L’Insubria analizza il lavoro delle massociazioni sportive dilettantistiche

Lunedì 9 novembre al Chiostro di sant'Abbondio si svolgerà il convegno "Il lavoro di pubblica utilità all'interno dell'associazionismo sportivo dilettantistico: esperienze e prospettive applicate"

Saranno giorni intensi per Claudio Pecci quelli ad addivenire, infatti il Numero Uno del Panathlon è ormai in dirittura d’arrivo “di mandato”, ma ciò nonostante il suo spirito combattivo è ancora lì, pronto a dare una mano alla città, a interagire con le istituzioni per contribuire allo sviluppo e alla crescita.
Ed ecco allora che, Pecci, prima di passare lo scettro per “governare” il Club dei prossimi anni ne ha pensata un’altra. Stavolta ha coinvolto l’Università degli Studi dell’Insubria per promuovere lo sport anche in ambiti accademici. E così, ha pensato e quindi organizzato con le sue Commissioni panatlete il convegno giuridico/culturale dal titolo “Il lavoro di pubblica utilità all’interno dell’associazionismo sportivo dilettantistico: esperienze e prospettive applicate” che si terrà lunedì 9 novembre 2009, alle ore 9.30, all’Università degli Studi dell’Insubria, nell’Aula Magna del Chiostro di Sant’Abbondio a Como.
 
Il convegno costituirà occasione per presentare la tesi da 110 e lode della dottoressa Giada Pavia, laureata in Scienze Motorie all’Università degli studi dell’Insubria. La dottoressa, in quella sede, sarà una delle interpreti con la sua tesi dal titolo:“Le associazioni sportive dilettantistiche e il lavoro di pubblica utilità: esperienze, prospettive di applicazione”. Interverrà al convegno anche il relatore della tesi, professor Rodolfo Tavana, docente di Medicina dello sport al CdL in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria, nonché noto medico sportivo, il quale ha fortemente voluto sviluppare una tesi sulla possibile utilità pubblica delle associazioni sportive.
 
Un’iniziativa unica nel suo genere che ha coinvolto gli ambienti accademici, gli ordini professionali oltre che alle istituzioni. Un lavoro di team, quindi, ha collaborato l’Università degli Studi dell’Insubria attraverso la Facoltà di Medicina e Chirurgia – Corso di Laurea in Scienze Motorie – e la Facoltà di Giurisprudenza. Il tutto con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati di Como, della Camera penale di Como e Lecco, del Centro studi di diritto penale europeo, del Comune di Como e del Coni – Comitato provinciale di Como.

«L’iniziativa – spiega il Presidente Claudio Pecci – è nata dalla volontà di dare un aiuto concreto alla società. Lo Stato non dà risorse per il recupero dei giovani condannati; abbiamo pensato così di fornire delle risorse, un’azione sociale da parte delle Associazioni sportive e, di contro, abbiamo creato un’occasione coscienziosa di sostegno a espiare la pena fuori dal carcere per evitare le conseguenze che ne potrebbero derivare dal soggiorno dietro le sbarre, soprattutto per i giovani che hanno commesso reati minori».
 
Un’azione mirata quindi, fino ad oggi unica nel suo genere che permette di esportare all’esterno non solo l’attività ludica.
«La prima difficoltà incontrata – prosegue Pecci – è legata alla normativa giuridica in materia. Per questo il Panathlon si fa portavoce di una semplificazione chiedendo la modifica di legge nella fase operativa. Facilitando così i rapporti tra legge/Stato potremmo gestire meglio i rapporti con le persone coinvolte, sappiamo benissimo delle difficoltà che nascono nella gestione del condannato fuori dal carcere».
 
Il Panathlon con questa iniziativa si fa carico di un nuovo impegno legato allo sport: quello di Club in grado di trasmettere i sani principi all’interno di un ambiente sportivo. Chi ha commesso qualche reato potrà trovare proprio all’interno un valido percorso di rieducazione.
 
Tra i relatori, per il Panathlon Claudio pecci, Rodolfo Tavana Claudio Bocchietti. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2009
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