Laura Campiglio chiude in bellezza “Cocktail con l’autore”

L'autrice e giornalista ha presentato il suo secondo romanzo "Chi dà il nome agli uragani" nella serata conclusiva della manifestazione rganizzat da Boragno e Varesenews al Mia Beach

Buon successo di pubblico lunedì sera al Mia Beach di Busto Arsizio per l’ultimo appuntamento con "Cocktail con l’Autore". Laura Campiglio, giornalista e scrittrice, ha presentato il suo secondo romanzo, "Chi dà il nome agli uragani", un tuffo nel giallo e in una Parigi semi-mitica visto dalla turbinosa visuale di Linda Bastiglia, la protagonista dei suoi due (un terzo è "in cantiere") romanzi. Che con l’autrice ha parecchie cosette in comune, ma non proprio tutte.
Dalla serata emergevano spigolature da un romanzo che molti hanno definito "notturno", ma con tutta una serie di trovate brillanti, a partire dall’escamotage che lancia la protagonista lontano – sia pure per poco – dall’abbraccio soffocante della redazione dello storico quotidiano "La Fazione" per cui lavorava. Il tentativo di fare un salto di qualità verso un importantissimo settimanale si risolve nel lancio di un paio di costosi slip (rosa lampone, per la cronaca) addosso ad un direttore le cui voglie sono acuite dal potere, ma non supportate da charme e savoir faire. «Episodio non autobiografico» precisa quasi arrossendo l’autrice, dopo che, racconta, letto il passo "incriminato" più d’una collega l’ha contattata credendo in perfetta buona fede che avesse avuto a che fare con un certo personaggio del mondo giornalistico… Ma non era affatto così.
«In realtà, nel mio romanzo non ho "inventato" quasi nulla e nessuno» dice Campiglio. Più o meno tutti i personaggi, eccetto forse il commissario, il cui ruolo reale si disvela durante il giallo, erano modellati su persone realmente esistenti o intraviste e "lette" in un certo modo. Così monsieur Papelard ("carta straccia" in francese ndr), il tremendo giornalaio che sembra portare rispetto solo a Linda e commenta fra insulti e parolacce i titoli dei giornali che gli tocca vendere, rispecchia un vero giornalaio parigino, «che insulta la gente a seconda del giornale che compra: fascista a quello che compra i giornali di destra, figlio di papà a chi compra quello di sinistra… e c’è sempre la coda! Con me però era gentilissimo». E ci mancherebbe: s’è guadagnato un posto in un romanzo.
La Ville Lumiére, che Campiglio ben conosce per avervi vissuto, tratteggiata nel suo cuore più antico e oscuro, è lo scenario impareggiabile del romanzo, dove si intrecciano lotte sudentesche alla Sorbona e misteriosi e inquietanti delitti nel metrò, opera, si direbbe, di un ignoto serial killer. Anche qui, fatto vero: «Accadde nel 2002, e ci rimisero la vita in quattro prima che arrestassero uno schizofrenico che sentiva le voci». Schizofrenia, nel senso di personalità multipla, che tornerà in qualche modo come eco in un libro incentrato sui temi della fuga e del ripudio dell’identità e di un destino già scritto. Centrale il personaggio di Lotte Carli, la misteriosa e affascinante "Giovanna D’Arco" dei "rivoluzionari da salotto" della Sorbona. «Personaggio costruito, eppure l’ho "vista" davvero, in un bar di Honfleur in Normandia, nel 2004» assicura Campiglio. «Una ragazza completamente ubriaca che urlava cose molto di sinistra con lo stile di uno scaricatore di porto. Eppure erano tutti lì come ipnotizzati». Come ipnotizzata resta Linda nel suo viaggio che la porterà a scoprire qualche scomoda, e inattesa verità. Sul mondo, su Parigi, su se stessa. A rischio dei tacchi, prima, della pelle, poi. Perchè a chiamarsi Linda Bastiglia e trovarsi a Parigi, in fondo, ci vuole del coraggio.

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Laura Campiglio a Cocktail con l’Autore 4 di 10
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Pubblicato il 29 Giugno 2010
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