“Quarantotto ore di agonia per l’anziano massacrato in casa”

Accadde nel maggio scorso in un appartamento di via Monte Grappa. Secondo l'accusa fu il figlio a picchiare il padre causandogli lesioni fatali. L'avvocato: "Il mio assistito nega tutto: non è stato lui"

Particolari strazianti giungono, a distanza di mesi dal dramma, dall’autopsia eseguita sul corpo di Paolo Castiglioni, l’uomo ucciso nel maggio scorso a Sacconago. Il 74enne pensionato fu picchiato a morte, come dimostrerebbero i segni lasciai da colpi alla testa che avrebbero causato una fatale emorragia cerebrale, ma anche costole spezzate e la rottura di un rene. Non solo: sarebbe rimasto agonizzante in casa per 48 ore, semiincosciente, prima che la morte lo liberasse dalle sue sofferenze. Questo il risultato della perizia medico-legale eseguita dalla dottoressa Maria Luisa Pennuto su mandato del pm Massimo Baraldo, titolare dell’indagine. Si aggrava quindi la posizione dell’unico indagato, il 41enne Stefano, figlio della vittima, fermato alcuni giorno dopo il fatto.

– I tempi del dramma
L’anziano sarebbe stato aggredito giovedì 14 maggio per spegnersi sabato 16.  Domenica 17 maggio scorso, il giorno dopo il decesso, il corpo del pensionato era stato scoperto in casa dopo che i vicini preoccupati avevano chiamto proprio lui. Fu quindi Stefano a dare l’allarme al 118, per poi essere fermato quattro giorni dopo. La notizia, manco a dirlo, colse di sorpresa una Sacconago tranquilla in una domenica di primavera.

– Un possibile movente: i soldi
Secondo le risultanze della perizia, insomma, si rafforza la tesi secondo cui Paolo Castiglioni sarebbe stato massacrato di botte dal figlio, disoccupato e preso dal timore che il padre se ne andasse in Costa d’Avorio con la ragazza, come sembra avesse intenzione di fare, lasciandolo alle prese con i suoi problemi e senza risorse. Le relazioni fra i due ultimamente erano pessime. Secondo gli inquirenti il movente è proprio di tipo economico, e Stefano Castiglioni avrebbe temuto di veder finire in mano alla ragazza africana l’eredità. Pochi giorni prima, costretto dal figlio, l’anziano aveva dovuto sporgere denuncia alle forze dell’ordine contro la ragazza ivoriana, "altrimenti lui mi picchia" disse. Alla giovane africana Paolo Castiglioni, vedovo, solo e desideroso di un po’ di compagnia, faceva preziosi regali. Il figlio, di fronte a questa situazione, non ci ha visto più dalla rabbia.

– Il figlio: "Non sono stato io"
Stamane è andato in carcere a trovare Stefano Castiglioni il suo avvocato, Davide Toscani, che lo ha trovato provato ma più deciso che mai a ribadire i suoi proclami di innocenza, come già davanti al gip. «L’uomo è stato picchiato il giovedì ed è morto il sabato. Forse è azzardato parlare di un’agonia di due giorni, non sappiamo cosa sia successo d’altro in quel tempo» argomenta il legale. «Il mio assistito continua a sostenere di aver visto il padre il sabato, e di averlo trovato in buone condizioni, di non averlo affatto picchiato, e che bisogna indagare in altre direzioni». Per esempio fra i conoscenti della ragazza, come aveva già tentato di fare. Ma il magistrato non gli ha creduto. Nonostante i ricorsi già presentati (e respinti dal Riesame), l’uomo resta in carcere.

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Pubblicato il 11 Novembre 2009
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