In centinaia in marcia sotto la luna

Partecipazione massiccia alla manifestazione contro la terza pista dell'aeroporto di Malpensa: tanti cittadini di Lonate, ma anche di Varese, Magenta e dei comuni piemontesi

Lonate Pozzolo in marcia contro la terza pista di MalpensaIl popolo di via Gaggio si rimette in marcia, una marcia determinata ma dolce, nel tepore di una sera d’estate, con la luna che fa capolino tra le nubi basse. Trecento, forse quattrocento le persone che hanno risposto al richiamo del comitato per una camminata serale attraverso il bosco, per far sentire ancora una volta la voce di chi non vuole la terza pista. «Perché cominciamo a dare fastidio e qualcuno ha iniziato a dire che diciamo menzogne» dice Walter Girardi, uno dei promotori del comitato Viva Via Gaggio. Quello che si mette in marcia è un popolo festoso, composito, fatto in gran parte di lonatesi, di famiglie intere e di bambini che si rincorrono lungo il serpentone che attraversa il bosco. Ma ci sono anche persone di Varese, di Gallarate, di Magenta e dell’alto milanese, di Arsago e Somma Lombardo, della sponda piemontese. Ci sono gli amministratori locali, quelli lonatesi, alcuni consiglieri comunali di Gallarate e Samarate. Ci sono i sindaci di Lonate Pozzolo Piergiulio Gelosa e di Nosate Carlo Miglio in fascia tricolore. Ma c’è anche il primo cittadino samaratese Leonardo Tarantino. «Non siamo a favore della terza pista in ogni caso, vogliamo solo capire meglio».
 
Ai sindaci è andato subito il ringraziamento di Roberto Vielmi, che sei mesi fa ha dato vita  a Viva Via Gaggio, un esperimento di mobilitazione e di raccolta delle forze sociali e politiche sul territorio. «Il nostro nemico peggiore è la rassegnazione, finché non vedremo le ruspe e il filo spinato avremo speranza» ha spiegato alla partenza della camminata, prima di mettersi in marcia con in spalla gli altoparlanti («primo contributo della parrocchia di Lonate»).  «Qualcuno – commenta – vuole ridurci a un gruppo che suona le chitarre, che difende solo il suo paese. E invece noi siamo un movimento politico, che fa richieste alla politica». Accanto passa un gruppetto di ragazzi di colore: «Qui veniamo ogni domenica, è vicino a casa» spiega Nyiang Bara, ventunenne del Senegal, in Italia da tre anni. Per gli operai stranieri non esistono i weekend all’estero con i low-cost.
 
La serata si è conclusa in piazza a Tornavento, dove Walter Girardi ha consegnato agli amministratori l’invito ad approvare una mozione a sostegno del progetto dell’ecomuseo presentato dal comitato. Non manca qualche preoccupazione, per le critiche ricevute nell’arco dell’ultima settimana: «C’è qualcuno che ci accusa di fare malainformazione. Ma gli stessi che criticano sono quelli che dicono che la terza pista coprirà una cava abbandonata: è questa la vera informazione?». E più di una persona ha considerato non casuale la serie di atti vandalici che domenica notte hanno colpito tre edicole votive nel bosco, adombrando l’ipotesi che servano a screditare il movimento. I danni li ha scoperti al mattino di lunedì Ambrogio Milani, che negli anni novanta, insieme a un pugno di altri volontari, ha riscoperto la memoria e le strade dell’area del Gaggio, rimaste inaccessibili per decenni a causa delle servitù militari. Oggi non ha intenzione di perderle per la terza pista ed è anche per questo che ogni giorno passa di qui a curare le canaline, a chiudere le buche, per fare vedere a tutti la bellezza del bosco del Gaggio. «Altro che quattro sterpaglie, come dicono quelli che vogliono la pista», commenta qualcuno.

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Pubblicato il 02 Giugno 2010
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