Giganti e valvole: la Cimberio in visita allo sponsor

Una gita scolastica, ma di quelle interessanti: il clima in casa Pallacanestro Varese è stato più o meno quello in occasione della visita agli stabilimenti della Cimberio, l’azienda che da tre anni mette (sborsando fior di soldi) il proprio nome sulle maglie biancorosse in virtù di una passione lunga e calorosa. I pullmini con a bordo l’intera squadra accompagnata dallo staff tecnico (assenti giustificati il febbricitante Gergati e l’infortunato Mc Grath) ha raggiunto a metà mattina la sede dell’azienda a San Maurizio d’Opaglio, sul lago D’Orta, cuore di un distretto legato alla rubinetteria e alle valvole che non ha eguali nel mondo.
La visita è durata quasi tre ore: dopo l’accoglienza da parte del cavalier Renzo, Galanda e compagni sono stati accompagnati nei reparti da Roberto Cimberio, un vero e proprio "figlio d’arte" nel suo campo: è stato lui a illustrare macchinari e sistemi di lavorazione all’avanguardia (tra le particolarità, una copertura di pannelli fotovoltaici che assicura energia per il 30/40% del fabbisogno interno) che permettono a Cimberio di stare tra le tre aziende più importanti a livello planetario nel proprio campo e di produrre ogni giorno l’infinità di centomila valvole finite al giorno.
Un "tour" che i giocatori hanno dimostrato di apprezzare, anche perché non capita spesso l’occasione di sbirciare in aziende grandi e modernissime, dove lavorano quotidianamente coloro che alla domenica sono sugli spalti a fare il tifo. Non a caso operai e impiegati della Cimberio hanno fatto incetta di foto e autografi dei propri beniamini. «In tanti anni d’Italia mi era capitata una visita simile solo alla Scavolini, quando ho giocato a Pesaro» ammette Marko Tusek, che nel nostro campionato ha trascorso quasi tutta la carriera. «Per me invece è una novità assoluta» dice Jobey Thomas, tra i più curiosi tra macchinari e scaffali «ed è sicuramente una cosa interessante» conclude dopo una chiacchierata in inglese con Roberto Cimberio.

La "voce ufficiale" dei giocatori è naturalmente affidata a capitan Galanda: «Siamo rimasti colpiti nel vedere una realtà aziendale che sapevamo essere florida ma che ci ha stupito per la tecnologia e per la serenità nell’ambiente di lavoro. Io credo sia importante per tutti noi rendersi conto di quello che sta dietro al nome Cimberio, che da tre anni portiamo in giro per l’Italia».
Coach Pillastrini preferisce spostare l’obiettivo sul modo di lavorare: «Abbiamo imparato che le aziende di successo non nascono da sole, ma sono spinte da persone capaci e serie. Sono rimasto colpito dalla pulizia degli ambienti di lavoro, dalla precisione con cui si lavora e dall’orgoglio che ho letto in faccia ai dipendenti».
Il cavalier Renzo ha illustrato la visita ai giocatori ma poi si è intrattenuto a lungo con il general manager Cecco Vescovi (colloquio rimasto top secret…). Al termine però ha voluto accompagnare giocatori e tecnici a pranzo, promettendo di rimanere a fianco della squadra anche nella trasferta di domenica a Pesaro, in occasione dell’ultima gara stagionale. «Credo sia stata una giornata molto bella e positiva – ha spiegato alla fine – e sono contento di aver potuto mostrare l’azienda a tutti i giocatori: credo sia stato interessante anche per loro».
Tra i più divertiti senza dubbio Ron Slay che, partito sornione, ha dato il meglio quando è stato chiamato a posare tra le maestranze: occhiali neri, sorriso stampato, il pivot di Memphis si è appassionato di un robot innovativo (il brevetto Cimberio è stato rivenduto ad alcune grandi industrie dell’automotive, permettendo così di finanziare il rinnovamento tecnologico di alcuni reparti) e infine ha sfidato i "muletti" sollevando scatoloni pieni di valvole. Uno spot nello spot che ha divertito operai e compagni di squadra.