Sono un infermiere, e voglio partire per Haiti

“Salve, sono un infermiere di Prato vorrei sapere se posso partire per Haiti”.
“Ciao, ho letto l’articolo….io sono un infermiere e lavoro al 118 della mia
città….credo potrei essere utile li….”
“Sono un Infermiere Professionale di Venezia e lavoro in UO di Pronto Soccorso (ho circa 12 anni di servizio ), volevo chiedere delucidazioni riguardanti la possibilita’ di far parte alle misioni umanitarie per il sisma di Haiti”.
“Lavoro come medico a Roma: Potrebbe aiutarmi per sapere come fare per contattare in altro modo la CRI o altre organizzazioni in partenza per Haiti?”.
Questi sono solo alcuni dei brani copiati e incollati dalle mail arrivate in redazione in queste ore dopo l’articolo pubblicato lo scorso 15 gennaio per informare del lavoro della Croce Rossa Italiana che sta coordinando i soccorso per Haiti. Venezia, Prato, Milano, Roma, Napoli e così via: tutti infermieri o medici che vogliono dare una mano.
Una notizia di cui potremmo anche fare a meno, dopo la prova data dal nostro personale sanitario che si è mosso con rapidità verso l’Abruzzo, nell’aprile scorso. Ma la notizia, in questo caso scritta con un collage di mail dei lettori, ci sta tutta, poiché Haiti non è dietro l’angolo, non è a tre, sei o due ore di macchina, e quel paese spaventa per le immagini che vengono trasmesse. Disordini, violenze, morte: un inferno in terra.
In quanti partiranno? Chi lo sa, o meglio, un bilancio della cooperazione potrà anche arrivare a breve, ma questa volta in numeri non importano: basta registrare la voglia di aiutare chi ha bisogno dimostrata dai nostri lettori, vicini e lontani.