Il libro del 2009 scelto dai lettori

Una serie di testi letti e segnalati

L'eleganza del riccioTitolo: "L’eleganza del Riccio"
Autrice: Mauriel Barbery
Ed.: e/o
Consigliato da Laura Regomaschi

Il libro è la storia di due donne, una anziana e una ragazzina che per motivi diversi hanno lo stesso atteggiamento nei confronti della vita. Danno a chi le guarda cio’ che gli altri vogliono vedere, ma coltivano se stesse in un mondo tutto loro e sono ben diverse da come gli altri le vedono.
Reneé è la portinia di uno stabile abitato da facoltose famiglie parigine ed è lo streotipo della donna sciatta di mezza eta’, all’apparenza rude e ignorante, la realtà è ben diversa…è una donna colta e piena di interessi in particolare ama leggere e la cultura giapponese, l’esatto opposto di cio’ che gli altri vedono e che lei da’ a vedere.
Paloma è la figlia di un ministro ed è in lotta con la sua famiglia che lei considera superficiale e stupida, con il loro modo di concepire la vita che non coincide con il suo, anche se per i suoi genitori lei è solo una ragazzina strana.
Reneé e Paloma si incontreranno e capiranno di avere molte cose in comune, nascera’ l’amicizia anche grazie a un nuovo inquilino del palazzo, Kakuro un signore giapponese, e grazie a questa amicizia capiranno entrambe molte cose.
Il libro è bello, ben scritto, con una vena di ironia sottile e agrodolce e i capitoli a volte narrati da Reneé a volte da Paloma sono la vera forza del libro, due modi di raccontare le vicende del palazzo in cui le due donne vivono.
Libro consigliato davvero.

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La notte che PinelliTitolo: La notte che Pinelli
Autore: Adriano Sofri
Ed.: Sellerio
Consigliato da Michele Fortunato

Il libro di Sofri ricostruisce i fatti che hanno portato alla morte dell’anarchico Pinelli il 17 dicembre 1969 ; lo stile è quasi da Poirot, Sofri scarta via via le ipotesi di suicidio e di malore come non verosimili per giungere alla prima conclusione : Pinelli "non può non essere stato assassinato"
quindi il conseguente corollario è che il Commissario Calabresi non poteva non essere presente all’atto della morte e che i suoi colleghi lo hanno coperto, tutti, donde per cui Calabresi, nonostante tutto, rimane il più indiziato della morte di Pinelli.
seguendo tale ragionamento l’Autore difende i firmatari dell’appello che denunciavano pressioni per far passare il Commissario come innocente e se i toni usati all’epoca da Lotta Continua sono da considerarsi (oggi) esecrabili, di fatto nella sostanza erano giustificati dalle circostanze ( e cioè che Calabresi era colpevole)
in sintesi il libro da indagine diventa progressivamente, nel suo dipanarsi, da un indagine su un delitto ( irrisolto ?) ad un atto di autodifesa, sia personale che collettiva e l’autocritica è confinata ai modi e non ai contenuti delle polemiche e la morte di Calabresi appare come un incidente di percorso, forse ispirato o guidato da un "grande vecchio" che aveva interesse a far passare le istanze dei riformisti-rivoluzionari-innovatori-profeti di Lotta Continua come terroristi.
L’indagine di Sofri appare però molto lacunosa : il rapporto tra anarchici ed estrema destra è volutamente evitato, ed i rapporti tra Pinelli e Valpreda sono a malapena accennati. Non viene fatta alcuna menzione, poi, del tassista Rolandi, il tassista con la tessera del Pci, che anche in fin di vita affermò di aver portato Valpreda in Piazza Fontana, testimonianza poi invalidata per motivi formali.
Il libro pur con i suoi evidenti limiti sa ferire però il lettore e riportarlo alle polemiche ed ai dolori di allora e le lacune ci aiutano a rivivere ill clima dei primi anni 70, contorti, caotici e spesso molto violenti ma anche pieni di attesa di cambiamento.
L’intenzione di Sofri non è quella di riappacificare, risistemare o chiudere le polemiche di allora ma è quella di continuare a leggere il passato, guardarlo vagliarlo non con il bilancino da farmacista ma con il grande cuore da appassionato che altro non desidera se non trovare continuamente la verità e noi possiamo accettare o scartare le tesi proposte ma non possiamo rimanere indifferenti ed anche noi siamo chiamati allo stesso lavoro, quello di vagliare il passato e guardare avanti.

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Pubblicato il 30 Dicembre 2009
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