Quattro scosse devastanti, migliaia sotto le macerie ad Haiti
Apprensione per un missionario e per l'ex parroco di Tradate: almeno loro, però, sono risultati sani e salvi. I due, ad Haiti per seguire alcuni progetti umanitari, vivono però lontano dalle zone colpite
Devastata da quattro scosse tremende – la prima, più forte, di 7,0-7,3 gradi Richter – nel pomeriggio di ieri (poco prima della mezzanotte italiana), la capitale di Haiti Port-Au-Prince, due milioni di abitanti, si è trasformata in un attimo in una distesa di rovine, un’enorme nube grigia di polvere con migliaia di persone inghiottite sotto le macerie.
Con il calare della notte, mentre i soccorritori hanno cominciato a reagire in ordine sparso, la città è diventata una macchia di oscurità totale, popolata di spettri accasciati sulle strade senza sapere dove andare.
L’ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km. a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta. Sono venuti giù come cartapesta ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso, edifici per uomini d’affari, grandi magazzini. Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell’Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini – 7.000 militari e 2.000 poliziotti – è stato quasi raso al suolo.
Qualche apprensione anche Tradate per il missionario don Giuseppe Noli e per l’ex parroco Don Mauro Brescianini, che si trovano ad Haiti per seguire alcuni progetti di sostentamento alla popolazione. I due abitavano però in zone lontane dall’epicentro che non sono state colpite dal terremoto, i parenti stanno cercando di mettersi in contatto con loro. Fortunatamente in giornata è stato possibile ricontattarli e almeno loro sono rsni e salvi, in una tragedia immane che ha reclamato la vita persino dell’arcivescovo della capitale, sepolto dal crollo della cattedrale. Secondo le voci più allarmistiche, probabilmente esagerate senza che ciò nulla tolga all’estrema gravità della catastrofe, la conta finale dei morti potrebbe arrivare fino ai centomila.
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