Polveri sottili, l’ombra invisibile che rovina l’aria
Già in autunno schizzano alle stelle i valori del Pm10 registrate dalle centraline Arpa: nelle città in media un giorno ogni tre oltre i limiti
Arriva il freddo e torna l’inquinamento nelle città. I dati della qualità dell’aria di ottobre non sono incoraggianti: nonostante le temperature non siano ancora particolarmente rigide, in tutte le città della provincia si registrano superamenti dei limiti previsti dalla legge. Un’emergenza che non è emergenza, ma realtà consolidata: bastano un po’ di caldaie a gasolio accese, una settimana di tempo freddo e secco e i valori delle polveri sottili Pm10, già poco confortanti nei mesi caldi, superano immediatamente i limiti.
Gallarate conquista come in diverse altre occasioni la palma di centro più inquinato della provincia per quanto riguarda le polveri sottili: ben undici giorni oltre il limite di 50 microgrammi per metro cubo, su trentun giorni di ottobre. Il 29 del mese scorso si è superata addirittura il doppio della soglia d’allarme. Non va molto meglio a Busto Arsizio e Saronno, dove le centraline di rilevazione (rispettivamente vicino ad Accam e accanto al santuario) registrano in emtrambi i casi otto giorni oltre i limiti; anche qui il bel tempo e l’assenza di vento fanno sì che il 29 ottobre le polveri sottili superino quota 100 (per la precisione 110 µg/m3 a Busto, 101 a Saronno). A Ferno sono nove i giorni oltre quota 50, oltre la metà dei quali nell’ultima settimana del mese. Si salva, parzialmente, solo Varese: la centralina di via Copelli ha visto sei giorni di superamento, mentre quella della Vidoletti indica solo aria pulita, il Pm10 è sempre sotto il livello massimo indicato dalla legge.
Dati allarmanti: perché i giorni oltre la soglia, secondo la normativa, non dovrebbero superare i 35 l’anno. Tanto per fare un esempio: nel 2009 Busto Arsizio ha “esaurito” i giorni di tolleranza il 27 febbraio, dopo nemmeno due mesi d’inverno. Ma già dall’autunno si affaccia l’emergenza inquinamento: responsabili delle emissioni di Pm10 sono le caldaie a gasolio degli impianti di riscaldamento, ma anche e soprattutto il traffico veicolare, tant’è vero che non è raro che si registrino più giorni oltre i limiti anche nei mesi caldi come maggio o settembre. Una situazione che minaccia la salute di tutti, provocando non solo con malattie gravi, ma anche con patologie croniche che incidono sulla qualità di vita. Di certo a risolvere “l’emergenza” non bastano solo i richiami dell’Unione Europea né le miti politiche ambientali messe in campo in questi anni di fronte al ripetersi dei mesi avvelenati dell’inverno padano, dal divieto di circolazione per i veicoli cosiddetti inquinanti al blocco del traffico domenicale, agli incentivi per l’eliminazione delle caldaie a gasolio e per la costruzione d’impianti di teleriscaldamento. Mentre le soluzioni per ridurre il traffico – dall’istituzione dei mobility manager alla promozione della mobilità sostenibile e del trasporto pubblico – rimangono spesso al palo o sono limitati ad una logica locale, a piccoli progetti a livello comunale.
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