Vandali al centro sociale di Sant’Anna, il quartiere chiede sicurezza

La struttura è sede di diverse associazioni ma da anni è oggetto di raid teppistici. L'ultimo venerdì scorso. Ora la gente del quartiere chiede le telecamere

vandalismi a busto arsizioNon c’è pace per il centro sociale di Sant’Anna, quartiere di Busto Arsizio, al centro da anni di episodi di vandalismo. Il luogo di aggregazione, nonostante gli sforzi di alcune associazioni che ancora lo utilizzano, è al centro di veri e propri raid da parte di una banda di teppisti che si ritrova nei pressi della struttura e che, regolarmente, ne approfitta per scaricare incomprensibili frustrazioni contro una struttura nata proprio per dare la possibilità ai giovani del quartiere di avere uno spazio. A denunciare l’ultima azione dei vandali, avvenuta venerdì scorso, è Franco Cascio, rappresentante del comitato di quartiere: «Hanno spaccato un vetro e forzato una serratura per entrare – racconta ormai rassegnato di fronte all’ultimo scempio – sono riusciti ad entrare e hanno svuotato il frigorifero del gruppo Cb (radioamatori) Enrico Dell’Acqua. Hanno bevuto tutte le birre e poi hanno spaccato le bottiglie di vetro».

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Questo episodio è solo l’ultimo di una serie che vede al centro delle attenzioni di queste persone proprio il centro di aggregazione: «In passato sono entrati per fare scritte inneggianti alla droga sui muri – racconta un altro volontario di un’associazione – i vetri sono stati cambiati decine di volte e anche le reti messe a protezione sono state rotte. L’inciviltà e il degrado non conoscono limiti». C’è molta rabbia da parte di chi il centro lo usa per scopi nobilissimi e che in passato hanno salvato anche molti giovani come nel caso dell’associazione "Iniziativa antidroga SS Apostoli" che da 15 anni aiuta i ragazzi con problemi di dipendenza ad uscirne: «In questi anni abbiamo aiutato almeno 300 ragazzi – racconta Giuseppe Giusti, dell’associazione antidroga – oggi sono rimasti in due o tre ad ammettere il problema. Tutti gli altri fingono di non averne».

La situazione di degrado sociale non è più quella degli anni ’80 o ’90, molte cose sono cambiate anche se resistono sacche di emarginazione sociale. Il problema principale è, ormai, la sicurezza: «Abbiamo letto che il comune ha acquistato nuove telecamere per controllare le zone meno sicure – dice Franco Cascio – ecco qui ne servirebbero un paio. Spero che l’assessore alla sicurezza, peronsa molto sensibile, capisca la situazione». Tra le associazioni si invoca anche un posto di Polizia nel quartiere o almeno un controllo maggiore da parte delle Forze dell’ordine. Intanto il quartiere si riunirà venerdì sera per discutere iniziative da prendere e giovedì sera un gruppo di cittadini si presenterà in consiglio comunale per chiedere più attenzione a questa zona.

Il centro di aggregazione di Sant’Anna, però, avrebbe bisogno di una vera e propria ristrutturazione: la dispersione di calore, gli infissi vecchi e rotti, i bagni guasti e il cemento che si sgretola dalle colonne portanti raccontano il lento degrado che la struttura sta subendo da 50 anni a questa parte. Costruito insieme all’intero quartiere nei primi anni ’60, non ha mai subito alcuna ristrutturazione e il rischio concreto che venga abbandonato anche dalle associazioni presenti e che ancora lo animano sancirebbero la definitiva sconfitta di un modello di edilizia che ha fatto il suo tempo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Gennaio 2010
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