docente di storia contemporanea dell’Insubria, facendo sorridere i presenti – parlandovi del 1835. Proprio in quest’anno Tocqueville, con “La democrazia in America”, teorizzò l’esistenza di due popoli nati e cresciuti in maniera diversa, ma destinati a controllare ognuno una metà del mondo. È stato lungimirante: le sue previsioni si sono avverate centodieci anni dopo».
Elisabetta Burba, curatrice del numero speciale in edicola, ha poi spiegato come è nata l’idea di questo speciale: «Abbiamo iniziato le ricerche negli archivi durante l’estate. Avevamo in mente l’avvicinarsi dell’anniversario della caduta del muro, così abbiamo raccolto gli straordinari pezzi degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta sull’argomento, e in due giorni abbiamo deciso di pubblicarli. Il risultato è un giornale che non si limita ad essere storia illustrata: ci sono anche dei contributi moderni».
Una rivista che ha segnato la storia del giornalismo italiano. «Negli anni Cinquanta e Sessanta – spiega ancora la Burba – gli italiani guardavano il mondo attraverso Epoca. Un giornale che ha dato grande attenzione alla scrittura, ma che soprattutto ha promosso pubblicazioni coraggiose. Basta ricordare Enzo Biagi, primo direttore, che a causa dell’editoriale “Dieci poveri inutili morti” contro l’allora governo Tambroni, fu costretto ad abbandonare Epoca».
La presentazione ha poi visto gli interventi di Luciano Segre, economista e docente universitario che ha vissuto in prima persona il dramma della divisione della Germania, dato che ha insegnato negli atenei di Berlino Est e di Berlino Ovest. Segre ha condiviso con i presenti i suoi ricordi, riguardanti diversi episodi della sua vita. Un altro contributo è venuto da Luigi Bruti Liberati, docente di storia contemporanea all’università Statale di Milano, che ha presentato un intervento dal tema “Gli Stati Uniti e la Cortina di ferro”, soffermandosi sulle figure dei presidenti Kennedy e Reagan.
Alla presentazione c’era anche Giorgio Lotti, uno dei grandi fotografi di Epoca, e varesino d’adozione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Novembre 2009
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