I sindaci dei comuni di confine scrivono al Governo

In una lettera aperta i primi cittadini hanno chiesto tutele per i lavoratori frontalieri e chiarimenti sulle conseguenze delle tensioni tra Italia e Svizzera causate dall'applicazione delle norme sullo scudo fiscale

Frontalieri e rapporti con la vicina Svizzera sono alla base della lettera aperta scritta dai sindaci dei comuni di confine alle istituzione. I primi cittadini di Arcisate, Brusimpiano, Clivio, Cuasso al Monte e Saltrio hanno messo nero su bianco le proprie preoccupazioni e le hanno inviate al presidente del consiglio Berlusconi, ai ministri Bossi e Tremonti, al presidente della regione Formigoni e al presidente della provincia Galli. Pubblichiamo il testo della lettera

I sottoscritti Sindaci dei Comuni di Arcisate, Brusimpiano, Clivio, Cuasso al Monte, Saltrio, riunitisi in Saltrio (Varese) il 24 Ottobre 2009, valutato l’effetto che la recente normativa più nota come "Scudo fiscale" può avere sui lavoratori frontalieri e sui paesi di loro residenza;
– richiamata l’attenzione sul fatto che i lavoratori italiani, dipendenti di aziende elvetiche e impegnati in Svizzera non possono, per motivi evidentissimi, essere equiparati agli evasori che \’Autorità fiscale italiana persegue,

– considerato che ogni lavoratore dipendente frontaliero versa regolarmente le imposte, una parte delle quali viene trasferita all’Erario italiano sotto forma dei cosiddetti "ristorni",
– assunto che gli eventuali depositi presso Istituti di credito elvetici rappresentano la corresponsione mensile dell’attività prestata e non possono in alcun modo essere equiparati a frutto di evasione, elusione fiscale o truffa all’Erario,
– valutato che il frontalierato rappresenta un’alternativa occupazionale per una consistente parte della forza lavoro italiana residente nei comuni confinari,
– asserito che il frontalierato ha rappresentato e continua a calmierare la domanda di lavoro in territorio italiano, pesantemente condizionato dalla congiuntura,
– osservato che la condizione di lavoratore frontaliero storicamente si presta a minori garanzie dei livelli occupazionali anche per la differente normativa del mercato del lavoro presente nella Confederazione elvetica;
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Sindaci chiedono alle SS.LL. Illustrissime
a) di voler considerare l’opportunità di contemplare con documenti esplicativi una maggiore tutela del lavoratore frontaliere rispetto alla normativa in atto e riconducibile al ed. "Scudo fiscale" affinché il lavoratore frontaliero non si trovi nell’obbligo di dover adempiere a obblighi che risultano invece in capo agli autori di evasione o elusione fiscale;
b) di voler contemplare la possibilità che al lavoratore frontaliero che ritrasferisca in Italia i frutti del proprio legittimo e dichiarato guadagno del proprio lavoro non siano applicate le sanzioni previste invece per chi, evasore o elusore fiscale, ottemperi a tale invito;
c) di voler considerare la grande preoccupazione con la quale, come amministratori, consideriamo una eventuale e sia pure indiretta ritorsione da parte elvetica con il mancato rinnovo dei permessi di lavoro o con il licenziamento di personale frontaliero;
d) di voler valutare l’impatto fortemente negativo che potrebbe avere per le finanze comunali una ritardata o posticipata erogazione dei ristorni, ciò che creerebbe dissesti di bilancio rimarchevoli per comuni nei quali una larga porzione di popolazione attiva lavora come frontaliere
I sottoscritti Sindaci ritengono oltremodo oltraggioso equiparare il sacrificio e il lavoro dì diverse migliaia di nostri connazionali all’opera di coloro che sottraggono all’Erario cifre rilevanti e auspicano che l’Autorità centrale possa e voglia provvedere ad una tutela completa e doverosa del lavoratore frontali ero che rappresenta, per il Fisco Italiano, una fonte di introito sicura e certa.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Novembre 2009
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