Il paradiso del fondo? E’ dietro casa e non passa mai di moda
Aperta dal 26 dicembre, la piccola pista di fondo è il regno degli sportivi "senza impegno" e batte anche località sciistiche ben più blasonate, come l'altipiano di Asiago. Il tutto grazie alla passione per gli sci stretti e tanti volontari
Brinzio batte altopiano di Asiago 1 a 0: i cinque chilometri e rotti (più precisamente 5,3) della pista di fondo del paesino ai bordi di Varese è perfettamente praticabile dal giorno di Santo Stefano, mentre nel tempio dello sci di fondo italiano la pista è per la maggior parte ancora d’erba.
Per questo in un normale martedì postnatalizio i varesini prendono armi e bagagli (in questo caso, sci e scarponcini) e approfittano della caratteristica geografica che rende il paese di Brinzio – 700 anime alle porte di Varese, sulla strada che porta verso il nord della provincia – un paese ben noto agli sportivi della neve per fare un po’ di sport dopo le abbuffate. «Siamo in una situazione particolare, in effetti, l’altitudine qui è di 500 metri ma è come se fossimo a 1200 – spiega il direttore della pista Giuseppe Gazzotti – E qui, quando la neve scende, poi ci resta a lungo».
Quella che si vede infatti è neve vera, non artificiale, depositata in una conca che ha dimensioni e pendenze perfette sia per i principianti assoluti che per chi vuol fare un po’ di allenamento del suo sport preferito. E ad accogliere gli sciatori di ogni livello ed età ci sono i volontari del Centro Fondo di Brinzio, nato dalla collaborazione tra la Pro Loco locale e il club di Sci Nordico di Varese. Tutti i giorni fino a quando cala il sole e tutti i mercoledì sera dalle 18.30 alle 21.30, volontari e maestri di sci sono a disposizione, con una tazza di tè caldo, per gli sciatori. La pista è da sempre gratuita e aperta anche quando non è custodita: «Non mancano quelli che vengono alle sette di mattina, per una sciata prima di andare a lavorare, o alla sera, con tanto di pile per la testa» racconta Mauro Piccinelli, volontario e consigliere del centro. La piccola Brinzio, infatti, è perfetta per allenamenti o tentativi “senza impegno”. E anche per le famiglie, che qui possono affrontare lo sci in maniera più economica e meno impegnativa anche in termini di tempo.
«Ma lo sa che Campra (stazione sciistica svizzera specializzata nello sci di fondo, ndr) se ne accorge, quando qui c’è neve? Loro che sono così grandi subiscono la nostra piccola concorrenza. Del resto, per chi arriva da Milano, dal Varesotto e anche dalla vicina Svizzera, noi siamo comodi – spiega Alberto Zuffi, uno dei volontari, presidente del centro fino a due anni fa (ora è Alberto Ponzi) e autodefinitosi “ex fondista”visto che per ragioni di salute non pratica più così tanto – E poi c’è questa storia della neve: a volte ci telefonano dalla Valsassina o da Cogne e non ci possono credere che qui la pista sia praticabile…»
Tanto praticabile che qui il sabato c’è la coda, anche grazie alla gentilezza e buona volontà dei volontari: «Diciamo che qui si capisce che si fanno le cose per passione, e non per lavoro».
Lo dicono anche le iniziative che il Centro mette in piedi ogni anno: la prima delle quali è anche quella di maggior successo, la Befana del Fondista. Il 5 gennaio alle otto di sera infatti, a Brinzio la befana arriva su una slitta trainata da cani e preceduta da una fiaccolata, distribuisce doni a tutti i bambini e offre vin brulè e panettone a tutti, prima di essere messa al rogo: una di quelle vecchie tradizioni invernali che hanno visto più di mille persone l’anno scorso e 400 bambini destinatari dei doni.
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