Giovani pendolari crescono. E denunciano
Sono studentesse, frequentano le stazioni e non si rassegnano a ritardi, sporcizia e incuria. Ecco il racconto di Sara e Piera
A distanza di cinque minuti di treno si arriva alla stazione di Castronno. Subito si avverte una sensazione di familiarità: si possono, infatti, notare panni stesi al balcone, la cabina dei comandi quasi trasformata in serra, un piccolo orto e il via vai non solo di viaggiatori ma anche di amici della coppia che abita la stazione. Per questo motivo alla sala d’attesa è stata riservata solo una piccola stanza che non manca di posti a sedere ma è spesso sovraffollata.
Arrivati alla stazione di Varese immediatamente ci si accorge che l’atmosfera è radicalmente cambiata rispetto ai due paesini precedenti. Essendo uno snodo cittadino la frenesia e la freddezza sono la quotidianità, ma non è accettabile che in un luogo così affollato spesso, quando le biglietterie automatiche sono fuori uso, lo sportello aperto sia solo uno. Abbiamo notato la mancanza di panchine che potrebbero essere gradite da quei numerosi lavoratori che ogni giorno sono costretti a lunghe ore di viaggio e non possono neanche concedersi cinque minuti di relax nell’attesa del treno se non consumando al bar.
Sara Giovannelli
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Si sa, l’Italia non è particolarmente famosa per la qualità dei servizi pubblici offerti. Ma a tutto c’è un limite. Viaggiando in treno si incontrano molte persone, per questo il treno è un mezzo di trasporto "quasi simpatico".
Ma poi ci si scontra con il "sistema ferroviario": organizzazione, infrastrutture decadenti, scarsissima igiene, ritardi frequenti. La gente è stanca, si irrita e diventa nervosa, poco disponibile, facile alla scortesia. E di conseguenza si comporta peggio del solito, non rispettando le più banali norme del codice civile.
Il problema è che così si crea un circolo vizioso di scorrettezze che rendono isterici i passeggeri, frustrati i dipendenti di Trenitalia.
Spesso la gente butta cartacce, mozziconi di sigarette sui binari "ignorando " i cestini lì a fianco. E’ l’ultimo dei problemi? Dipende dai punti di vista: si potrebbe cominciare da lì, dal rispetto dei luoghi frequentati da tutti.
Piera Cattaneo
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