Passa il Pgt la giunta è salva tra fischi e proteste

Pd e Lega nord all'inizio disertano il consiglio comunale. Il Pd solleva un problema di legittimità della convocazione perché quella votazione era già stata fatta. La maggioranza non risponde alle domande sul conflitto di interessi

L’opposizione (Pd, Lega Nord e la lista "Malnate Viva") come un ariete ha cercato di sfondare il portone del centrodestra. Ed era ad un passo dal riuscirci. La maggioranza, con le truppe ridotte al minimo, ha resistito tenacemente, difendendo con successo la sua roccaforte contro ogni attacco e con ogni mezzo, compreso il silenzio. E così, l’ultimo tassello del Pgt del comune di Malnate, l’osservazione numero 22 presentata dal Pd (composta da 92 punti e già votata nel precedente consiglio comunale), è andato al suo posto. La giunta Damiani si è salvata per merito di un solo uomo che,  a seconda della visuale dello schieramento politico, puo’ essere visto come un eroe oppure come un traditore. Undici consiglieri contro dieci: garantire il quorum per legittimare il consiglio comunale puo’ essere anche una missione.

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L’INIZIO – La battaglia in consiglio è cominciata con la sola maggioranza schierata tra i banchi. Pd, Lega Nord e la lista "Malnate Viva" hanno disertato l’aula in attesa di intervenire sui punti per loro più interessanti, quelli che configuravano il conflitto d’interessi del sindaco, Sandro Damiani, e dei consiglieri Alessandro Damiani ed  Elia Azzalin (Pdl). 
Come in un teatro Eugenio Paganini e Olinto Manini del Pd entravano in scena, nel momento stabilito dal copione politico, e attaccavano. La strategia prevedeva una serie di domande tra cui le seguenti: se l’osservazione al Pgt  numero 22 è già stata votata nel precedente consiglio comunale, dove l’opposizione ha battuto la maggioranza, per quale motivo la maggioranza vuole rivotarla? E se ci sono persone in conflitto di interessi, perché non si applica il regolamento del consiglio che ne impone l’allontanamento? «Chiedo al segretario comunale che è il garante legale di questa assemblea – ha esordito Paganini – quale norma è stata violata al punto da annullare la precedente votazione e perché nell’ordine del giorno della convocazione non si è specificato il motivo per cui la si vuole annullare. Forse che nell’altro consiglio abbiamo scherzato? Il segretario comunale mi ha detto che non avrebbe cambiato idea sulla votazione della scorsa volta. Guardi che se non conferma ho la registrazione di quella conversazione». La segretaria comunale, all’apparenza piuttosto frastornata, ha confermato e risposto: «Ho consultato dei luminari e applicato la dottrina prevalente».


LA STAFFETTA DELL’OPPOSIZIONE – Paganini e Manini
, come una coppia consumata di attori, si sono scambiati la parte più volte, alternandosi negli interventi una volta da spalla, un’altra da protagonista. «Non faccio il pirla – ha detto l’ex sindaco di Malnate – ma tecnicamente cosa abbiamo votato stasera? Abbiamo votato la stessa cosa di martedì? Ma se è successa la stessa cosa, che ci facciamo qui? Noi domandiamo e voi non rispondete: è uno spregio al regolamento e al senso civico».

Il consiglio comunale è andato avanti in un clima surreale: gli attacchi dell’opposizione venivano rimbalzati dal silenzio della maggioranza. Azzalin, più volte chiamato in causa, per spiegare le proprie osservazioni al Pgt, non ha mai risposto, salvo poi uscire dall’aula alla fine del consiglio con la mano alzata, la V di vittoria e il sorriso sulle labbra. 


IL CORO
– Il pubblico, come in una tragedia greca, ha fatto il coro. Un po’ spazientito per la verità. Le urla «A casa … buffoni… vergognatevi» sovrastavano la campanella del presidente del consiglio comunale Antonio Sassi, che a sua volta veniva preso di mira con lo sfottò «Sassi sindaco» e da un applauso che è andato avanti per almeno un quarto d’ora. Il clima non si è placato nemmeno quando la maggioranza si è offerta, per voce del consigliere Mentasti, di votare contro le motivazioni del punto dell’osservazione controverso. «Voi volete arrivare in fondo e poi ci date lo zuccherino – ha risposto Paganini -. Ci dite che possiamo prendere palate di merda in faccia e dobbiamo stare zitti! Considero questo consiglio comunale illegittimo e il Pd attiverà le autorità giudiziarie». 


FINALE A SORPRESA – Il portone del castello della maggioranza, dunque, ha tenuto e i protagonisti della battaglia sono usciti tra le forche caudine del pubblico. E come alla fine di uno spettacolo, si sono ritrovati giù dal palcoscenico a parlare con franchezza, più da vecchi avversari che ricordano, piuttosto che da politici ancora in lotta. Damiani e Manini. Il sindaco e l’ex. Uno di fronte all’altro a cercare di spiegare perché, chi e che cosa. Un’altra ora di confronto. Fino al saluto finale, accompagnato da un desiderio che Manini ha affidato alle stelle: «Buonanotte Sandro, comunque, se posso io ti mando a casa». 
Regolamento permettendo.

(foto di Enzo Michieletto: da sinistra Olinto Manini e Sandro Damiani)

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Pubblicato il 19 Giugno 2010
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