L’Insubria premia una ricerca sulla schizofrenia

Il Centro Insubre di Biotecnologie per la Salute Umana ha spiegato al pubblico i risultati raggiunti nella lotta a malattie gravi, nella cura alle infezioni, nella chirurgia e nella produzione di nuovi antibiotici

cibsuÈ Silvia Sacchi la giovane ricercatrice dell’anno premiata dal Centro Insubre di Biotecnologie per la Salute Umana (CIBSU) dell’Università dell’Insubria. La scienziata è stata premiata martedì sera in occasione del convegno annuale del CIBSU, uno dei due dipartimenti dell’Insubria (insieme al Cresit) ad occuparsi di biotecnologie. Le ricerche di Silvia Sacchi hanno individuato due proteine umane (DAAO e pLG72) che, interagendo tra loro, possono portare a casi di schizofrenia. Questa scoperta, se applicata, in futuro ci aiuterà a combattere questa malattia.

Si tratta di un grande traguardo, che non andrebbe perso tra le notizie di tutti i giorni. Così come non andrebbero sottovalutati tutti i grandi filoni di ricerca portati avanti da questo dipartimento, sempre più concentrato su un’applicazione pratica della ricerca pura. Proprio in occasione della premiazione della giovane ricercatrice, sono stati illustrati alcuni dei traguardi più importanti raggiunti in questi anni dai ricercatori universitari della provincia. Attualmente la ricerca è attiva nel settore antitumorale (con le ricerche di Silvia Uccella sui linfomi diffusi a grandi cellule B), nell’applicazione dell’immunogenetica per la cura di infezioni da retrovirus (con le scoperte del laboratorio di Giovanna Tosi), nella produzione di nuovi antibiotici (attraverso i testi di Flavia Marinelli sugli actinomiceti) e sulle tecniche più innovative della chirurgia (sviluppate da Matteo Tozzi), ma questa è solo una parte dei risultati.

biotecnologie insubria via dunantTra ricerca e investimenti, le biotecnologie sono per definizione un settore ibrido delle università italiane: la ricerca pura non può più vivere senza l’applicazione industriale, e spesso il ricercatore si trova a dover fare "affari". L’Insubria di Varese, che proprio in questi giorni ha messo mano a una riorganizzazione del settore del biotecnologie, sta provando a rispondere a questo doppio aspetto in modo innovativo, e la vicinanza di questo incontro con quello di lunedì del Cresit è fortemente indicativa.

Se lunedì, infatti, il convegno alle Ville Ponti ha provato a dare un inquadramento economico e industriale al settore delle biotecnologie, oggi, in via Dunant, il CIBSU ha offerto un’immagine più "pura" della ricerca. Si tratta, tuttavia, di due facce della stessa medaglia, perché come ha ricordato oggi l’economista Alberto Onetti ai ricercatori: «Per completarsi e arrivare a maturazione, la ricerca universitaria non può fare a meno dell’Industria».

Non a caso, l’ospite d’onore del CIBSU è stato Mauro Magnani dell’Università Statale di Urbino. Dopo aver creato un sistema rivoluzionario per veicolare i farmaci nel paziente, immettendoli nei globuli rossi, Magnani ha creato una start-up promettente che promuoverà e potenzierà questa terapia: la Erydel.

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Pubblicato il 24 Novembre 2009
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