Minorenne costretta a lavorare in casa, denunciati i genitori
La giovane quattordicenne è stata costretta ad abbandonare gli studi per eseguire i lavori domestici a casa: è stata affidata ad una struttura di accoglienza
L’unica figlia femmina costretta a lasciare la scuola per fare i lavori domestici. La polizia di Gallarate ha denunciato per maltrattamenti in famiglia ed inosservanza dell’obbligo di istruzione due coniugi pakistani. La vicenda è stata ricostruita dagli uomini del commissariato gallaratese: già a dicembre 2008 la quattordicenne che vive a Gallarate con la famiglia composta da sette persone aveva smesso di frequentare la scuola secondaria inferiore. L’inosservanza dell’obbligo di istruzione aveva già allora allarmato i servizi sociali del Comune, che avevano interpellato i genitori della ragazza apprendendo che l’abbandono della scuola era dovuto all’imminente ritorno in Pakistan. La situazione è tornata all’attenzione dei servizi sociali a seguito di una segnalazione, secondo la quale la minore in realtà era stata costretta dai familiari a lasciare gli studi per dedicarsi esclusivamente ai lavori domestici in quanto unica figlia femmina, e quindi viveva reclusa tra le mura di casa in condizioni assimilabili alla servitù: a questo punto è scattato un intervento congiunto del commissariato di Gallarate e degli assistenti sociali del Comune, che ieri mattina (9 novembre) sono entrati nella casa della famiglia pakistana verificando che effettivamente la ragazza si trovava nell’appartamento e che quindi non era affatto tornata nel paese di origine. Inoltre, il racconto della ragazzina, una volta tranquillizzata ed accompagnata negli uffici del commissariato ha confermato la fondatezza della segnalazione: la minore era effettivamente stata costretta ad abbandonare gli studi per provvedere ai lavori domestici e alle necessità di tutti i familiari; non poteva lasciare la casa se non in compagnia della madre e solo per fare la spesa, veniva offesa e percossa per ogni minima mancanza nell’esecuzione dei lavori di casa e le era stato imposto di non rivelare a nessuno le sue reali condizioni. La minore, sentita la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Milano, è stata affidata ad una struttura di accoglienza, mentre nei confronti dei familiari si sta procedendo con una denuncia per maltrattamenti in famiglia.
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