Fanno selle dall‘800: “Il nostro segreto? Ci piace”

La Selleria Gianetti è un’azienda di famiglia molto conosciuta nel mondo dell’equitazione. Hanno attraversato le crisi economiche adattandosi ai cambiamenti

Giuseppe Gianetti della Selleria GianettiCostruiscono selle da equitazione e il loro lavoro ha attraversato tre secoli. Più di 120 anni che si respirano nell’odore di cuoio che avvolge il capannone della Gianetti Selleria. Accade a Saronno dove la tradizione dell’omonima famiglia prosegue dal 1889, affrontando tutte le maggiori crisi economiche che si sono susseguite negli anni. Il segreto? Adattarsi e divertirsi.
Si tratta di un’impresa di artigiani che lavora tutto in cuoio, a mano, le cui opere sono richieste dai maggiori campioni italiani ed europei. Nel capannone di via Marazzi, nella zone industriale, c’è il laboratorio, ma anche lo spazio espositivo con attrezzature e abbigliamento da equitazione. «Di questo però facciamo solo rivendita, di diverse marche – spiega Giuseppe Gianetti che gestisce l’azienda con il fratello, la moglie e tre dipendenti -. Il laboratorio è quello che mi piace di più, dove mettiamo il cuore della nostra produzione, realizzando le selle esclusivamente a mano».

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Selleria da tre secoli 4 di 11

La ditta produce circa un centinaio di selle all’anno, quasi tutte su commissione. Tra i loro clienti c’è anche l’ex campione italiano di salto, Juan Carlos Garcia, oggi vice campione europeo. «Questo lavoro è stato tramandato di padre in figlio per generazioni – prosegue Giuseppe -. Io ho iniziato a 14 anni e sono fiero del percorso compiuto. La crisi sì, l’abbiamo sentita anche noi, soprattutto l’anno scorso, ma non più di tanto e non più di altre volte».
La Gianetti Selleria aveva iniziato nell’‘800 creando attrezzature in cuoio per carrozze. Negli anni il lavoro è cambiato e loro si sono adattati alle esigenze del mercato: «Allora si lavoravaSelleria Gianetti soprattutto con i contadini, oggi con gli sportivi, ci siamo semplicemente uniformati al mercato cercando di essere elastici nei cambiamenti».

«Il problema di questo tipo di lavoro – prosegue Giuseppe – è che non c’è nessuno che lo impari. I costi di produzione si abbattono, e noi per esempio abbiamo fatto fatica tre anni fa a trovare una persona che volesse imparare, fare gavetta in laboratorio. Mi piacerebbe che i miei figli andassero avanti con questa attività ma hanno preso altre strade. Il futuro si vedrà, noi intanto andiamo avanti bene. È un mestiere che per farlo deve piacere, mio nonno diceva sempre che il lavoro lo vedono tutti, il tempo no».
Giuseppe ha comunque una nota di nostalgia per il passato. «Quando avevamo il negozio in centro a Saronno – racconta -. Era piccolo ma il laboratorio era aperto a tutti, la gente entrava, usciva e poi in piazza si chiacchierava. Ma oggi non si potrebbe più tenere un negozio del genere. Anche in questo ci siamo dovuto adattare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Giugno 2010
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