Signor sindaco, lasci in pace quella bandiera

Il sindaco fa mettere la bandiera con le dodici stelle a mezz'asta, ma con la faccenda dei crocefissi a scuola l'Unione Europea non c'entra niente

A Busto Arsizio, da Palazzo Gilardoni pende a mezz’asta la bandiera dell’Unione Europea. Tutto in nome delle famose radici giudaico-cristiane, una delle tante idee-forza, figlie dei loro tempi, che controllando il linguaggio controllano il pensiero.
Peccato però che Bruxelles, stavolta, almeno stavolta, non c’entri un bel niente. La Corte europea dei diritti dell’uomo, infatti, non fa riferimento all’Unione Europea, tant’è che fra i giudici che hanno emesso la sentenza figuravano, ad esempio, un serbo e un turco. Non va confusa con la Corte di giustizia europea, che è ben diversa istituzione.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha sede a Strasburgo; è stata fondata in implementazione della Convenzione Europea per il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, testo curato dal Consiglio d’Europa. Quest’ultimo è nato nel 1949, prima, quindi, della nascita della futura UE dai primi trattati economici su carbone e acciaio degli anni Cinquanta.
E, per chi non avesse inteso, la Commissione europea, organo fondamentale di governo della UE, ha rimarcato la sua piena indipendenza dalla decisione della Corte.

Quindi, signor sindaco, ritiri su quella bandiera, per favore. Anche perchè quelli che in quel simbolo e negli ideali di pace portati avanti dai vari Schumann, Adenauer, De Gasperi, ci credono – e sono ancora tanti, nonostante tutto – potrebbero ricordarle tutte le volte in cui avrebbe dovuto essere non la bandiera europea, ma il nostro amato tricolore a dover essere non solo posto a mezz’asta, ma anche abbrunato a lutto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Novembre 2009
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