I soldi e il testamento, si indaga nella vita di Carla
La donna assassinata discusse dell’eredità il 9 luglio in uno studio notarile di Gavirate. Nuovi esami sul corpo della vittima
Carla Molinari andò dal notaio, l’avvocato Sergio Rovera di Gavirate, una mattina di luglio, il nove, alle dieci e quindici. All’appuntamento portò con sé Teresina «Zita» Mantegazza. Non è usuale che un cliente, dal notaio, consenta a un amico di presenziare, ma Carla era una donna sola, non aveva parenti prossimi e chiese a Zita, che voleva aspettare fuori, di entrare con lei. Fu un «incontro propedeutico», in cui la donna chiese informazioni «tecniche». Voleva fare testamento e, in particolare, desiderava sapere come destinarne una parte in beneficenza, una volontà che espresse chiaramente durante il colloquio di quella mattina. La signora Mantegazza che accompagnò Carla quel giorno racconta: «Sì, andammo insieme, ma non credo che avrebbe creato problemi a qualcuno, piuttosto mi pare avesse cercato un po’ di accontentare tutti».
Il notaio è un professionista ma anche un pubblico ufficiale, quando incontra per la prima volta un cliente è tenuto a fornire informazioni e, come spesso accade, non è detto che a un primo colloquio ne segua un altro. E così andò. Era il primo appuntamento e le due donne uscirono dopo mezzora con l’impegno che Carla si sarebbe fatta sentire. Invece passarono diversi mesi. Carla non telefonò più e anche nelle carte dello studio non c’è alcun appuntamento programmato. Il professionista ha verbalizzato la circostanza alla squadra mobile, ma non è escluso che la vittima si fosse poi rivolta a un altro studio. E’ per questo che gli inquirenti hanno contattato diversi notai della zona e domandato se Carla Molinari avesse preso appuntamenti o redatto un vero e proprio testamento.
La squadra mobile sta seguendo ancora diverse piste e quella dell’eredità è solo una tra le soluzioni possibili. Se avrà un seguito si dovrà partire proprio da quella mattina del 9 luglio. Ma se invece l’interpretazione giusta è quella che alla vicenda dà Teresina «Zita» Mantegazza – e cioè che amici e parenti sarebbero stati soddisfatti – allora chi avrebbe potuto sentirsi danneggiato?
Sono tutte domande che anche gli investigatori si fanno: il movente economico rimane come una cornice sullo sfondo. Non è chiaro se possa avere altre sfaccettature e il riserbo degli inquirenti è per adesso impenetrabile.
La donna possedeva 250mila euro investiti in banca e tre terreni. Nel municipio sono conservati i mappali, non risulta però fossero edificabili, e il vicesindaco Castellini conferma di non averne notizia. L’unica circostanza a lui nota è che il comune, in futuro, avrebbe voluto fare una strada laterale di via Dante, proprio accanto al prato di Carla Molinari.
Il procuratore capo Maurizio Grigo ha infine affermato che il corpo della vittima rimane a disposizione degli inquirenti per ulteriori nuovi esami, slitta la data dei funerali.
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