Preghiera islamica al PalAmico per la festa del sacrificio
La comunità islamica di Sesto Calende si è ritrovata a Castelletto. Uomini e donne musulmani provenienti da vari comuni del Basso Verbano
È stata celebrata oggi, 27 novembre, presso il PalAmico di Castelletto Ticino, la festa islamica del Eid al-Adha o “del sacrificio”, dalla comunità islamica di Sesto Calende, composta da stranieri e cittadini italiani. Insieme ai sestesi, che rappresentavano circa il 70% dei 350-400 presenti, uomini e donne musulmani provenienti da vari comuni del Basso Verbano.
Verso le 9 del mattino il parcheggio del palazzetto era pieno. All’ingresso “maschile”, gli uomini si toglievano le scarpe prima di accedere al campo di basket, nel quale era allestito il luogo di preghiera. Qualcuno arrivava in abiti tradizionali e capo coperto, ma molti erano vestiti con jeans e giubbotti. C’era anche chi si era portato un tappeto arrotolato per pregare. All’interno venivano accolti con saluti e abbracci dai presenti, e andavano a disporsi in file ordinate rivolte verso la Mecca. Dalla parte “femminile” invece, le donne, in abiti colorati e velate, sedevano su un telo a terra o su sedie mentre attorno a loro giocavano gruppi di ragazzini.
La preghiera è iniziata attorno alle 9.30, alla presenza di due Imam, Mamadou Sylla e Mohamed Suaid. Al termine della preghiera rituale in arabo, l’Imam Sylla ha parlato in italiano del significato spirituale della festa, di perdono e tolleranza. Ha ricordato poi ai presenti la necessità di aiutare i bisognosi.
Al termine, Sylla, che a Sesto è presidente dell’associazione islamica e coordinatore di quella senegalese, ha spiegato alla stampa:“Oggi ricordiamo l’episodio in cui Dio salvò Ismaele (Isacco per i cristiani, n.d.r.), il figlio di Abramo, dal sacrificio e lo fece sostituire con una pecora. Dopo la preghiera, la festa dovrebbe continuare appunto con un sacrificio rituale. Nei nostri paesi di origine questo avviene in pubblico, ma qui in Italia non è consentito. Perché sia legale bisogna rivolgersi a una macelleria e lasciare a loro questo compito”. La giornata dell’Eid al-Adha continua con un pranzo tra amici e familiari, quindi con le visite: “nei nostri paesi d’origine si usa uscire nelle vie e fermarsi da vicini e conoscenti”.
Sylla ha rilasciato anche un commento sulla situazione sestese: “Le paure che vengono alimentate non hanno una base di verità. In questi anni di convivenza non è mai successo niente e mai succederà niente. La paura è un sentimento naturale, ma usarla come un muro e farla diventare quindi una chiusura verso di noi non è ragionevole”.
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