Fini: “Chi parla contro gli immigrati è uno stronzo”

Il presidente della Camera "sdogana" il termine parlando con un gruppo di ragazzi, in maggioranza di origine straniera, che frequentano un centro diurno della capitale. "Bossi-Fini? La rifarei, ma..."

Quelli che usano "qualche parola di troppo" nei confronti degli immigrati, sono degli "stronzi". Parola del presidente della Camera Gianfranco Fini che non si è nascosto dietro un dito parlando dell’argomento durante un incontro con una cinquantina di giovanissimi tra gli 8 e i 18 anni, perlopiù di origine bengalese e cinese. I ragazzi frequentano il centro diurno ‘Semina’ di Torpignattara, gestito dall’associazione ‘Nessun luogo è lontano’.

Le parole forti della terza carica dello Stato sono state contestualizzate. Ai ragazzi ha chiesto se vi fosse chi faceva loro pesare la presenza in Italia, se ci fosse "qualche stronzo" che dice "qualche parola di troppo". Alle risate dei giovanissimi ha commentato così: "Uso questa parola perché se qualcuno dice che siete diversi, la parolaccia se la merita: voi la pensate, io la dico".
 
Nell’occasione Fini ha anche risposto ad alcune domande sulla possibilità di concedere più rapidamente la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Rivelatrice la domanda di un ragazzino: "Ma come farà convincere quelli di destra?" In queste poche parole due fatti: la destra identificata come un blocco anti-immigrati, e Fini stesso "espunto" da questa nonostante il suo passato di missino.
"Bisognerà convincere sia a destra che a sinistra" la risposta del presidente della Camera, che ha invitato chi voglia capire la realtà dell’immigrazione a recarsi in luoghi come il centro che stava visitando, per capire, piuttosto che pontificare da lontani salotti.

Circa la legge Bossi-Fini in materia di immigrazione, il presidente della Camera ha dichiarato che ne condivide tuttora l’impianto, pur ritenendolo migliorabile con un paio di modifiche: allungare ad un anno il periodo per trovare di nuovo lavoro, vista la crisi, e snellire le pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno consentendo ai consolati di svolgerle ed evitando così il ritorno nei paesi di origine, "che non ha senso".

Sulla questione dei crocifissi, infine, Fini ha ribadito la sua contrarietà alla sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo, chiedendo ai ragazzi stessi del centro ‘Semina’, in buona parte musulmani, se la croce fosse simbolo tale da infastidirli: la risposta negativa ne ha confortato la convinzione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2009
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