Lavoratori stranieri, oltre mille sono frontalieri “al contrario”

Il dato emerge dall'analisi della Camera di commercio sui lavoratori stranieri. I più numerosi sono gli albanesi seguti da marocchini e rumeni ma al quarto posto spuntano gli svizzeri

lavoratori immigrati vareseNelle imprese varesine i dipendenti stranieri parlano tutte le lingue del mondo e pure il dialetto ticinese. Tra gli oltre 21mila lavoratori immigrati, secondo i dati diffusi dalla Camera di commercio, spuntano anche dei frontalieri "controcorrente": sono oltre un migliaio infatti i lavoratori svizzeri impiegati nelle aziende del Varesotto. 
La presenza di dipendenti non italiani è cresciuta negli anni: si va dai 17mila del 2005 agli oltre 21.600 del 2008, registrando un aumento del 28 per cento. I più numerosi sono gli albanesi (2.900), i marocchini (2.700) e i rumeni (2.040) seguiti dagli svizzeri (1500), i tedeschi (700), i tunisini (700), i senegalesi (600) e i francesi (550). 

Tra i diversi gruppi nazionali, quelli che sono aumentati in misura maggiore sono i rumeni, più che raddoppiati grazie anche all’ingresso del loro Paese nell’Unione Europea a partire dal 1° gennaio 2007 e dalla conseguente acquisizione dello status di cittadini UE.
I dati emergono da uno studio condotto sulla base del Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro (SMAIL) della Camera di Commercio: i risultati sono stati diffusi sul sito dell’ente www.va.camcom.it.

Imprese straniere – Anche tra gli imprenditori si registra una significativa crescita degli stranieri (da 3.800 nel 2005 a  5.200 nel 2008, per un totale del 36 per cento in più). Pure in questo caso la graduatoria è guidata dagli albanesi (800) mentre subito dopo troviamo i marocchini (circa 600), i rumeni (500), gli svizzeri (poco meno di 500) e i cinesi (350). Il settore che vede impiegato il maggior numero di addetti stranieri è quello delle Costruzioni, nel quale raggiungono il 27 per cento del totale tra i dipendenti e il 15 per cento tra gli imprenditori. Il Commercio è invece il settore con la minore quota di dipendenti stranieri (5,5%).

Frontalieri "al contrario" – A fronte dei circa 19.300 frontalieri varesini impiegati nel Canton Ticino, vi sono quindi circa 1.500 tra lavoratori e imprenditori di nazionalità svizzera che operano nella nostra provincia. 

Tipo di lavoro e nazionalità – Interessante è inoltre l’analisi che incrocia nazionalità e settore d’impiego dei dipendenti dalla quale emerge chiaramente l’esistenza di un mercato del lavoro segmentato: gli albanesi sono occupati prevalentemente nelle costruzioni (per il 47,7 per cento) insieme a tunisini ed egiziani (rispettivamente 39 per cento e 48,5 per cento), i cinesi si polarizzano tra Alberghi e Ristoranti (41 per cento) e Tessile (24,2 per cento), mentre gli africani (ghanesi 33,3 per cento e senegalesi 23,7 per cento) e gli asiatici (pakistani per il 27,6 per cento e indiani 18,2 per cento) si concentrano prevalentemente nella meccanica. Infine i sudamericani sono maggiormente presenti nei servizi alle famiglie e nella sanità privata (Perù 25,6 per cento, Ecuador 15,9 per cento, Colombia 19,7 per cento).

 
Giovani lavoratori – Le analisi per età e per genere rivelano invece che la maggior parte dei dipendenti si concentra nella fascia 35-54 anni (50,7%) e 25-34 anni (33,9%) mentre le straniere sono il 30,1% del totale contro il 69,1% dei maschi.
 
Il boom nel Luinese – Considerando infine le otto aree di riferimento dei Centri per l’Impiego, quella con la più elevata quota di lavoratori stranieri è Luino, soprattutto sul versante dei dipendenti, dove rappresentano il 16% circa del totale. In quest’area a ridosso del confine svizzero la differenza rispetto al resto della provincia è determinata soprattutto dalla maggior quota di persone provenienti da altri paesi UE e dalla Romania, questi ultimi prevalentemente occupati nel settore delle Costruzioni. Viceversa, l’area “con meno stranieri” è quella di Tradate l’8,7% sul totale dei dipendenti.

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Pubblicato il 19 Novembre 2009
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