Un commissario sotto la pioggia battente
E' uscito il nuovo libro di Massimo Cassani, protagonista il commissario Sandro Micuzzi, già protagonista di "Sottotraccia": un personaggio azzeccato che meriterebbe l’attenzione di un regista televisivo
Lo scorso anno, presentando la sua opera prima come autore di “gialli”, Massimo Cassani promise di riproporci una nuova fatica di Sandro Micuzzi, il credibilissimo commissario protagonista appunto della difficile indagine raccontata dallo scrittore di Cittiglio in “Sottotraccia”. E’ stato di parola: da alcuni giorni è in libreria “Pioggia battente”, 384 pagine , 17 euro, collana “Questo e altri mondi” di Sironi Editore.
E a proposito dell’edizione c’è subito da dire che è molto curata: dimensioni davvero “comode” e qualità di copertina, carta, caratteri tipografici ne fanno un libro degno della libreria di famiglia. Insomma questo Micuzzi è un commissario proprio da conservare e seguire nel suo percorso. Cassani gli ha dato una notevole dignità letteraria, SIroni con un abito editoriale elegante e pratico, davvero inconsueto per il genere, sollecita notevolmente l’attenzione di tutti, in particolare di chi apprezza i libri, oltre per il loro contenuto, anche per il gradevole “vestito” che li rende amici già al primo contatto.
Se ci sono trame che non devono essere anticipate sono quelle dei “gialli” e dei “noir” e noi rispetteremo la regola lasciando così ai lettori, tutti appassionati e pure bravi solutori degli enigmi, il piacere di seguire passo dopo passo la vicenda e i problemi che attendono al varco un Micuzzi che soffre, ma non vuole deludere. Sullo sfondo di una Milano flagellata dalla pioggia la scena inizialmente offre ambienti e attori che in qualche misura appartengono alla quotidianità non solo lombarda, poi lo svolgersi della trama riserva colpi di scena che hanno il pregio dell’originalità e che sembrano avviare alla catastrofe professionale l’antieroe Micuzzi. Non sarà ovviamente così, ma i problemi non lasceranno mai il commissario che nella sua normalità di vita e di lavoro spesso va incontro a situazioni che sembrano destinate al crack; saranno però l’ intelligenza e il fiuto non comuni a prevalere, senza squilli di tromba né trionfalismi, con una razionalità in forte contrasto con le apparenze che Micuzzi con i suoi comportamenti semina per tutto il racconto.
Un personaggio davvero azzeccato che meriterebbe l’attenzione di un regista televisivo capace anche di ricreare ambienti e atmosfere milanesi. Come magistralmente ha fatto Massimo Cassani.
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