Via Paal, il programma completo

Si apre la settimana del teatro per ragazzi: oltre ai laboratori, tanti spettacoli al Popolo, al Condominio, ma anche nelle strade della città e al MaGa

"Via Paal. Lo spettacolo dei bambini" V edizione, 16-19 giugno

Mercoledì 16 giugno – Ore 21.30

Anfiteatro esterno del MA*GA
 
Ribolle
Operetta per bolle di sapone senza parole
 
 
una creazione di Renzo Lovisolo e Michelangelo Ricci
con Simona Baldeschi, Maria Grazia Fiore, Maurizio Muzzi
musiche originali di Claudia Campolongo e di autori classici 
pianista Mirko Carosella
 
Ribolle è un viaggio tra e con bolle di sapone, bolle d’ogni forma e dimensione, da quelle giganti a quelle piccolissime, da quelle che nascono dalle semplici mani nude e da un soffio a quelle generate da complesse procedure o da attrezzature improbabili.
Un racconto visivo e musicale che trasporta chi vi assiste in un mondo dalla consistenza incerta, dalle forme instabili, ora geometriche, ora danzanti; bolle multiformi, dal carattere imprevedibile, a tratti addomesticabili e docili sino a momenti di incontenibile sfuggevolezza. Si entra così in un mondo di bolle dalle sembianze umane o di sogno, che nel loro volteggiare, fermarsi, resistere o sparire, raccontano episodi di vita reale e di favola, in un succedersi di quadri, pantomime e gags che mettono lo spettatore in una sorta di sospensione temporale, di incanto primordiale. Uno spettacolo che attraversa con le abilità dei suoi attori, sorprese magiche, immagini di rara bellezza, musica e poesia.
Ribolle si snoda in un racconto semplice e diretto, dove i tre attori inscenano con la mediazione delle loro bolle, lo svolgersi delle loro esperienze di vita, andando a toccare i momenti giocosi dell’infanzia, la competenza ed i virtuosismi dati dall’apprendimento scolastico, sino ad attraversare le crisi dell’età adulta e delle responsabilità per approdare infine, ad una rinnovata felicità fanciullesca. Lo spettacolo, costruisce la sua cifra stilistica e la sua originalità facendo proprie le tecniche della pantomima classica del teatro danza e dell’esibizione circense, sempre seguendo il gioco e la dimensione teatrale, dove le bolle, assolute protagoniste, nella loro fragilità e caducità si fanno oggetto d’incanto e di mediazione fantastica, portatrici solide del dispiegarsi della storia e del suo filo narrativo.
 
fascia di età per tutti
tecnica utilizzata mista (pantomima, teatro danza, bolle di sapone)
durata 70 minuti
 
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà al Teatro Condominio Vittorio Gassman
 
 
 
Giovedì 17 giugno
Ore 14.15 – TEATRO DEL POPOLO
 
Fontemaggiore – Teatro Stabile d’innovazione
 
Mammapapà
 
 
PRIMA NAZIONALE
 
testo elaborazione collettiva
con Stefano Cipiciani, Caterina Fiocchetti
musiche e arrangiamenti Giuseppe Barbaro
luci Pedro Pablo, Pulido Robles
scenografia Stefano Cipiciani
assistente alla regia Nicol Martini
regia Stefano Cipiciani
 
 
Cosa fanno i vostri genitori quando voi non ci siete, quando siete a scuola la mattina, o a danza, o in piscina?
Cosa sognano a letto la sera, cosa si dicono la mattina, mentre voi ancora dormite?
Perché litigano?
E soprattutto, sono sempre stati così? O sono stati anche loro bambini?
Chissà se lo ricordano ancora…
Due buffi Mammapapà vi condurranno nella loro strana casa e vi racconteranno una storia, la loro storia, la storia dei loro vizi e delle loro virtù, dei loro ricordi e dei loro sogni, dei loro balocchi e dei loro profumi…
 
fascia di età dai 4 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 50 minuti
 
 
 
 
 
Ore 15.30 – TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e Serra Teatro

Volare a tutti i costi, forse
 
di Stefano Bisulli e Nicoletta Fabbri
con Nicoletta Fabbri e Pier Paolo Paolizzi
musiche originali, editing audio Marco Mantovani
realizzazione costumi Grazia Divincenzo
foto di scena Federica Giorgetti

 

 
La collana Incontri da favola è dedicata alle favole d’autore e a tutti gli autori, i poeti, gli animali e gli uomini che hanno bisogno di scrivere e di ascoltare delle favole. La collana accoglie favole di oggi, da leggere e da guardare, per i bambini e gli adulti, insieme.
Fra queste ne abbiamo individuate tre, che hanno in comune il rapporto inscindibile fra il racconto per parole e il racconto per immagini, quasi che l’uno non esista senza l’altro.
Marco Campana, ne Il seme pensieroso, illustra con un filtro poetico un seme che, attraverso il dubbio, esprime la necessità dell’adesione totale al proprio percorso di vita. Ne La favola del pesce cambiato, Emma Dante e Gianluigi Toccafondo raccontano il mistero della nascita fra parole dipinte, pensieri sbilenchi, pesci e piscine deformati da curve, tinte e colori. Marco Baliani in Mary Sconta e la gallinella evasa (di prossima pubblicazione con le illustrazioni di Stefano Ricci), attinge alla realtà e la tradisce, immaginando l’incontro con una gallina scappata da una fabbrica inquietante dove si sente gridare giorno e notte.
Senza snaturarne la struttura, attraverso una ricerca formale sulle possibilità espressive della lettura e dell’illustrazione, in Volare a tutti i costi, forse le tre favole confluiscono idealmente in un unico racconto che si dipana lungo il filo della vita, dalla nascita all’età adulta. Dal furore e dalla grinta di un pesciolino che vuole farcela, a tutti i costi!, passando per una gallina che si trova di fronte alla scoperta della libertà, che vuol dire volare?, finoalle perle di saggezza di un seme pensieroso, forse.
Le illustrazioni che accompagnano i racconti, nello spettacolo vengono manipolate e proiettate in scena attraverso una modalità che consente all’attrice di interagire con la partitura visiva attraverso riprese live, in un allestimento dove i dispositivi audio e video sono parte integrante della scenografia.
Tra una fiaba e l’altra un singolare e buffo macchinista, nonostante la sua evidente inadeguatezza, riesce ogni volta a superare le difficoltà e portare a termine il riallestimento del set.
 
dai libri di Emma Dante, Gianluigi Toccafondo, Marco Baliani, Marco Campana della collana Incontri da favola (L’arboreto Edizioni)

fascia di età dai 7 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 50 minuti
Ore 17.00 – TEATRO NUOVO
 
Teatro Telaio
 
Abbaiare alle nuvole
 
regia Angelo Facchetti
drammaturgia Angelo Facchetti
con Andrea Baldassarri e Francesca Franzè
scenografia ideata da Angelo Facchetti, realizzata da Gabriele Zamboni, Marcello Marchetti e Avio Brancato
scenotecnica Gabriele Zamboni
costumi realizzati da Cecilia Pedretti
 
 
Un cane, ma forse è solo un giovane uomo, che all’improvviso si trova catapultato nel bel mezzo della vita, la sua vita, e deve cercare qualcosa da fare, in questa vita. Trovare un posto dove stare, qualcosa da mangiare, qualcuno da amare, dimostrare a se stesso e agli altri di sapersela cavare da solo, di sapere fare qualcosa…sì, ma cosa?!
Venuto al mondo uscendo da una placenta di cellophane, il cane-ragazzino si trova all’improvviso a dover imparare a vivere; gli fa da maestro un corvo che se ne sta arrampicato su una sedia alta da dove osserva le sue mosse. Nelle favole, si sa, i corvi son sempre un po’ saccenti ed anche il nostro non sfugge a questo ruolo, ma è lui che dà al cagnolino gli strumenti per comunicare, gli insegna a parlare e a leggere, gli diventa amico condividendo con lui giochi ed esperienze, sogni e fantasie. Per crescere bisogna vincere paure e timidezze, uscire dal guscio protettivo in cui ci si rinchiude; qualche tentativo del cagnolino fallisce, è naturale, ma la volontà di mettersi in cammino c’è e bisogna tentare.
In sottofondo la luce di una casetta, che si accende lontana, dona speranza di trovare la propria via nel mondo.
 
 
fascia di età dagli 8 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 60 minuti
Ore 18.30 – TEATRO DEL POPOLO
 
Fondazione Emergency
 
Stupidorisiko
Per una geografia di guerra
 
testo e regia Patrizia Pasqui
interprete Mario Spallino

 

 
È possibile raccontare una geografia di guerra? Una geografia, cioè, dove non contano i confini, il fiume più lungo, la vetta più alta, ma ciò che conta è ad esempio una linea, la “linea degli Ossari”, che ha attraversato l’Europa e lungo la quale milioni di persone hanno perso la vita a causa di una guerra.
Può la geografia essere la causa di una guerra? Guernica è solo il titolo di un quadro? Può una nazione civilizzata essere capace di un olocausto?
Può una guerra collegare Sud America, Africa e Sud Est Asiatico?
Cosa nascondeva un muro che ha diviso l’Europa per quarantacinque anni?
Può esistere un marine che parla toscano? 
E il cinema, che c’entra con tutto questo?
Il racconto teatrale parte dalla Prima Guerra Mondiale e arriva alle guerre dei giorni nostri, attraverso episodi -tutti storicamente documentati- emblematici della guerra. Essi si susseguono in modo cronologico e sono intervallati dalla storia di un marine, che parla toscano, e che rappresenta il soldato di oggi.
Scopo dello spettacolo è raccontare in forma semplice e chiara – e, perché no, anche ironica – alcuni aspetti e alcuni accadimenti della guerra e della sua tragicità che spesso sono dimenticati o ignorati.
Tutto questo per valorizzare e divulgare l’impegno di Emergency contro la guerra.
 
 
fascia d’età 12-14 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore – narrazione
durata 60 minuti
 
 
 
 
 
 
Ore 21.30 – TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
 
Il grande racconto
da una narrazione di Tonino Guerra
 
testo e regia Bruno Stori
con Stefano Jotti
collaborazioneMarco Baliani
musiche Alessandro Nidi
costumi Evelina Barilli
 
Tonino Guerra ci ha regalato un piccolo tesoro: la sua voce custodita in una cassetta della durata di un’ora in cui racconta, a modo suo, per quanto si ricorda, l’Odissea. Tonino ci ha fornito anche un’efficace struttura drammaturgica: il racconto che lui fa del poema lo ha sentito a sua volta raccontare da un vecchio alla stazione di Bagnacavallo mentre aspettava il treno per tornare a casa.
Ascoltare il vecchio lo incanta; Tonino perde il treno e per tornare alla sua Itaca dovrà affrontare il periglio di altri treni, orari, coincidenze, corriere e una lunga camminata.
Una vera e propria Odissea.
Ascoltare la voce di Guerra registrata ha incantato anche noi, egli conosce naturalmente i segreti dell’affabulazione.
La trasposizione teatrale de Il grande racconto è costruita sulla figura di un personaggio, Rico, già incontrato in Racconto Orientale (spettacolo del Teatro delle Briciole dedicato a Tonino Guerra – 1990): era lo sciocco, anzi lo scemo, il bambino nel corpo dell’adulto, semplice ma inafferrabile, follemente lucido ma imprevedibile.
E così Rico racconta al pubblico “di quella volta che andò a Bagnacavallo a prendere i canarini che si era incantato a sentire un signore con una voce bella che raccontava una storia così vecchia ma così vecchia che non c’era ancora Gesù Bambino e c’us ciameva l’Odissea…”
Rico, tra il ricordo delle parole del signore alla stazione e le sue riflessioni personali, racconta e mentre racconta si eccita, si spaventa, si illanguidisce, non ricorda più, si commuove, tiene per “Lulisse”, come lo chiama lui, ma lo sgrida anche: “Mo che cosa c’è andato a fare da Polifemo? Poteva mica andare a casa sua che c’erano dei guai anche là?!”
Il sole tramonta e anche per Rico è ora di tornare dalla sua ‘ma: “Però si sta bene qui a mangiare una mela, bere un bicchiere d’acqua e raccontarsi queste storiette: di tutte le cose questa è quella che più mi sta a cuore”.                                                                                                      Bruno Stori
                                                                                                        
 
fascia d’età dagli 8 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 60 minuti
Venerdì 18 giugno
 
Ore 9.30 – TEATRO NUOVO
 
La Città del Teatro – Fondazione Sipario Toscana
 
Gioco!
liberamente ispirato al racconto La palla e la bambola che non è ancora stato scritto
 
di Fabrizio Cassanelli e Guido Castiglia
regia Fabrizio Cassanelli
conChiara Pistoia e Federico Raffaelli
voce narrante Letizia Pardi
video Valentina Grigò
musiche originali Sergio Taglioni
luci Maurizio Coroni
realizzazione scene Luigi Di Giorno
costumi Brunella Mongiardo
realizzazione bambola Valerio Cioni
reportage fotografico Andrea Bastogi
 
Consulenza Pedagogica di Roberto Farnè – Direttore Dipartimento Scienze dell’Educazione, Università di Bologna, Metodologie e tecniche del gioco e dell’animazione. 
 
Chiara gioca
Gioca col suo corpo, con lo spazio, con la musica, con le parole e con un mondo rotondo, un mondo senza spigoli, un mondo fatto di sogni, serenità e qualche paura: Chiara gioca con la sua fantasia e con la genuinità dell’animo infantile. Chiara s’innamora della palla. Palle grandi. Piccole, colorate.
Gioca con ironia, con comicità e con poesia.
Chiara gioca con gli occhi di una bambola; gioca ad essere una bambola.
Bambola e palla, leggerezza e poeticità, sono gli elementi di questo “gioco”, in cui riconoscersi, sorridere e meravigliarsi.
Gioco! è uno spettacolo che stimola la fantasia in un inarrestabile susseguirsi di immagini. La palla e la bambola, gli emblemi universali del gioco, sono il binomio fantastico di questa storia. Un binomio comune, conosciuto da ogni bambino. La prima rappresenta tutto ciò che è vitale, la seconda tutto ciò che appartiene al simbolico. Con la palla prende vita una modalità del giocare che libera l’energia, così che il bambino può correre, scatenarsi, interagire con il mondo circostante e scoprirlo.
L’incontro con la bambola, miniatura della persona, produce una variazione nella quale oltre al piacere del movimento entrano in campo le storie, la riflessione, i pensieri, i giochi di parole, di ruolo e la produzione di immagini fantastiche: “facciamo finta che io ero…”. Molti linguaggi (danza, parola, immagine, musica) entrano in questa creazione che si alimenta della capacità dell’infanzia di fare ipotesi e produrre visioni. Tenuto insieme da una trama leggera, a tratti comica, Gioco!si propone come una struttura dinamica che permette un’azione costruttiva ed inventiva in cui il bambino riacquista il ruolo di protagonista assoluto ed è invitato a giocare per imparare a vedere le cose del mondo, non solo così come sono, ma anche per come potrebbero essere.
 
fascia di etàdai 4 agli 8 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore, danza e video
durata 60 minuti
Ore 11.00 – TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
I Teatrini
 
Il sentiero del lupo
liberamente tratto da Cappuccetto Rosso
 
PRIMA NAZIONALE
 
di Giovanna Facciolo
con Raffaele Ausiello e Tonia Garante
scene Massimo Staich e Monica Costigliola
costumi Annalisa Ciaramella
disegno luci Luigi Biondi
suono Daniele Chessa
tecnici luci e audio Paco Summonte e Gioacchino Somma
foto di scena Pino Miraglia
 
Un lupo ingannatore che cerca di sedurre una bambina, per divorarla. Un bosco. Un intrigo. Di rami, di sentieri, di pensieri strani, ambigui. Come la nonna, che non è quella di sempre, come la bimba, che non si sente quella di sempre, come quel lupo…. Solo, nel bosco. Così suadente, ma insidioso nello stesso tempo, e che anche se non c’è, ti senti il suo sguardo addosso.
Una storia antica quella di Cappuccetto Rosso, che viene da lontano e fa il giro del mondo adattandosi alle differenti culture, ma che conserva, all’interno di molteplici aspetti, lo stesso messaggio di fondo: il pericolo sempre in agguato di violenze contro l’infanzia.
Una storia antica e popolare, che ci parla di seduzione, aggressione e violazione rivolte all’infanzia, di confini oltraggiati e di mondi traditi. Un aspetto doloroso e inquietante, che ci riporta a guardare nei nostri giorni, all’infanzia e ai suoi “lupi”.
Vogliamo ripercorrere questa favola, forse la più inquietante ma la più richiesta e raccontata nell’infanzia di tutti, attingendo oltre che a Perrault e ai fratelli Grimm, anche e soprattutto alle radici più popolari che hanno attraversato l’Europa e i suoi confini, ritrovando nella protagonista quella forza salvifica che la libererà dal lupo.
 
 
fascia di etàdagli 8 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 60 minuti
 
 
 
 
Ore 15.00 – TEATRO DEL POPOLO
 
Teatro del Buratto – Teatro Stabile d’innovazione
 
la Lavapaure
 
testo Mario Bianchi e Renata Coluccini
regia Renata Coluccini in collaborazione con Marco Di Stefano
scena Marco Muzzolon
costumi Mirella Salvischiani
in scena Elisa Canfora, Renata Coluccini, Stefano Panzeri
direttore di produzione Franco Spadavecchia
 
Il topo ha paura del gatto, il gatto del cane, il cane del lupo, il lupo della mamma che veglia il suo bambino, la mamma ha paura dell’uomo nero, l’uomo nero dell’uomo bianco, l’uomo bianco dell’uomo nero…
Il fratellino ha paura del buio che sta arrivando, la sorellina che mamma e papà non tornino…
Ma giù in fondo c’è una luce, forse è una casa, la luce fa meno paura del buio, ma se nella casa c’è una strega?
E se invece di una strega ci fosse una donna che lava via le paure?
Sarebbe bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Ma tu, hai mai provato la paura, quella vera, che non mangi e non dormi più? Che il cuore sta per scoppiare e la bocca non riesce ad urlare? Che ti entra dentro e la porti ovunque vai?
Da dove entra la paura, dalla testa, dalle orecchie, dagli occhi? E poi dove sta? Qual è la geografia della paura?
E quando hai paura cosa fai? Bevi un bicchiere d’acqua? Metti la testa sotto il cuscino? Strizzi gli occhi? Urli? Stai in silenzio? Canti una canzone pensi alla nonna?
Sarebbe proprio bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Esiste una donna che conosce un’erba, erba lavandaia o siderite o stregonia. Lei prende quest’erba la fa bollire e poi ti lava, ma solo nei giorni senza la r, e sempre con un movimento all’ingiù e se c’è la paura l’acqua diventa soda, fa una ragnatela.
Esistono ancora oggi, in alcune zone della Toscana, donne che lavano la paura e lo fanno a grandi e piccini.
Lo spettacolo prende spunto dall’esistenza di queste “maghe” per mettere in scena storie di paure archetipe, attuali o indotte, perché è importante riconoscerle, valutarle e infine lavarle via.
Due fratelli con il loro fardello di paure incontrano la lavapaure, e in questo incontro le paure prendono corpo in storie antiche e moderne, si materializzano e diventando “cose”, si possono finalmente gettare via.
La paura che si alimenta del nostro silenzio e della nostra solitudine va comunicata e riconosciuta come emozione guida, intuizione che ci porta a prevenire o a affrontare il pericolo.
 
fascia di etàdai 6 ai 10 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 55 minuti
 
 
Ore 17.00 – TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
NAUTAI teatro/Teatro del Canguro
 
CORE
dal mito di Demetra e Persefone alla nascita delle stagioni…
 
PRIMA NAZIONALE
 
interpreti Miriam Bardini, Gigi Tapella, Martina Raccanelli, Domenico Desiderio Pinto
autore Miriam Bardini, Gigi Tapella in collaborazione con Martina Raccanelli
regia Gigi Tapella
ideazione luci Giovanni Garbo
costumi Patrizia Caggiati
scenografie Nautai teatro realizzate da Paolino Romanini
 
 
Un tempo sulla Terra c’era una sola stagione: l’estate.
Un tempo sulla Terra c’erano una Madre e una Figlia che si amavano tantissimo.
Ma un giorno Core disse con voce decisa “andrò da sola a raccogliere le viole”.
Il prato era pieno fiori e in mezzo a tutti spiccava uno splendido narciso. Core stese ambo le mani verso quel fiore come verso un tesoro, allora la terra si spalancò, si aprì una voragine, ne balzò fuori il Dio degli Inferi e la rapì.
Gli uomini e la terra erano come una famiglia in cui l’armonia veniva garantita da un profondo rispetto, dalla venerazione e dal timore per la Natura, per la Madre Terra.
Come nel mito che riguarda Demetra e Persefone, così oggi, questo corso viene interrotto, il desiderio di un dio scatena la fine di questo equilibrio.
Senza le cure della Madre Terra, cessa la fertilità e gli uomini sono costretti a confrontarsi con tempi di carestia e morte.
Alla fine si creerà un nuovo equilibrio certo e l’umanità dovrà fare i conti con fasi altalenanti che torneranno a susseguirsi ciclicamente. L’umanità dovrà sforzarsi e faticare per sopravvivere, dovrà comprendere che ad un momento di felicità ne corrisponde forzatamente uno di dolore e che per una nascita è necessaria una previa morte.
Senza rappresentarlo veramente, ma piuttosto suggerendone la magia e il surrealismo che ne caratterizzano gli ambienti, lo spettacolo vuole mettere in risalto il rapporto metaforico tra il circo e il mondo. Sarà questo l’ambiente della storia di una famiglia che si ritrova a rivivere la tragica sorte della scomparsa di Persefone per opera di un Mago di fama Internazionale.
 
fascia di età dai 6 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore-narrazione
durata 60 minuti
 
 
Ore 18.30 – MA*GA
 
Cooperativa Attivamente – Residenza Teatrale Torre Rotonda
Teatro Sociale di Como
 
Tutti i colori del buio
 
di Mario Bianchi
con Gianni Franceschini, Stefano Bresciani, Elena Chiaravalli, Stefano Dragone, Stefano Panzeri
regia Jacopo Boschini
scenografia Alice Asinari
musiche Raoul Moretti
 
 
Un vecchio pittore ed il suo badante, vivono chiusi in casa. Il pittore è famoso, apprezzato dalla gente per le sue madonne e i suoi paesaggi così intensi e reali.
Il suo badante è servizievole. Lo segue con pazienza a volte con rassegnazione.
Quando il pittore, stimolato da un suo vecchio allievo, decide di uscire finalmente di casa si accorge che il mondo è profondamente cambiato e che lui non riesce più a dipingere. I colori, i paesaggi, persino gli uomini, non sono più gli stessi; la gente per cui dipingeva non lo capisce più, lui non capisce più l’umanità che lo circonda. Persino il suo badante ad un certo momento non lo sopporta più e vuole lasciarlo.
Il suo vecchio allievo pieno di speranze per il futuro è profondamente disilluso davanti ad un potere sciocco e stupido. Il vecchio pittore decide allora di conoscere tutti i colori del buio, non prima di aver affidato le sue residue speranze ad un bambino.
È ancora possibile rappresentare la bellezza, ovvero è ancora possibile la bellezza in un mondo come il nostro, votato alla superficialità e al solo profitto?
Attraverso la metafora della pittura lo spettacolo si interroga sul ruolo dell’intellettuale nella nostra società e sui cambiamenti avvenuti nella coscienza della società contemporanea.                                                                                                        Mario Bianchi
 
 
 
fascia di età dai 14 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 60 minuti
 
Ore 21.30 – Piazza Libertà
 
Compagnia Walter Broggini
 
Pirù e la vendetta di Teodoro
 
creazione, allestimento e animazione Walter Broggini
burattini e scenografie Walter Broggini e Elide Bolognini    
costumi Elide Bolognini
baracca Eugenio Tiziani     
 
Pirù e la vendetta di Teodoro é il quarto episodio della saga di Pirù.
Pirù è svelto ed eloquente più di Gioppino, ma ne prende il senso di ruvida giustizia ed i metodi spicci; è energico e risoluto più di Fagiolino; coraggioso più di Pulcinella.
Le avventure di Pirù si rivolgono a tutti, grandi e piccoli, con storie semplici capaci di divertire e anche di far riflettere il pubblico di ogni età. Storie presentate sempre con leggerezza e ironia, nel registro della commedia e della comicità, in un gioco che chiede la partecipazione attenta e misurata del pubblico.
Il malvagio Cavalier Teodoro, aiutato dal suo sgherro Capitano Bobò, riesce a fuggire dal carcere in cui è stato rinchiuso. Teodoro vuole ad ogni costo tornare sul trono di Mezzotacco e al contempo vendicarsi di Pirù, che anni prima l’aveva consegnato alla giustizia mettendo fine alla sua tirannia. Per tornare re e consumare la sua vendetta il Cavaliere é disposto a tutto e ricorre ai servigi di Brighella, brigante senza scrupoli. Il popolo di Mezzotacco, allarmato dalla fuga di Teodoro chiede aiuto a Pirù, che si mette sulle tracce del Cavaliere e del Capitano. Nella caccia ai fuggiaschi Pirù dovrà però guardarsi dalle trame e dai pericoli portati da Brighella, mosso dal denaro promessogli da Teodoro. La storia ha ovviamente il classico lieto fine e dopo sfide e fatiche vedrà la meritata affermazione dell’eroe.
 
fascia di età dai 5 anni (per tutti)
tecnica utilizzata burattini a guanto in baracca
durata 60 minuti
 
ingresso libero
 
 
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà nel foyer del Teatro Condominio Vittorio Gassman
 
 
 
Ore 21.30 – TEATRO DEL POPOLO
 
Carrozzeria Orfeo / Centro RATTeatro dell’Acquario 
in collaborazione con Questa Nave
 
Sul Confine
 
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con la collaborazione di Roberto Capaldo e Luisa Supino
interpreti Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
musiche Originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi
 
Spettacolo vincitore del Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” 2008
 
 “…lo vedi quell’albero? Le radici sono immerse nel fiume, eppure il tronco è secco. Morto e vivo nello stesso istante pensai quando lo vidi. Come me ora, che sono vivo e allo stesso tempo, forse…”
 
Buio. Due uomini si risvegliano in un luogo sconosciuto. Non si conoscono, ma forse si sono già visti prima. Qualcosa nei loro occhi li unisce nel profondo. Chi li ha portati lì? Come ci sono arrivati? E perché insieme? Sono soldati, che in quella di terra di nessuno ai quali si unisce ben presto un terzo misterioso compagno, finiscono per cercare se stessi e il senso dell’esistere. Il loro destino è profondamente legato all’immagine di un fiume che scorre in mezzo al deserto e trascina con sé gli orrori della guerra, i segreti dell’esercito e la tragedia dell’uranio impoverito.
Il presente è onirico e i ricordi diventano il momento più concreto per ricostruire un passato perduto.
Sono “sul confine”: luogo di scelta e di passaggio che separa vita e morte, verità e menzogna, ricordi da espiare, sofferenza e lampi di confidenza umana.
La drammaturgia procede per frammenti, alternando alla narrazione, astrazione ed evocazione. I numerosi flash-back si mescolano all’azione andando a ritroso nel tempo, fino ad arrivare ai ricordi più lontani, alla vita prima dell’arruolamento: un lavoro tranquillo, l’amore, la famiglia, ma anche le frustrazioni, le delusioni, il desiderio di riscatto.
Ragazzi scontenti che hanno trovato la propria motivazione esistenziale in qualcosa di più grande di loro, un’ideale. Ma poi la guerra, la sua tragica normalità e il senso di colpa che opprime l’animo come nel caso di uno dei tre protagonisti che racconta di una donna suicidatasi vicino al fiume, davanti ai suoi occhi per paura di essere violentata. Una colpa che infetta la sua mente e lo ridesta alla vita solo attraverso il ricordo di quel fiume che lento scorreva sulle sponde vicino a quel cespuglio, a quel coltello, a quell’unico episodio di condivisione della violenza in un immaginario desueto, acquiforme e naturalistico. L’unica falda di umanità in un paesaggio storno di emozioni e di veridicità.
 
fascia di età dai 14 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore, teatro danza
durata 55 minuti
Sabato 19 giugno
 
 
 
Ore 10.00 – RIDOTTO DEL TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
Franny&Zooey
 
Viene buio Viene luce
 
Prenotazione obbligatoria
 
PRIMA NAZIONALE
 
 
 
di e con Rascia Darwish e Eleonora Ribis/Mario Pola
collaborazione alla drammaturgia Federica Iacobelli
cura del suono Marco Canali
scenografia e luci Gianfranco Carta
costumi Ketti Parente
oggetti in legno Fratelli Plozzer
foto Marco Caselli Nirmal
 
Finalista Premio Scenario Infanzia 2008
Selezionato per il progetto REACT! del Festival Santarcangelo dei Teatri
 
Vassilissa la bellaè una fiaba tradizionale russa che porta in sé il buio e la luce, la morte e la vita, le ossa dei morti e il corpo di chi vive. È una fiaba di immagini forti e di suoni. Viene buio viene luce è uno spettacolo che porta in scena un luogo preciso: la casa della strega Baba Jaga, il territorio oscuro della fiaba che la protagonista, Vassilissa, deve affrontare.
In una notte buia a casa di Vassilissa la matrigna spegne il fuoco e la costringe ad andare dalla Baba Jaga, la terribile strega padrona del fuoco. Di lei si racconta che mangi gli uomini. Vassilissa affronta il pericolo e entra. La strega promette di darle il fuoco soltanto se riuscirà a superare due prove altrimenti avrà lo stesso destino degli altri. Le due prove sono impossibili, ma Vassilissa ha con sé una bambola, il dono lasciatole dalla mamma in punto di morte. Grazie a questo aiuto magico Vassilissa ottiene il fuoco.
Abbiamo scelto questo storia affascinati dalla Baba Yaga una creatura magica, potente, paurosa, multiforme. Padrona del fuoco, del buio, della luce. Governa tre cavalieri: uno porta il giorno, uno il tramonto, l’ultimo la notte e custodisce molti segreti. Il più oscuro è nascosto tra le stoffe e gli abiti che riempiono la sua casa. Baba Yaga custodisce infatti nella sua casa gli echi, le memorie, il passato e il ricordo dei morti.
E la casa della Baba Yaga è un luogo fisico, ma soprattutto uno spazio sonoro perché lo spettacolo pone chi guarda in un’ottica di grande attenzione al suono. La narrazione è scandita da un susseguirsi di atmosfere sonore e gli elementi magici della fiaba sono realizzati proprio con l’utilizzo del suono. Dal suono reale a quello modificato, dalla stereofonia al movimento il suono accompagna tutta la storia. Perché ci sembrava che solo una materia intangibile ma fortissima come il suono potesse raccontare l’impalpabilità della memoria e del ricordo. L’aspetto più delicato e al tempo stesso più potente di questa storia.
 
fascia d’età dai 6 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 50 minuti circa
 
 
Ore 10.00 – ASILO NIDO GIOCABIMBO
 
Teatro Laboratorio Mangiafuoco
 
Insù
 
Prenotazione obbligatoria
 
di e con Paola Bassani e Laura Valli
regia Cinzia Delorenzi
musiche Roberto Barbieri e Cascinara
tecnico audio-luci Massimo Vitali
in collaborazione con L’orto delle arti
 
Affascinati dal racconto di Andersen Mignolina bambina fiore, archetipo di culture anche molto lontane fra loro, nello spettacolo affrontiamo con i bambini più piccoli il tema della nascita, della crescita e della ricerca di identità.
Una giardiniera strega/maga muove la luna e il sole, dà vita agli animali che abitano la sua casa e, nel suo giardino speciale in cui ci sono fiori, lucciole, farfalle, bruchi, rane, coccinelle e qualche volta…bambini, aiuta a crescere la bambina fiore.
Il percorso è scandito da un racconto sottile: una drammaturgia soprattutto per immagini in cui fantastico e quotidiano, si intrecciano procedendo per libere associazioni; la parola è semplice, musica e silenzio evocano ed accompagnano i gesti.
Un’attrice/danzatrice e un’animatrice cercano gesti essenziali, azioni primarie, immagini (con burattini e ombre) semplici concedendo spazio al respiro, all’azione e alla pausa, allo svelare e al nascondere, al guardare e al sentire.
Crescere, appropriarsi dello spazio provando, acquisire consapevolezza del corpo con emozione, trovare un equilibrio?
Abbiamo cercato un diverso punto di vista che abbraccia l’intero e coglie il particolare. E lo coglie, come fanno i bambini, in modo preciso, quasi avulso dal contesto, importante in sé: il nuovo da conoscere, il conosciuto da confermare, ed entrambi per giocare significati diversi.
 
fascia d’età dai 12 mesi a 3 anni
tecnica utilizzata tecnica mista (teatro d’attore, teatro danza, burattini, ombre)
durata 30 minuti
 
Spettacolo in collaborazione con ASILO NIDO GIOCABIMBO
 
 
 
 
Ore 11.30 – TEATRO DEL POPOLO
 
Teatrino dell’Erba Matta
 
I Musicanti di Brema
 
di Daniele Debernardi
con Daniele Debernardi e Anna Damonte
scene Luigi Paletti
pupazzi Rosalba Marsala
costumi Lorella Lionella
musiche Daniele Debernardi
arrangiamenti Riccardo Zegna, Fabio Biale
 
 
C’era una volta un vecchio asino che aveva lavorato sodo per tutta la vita. Ormai stanco non sopportava più i lavori pesanti per questo il suo padrone aveva deciso di relegarlo in un angolo
della stalla.
L’asino però non voleva trascorrere così gli ultimi anni della sua vita. Decise di andarsene a Brema…lungo il suo viaggio incontra altri tre amici, il gallo, il cane e la gatta che lo accompagnano nel suo viaggio.
È una storia di anziani che cercano una rivincita, un’ultima occasione per dimostrare il proprio valore.
Un viaggio immaginario, per raccontare in modo fantastico il nostro presente e i nostri possibili futuri, diventa l’oggetto di un suggestivo racconto per trasmettere alle nuove generazioni il fascino della scoperta, della speranza, della solidarietà e della giustizia, il senso del viaggio e il valore dell’amicizia.
Le musiche tutte originali sono suonate e interpretate da musicisti di fama nazionale: Riccardo Zegna, Johanna Rimmel, Fabio Biale, Federico Perrone e Sergio Babboni.
Lo spettacolo diventa anche l’occasione per un originale percorso didattico per imparare a conoscere gli strumenti e i diversi generi musicali che saranno citati nello spettacolo.
 
 
fascia di età dai 4 anni
tecnica utilizzata mista (attore, oggetti, pupazzi, musicisti)
durata 60 minuti
 
 
 
 
 
 
Ore 14.00 – RIDOTTO DEL TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
Franny&Zooey
 
Viene buio Viene luce
 
 
Prenotazione obbligatoria
 
PRIMA NAZIONALE
 
di e con Rascia Darwish e Eleonora Ribis/Mario Pola
collaborazione alla drammaturgia Federica Iacobelli
cura del suono Marco Canali
scenografia e luci Gianfranco Carta
costumi Ketti Parente
oggetti in legno Fratelli Plozzer
 
 
Finalista Premio Scenario Infanzia 2008
Selezionato per il progetto REACT! del Festival Santarcangelo dei teatri
 
 
Vassilissa la bellaè una fiaba tradizionale russa che porta in sé il buio e la luce, la morte e la vita, le ossa dei morti e il corpo di chi vive. È una fiaba di immagini forti e di suoni. Viene buio viene luce è uno spettacolo che porta in scena un luogo preciso: la casa della strega Baba Jaga, il territorio oscuro della fiaba che la protagonista, Vassilissa, deve affrontare.
In una notte buia a casa di Vassilissa la matrigna spegne il fuoco e la costringe ad andare dalla Baba Jaga, la terribile strega padrona del fuoco. Di lei si racconta che mangi gli uomini. Vassilissa affronta il pericolo e entra. La strega promette di darle il fuoco soltanto se riuscirà a superare due prove altrimenti avrà lo stesso destino degli altri. Le due prove sono impossibili, ma Vassilissa ha con sé una bambola, il dono lasciatole dalla mamma in punto di morte. Grazie a questo aiuto magico Vassilissa ottiene il fuoco.
Abbiamo scelto questo storia affascinati dalla Baba Yaga una creatura magica, potente, paurosa, multiforme. Padrona del fuoco, del buio, della luce. Governa tre cavalieri: uno porta il giorno, uno il tramonto, l’ultimo la notte e custodisce molti segreti. Il più oscuro è nascosto tra le stoffe e gli abiti che riempiono la sua casa. Baba Yaga custodisce infatti nella sua casa gli echi, le memorie, il passato e il ricordo dei morti.
E la casa della Baba Yaga è un luogo fisico, ma soprattutto uno spazio sonoro perché lo spettacolo pone chi guarda in un’ottica di grande attenzione al suono. La narrazione è scandita da un susseguirsi di atmosfere sonore e gli elementi magici della fiaba sono realizzati proprio con l’utilizzo del suono. Dal suono reale a quello modificato, dalla stereofonia al movimento il suono accompagna tutta la storia. Perché ci sembrava che solo una materia intangibile ma fortissima come il suono potesse raccontare l’impalpabilità della memoria e del ricordo. L’aspetto più delicato e al tempo stesso più potente di questa storia.
 
 
fascia d’età dai 6 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore
durata 50 minuti circa
 
 
 
Ore 15.30 – TEATRO CONDOMINIO VITTORIO GASSMAN
 
La luna nel letto
in coproduzione con Il carro di Jan
 
La bella addormentata
I sogni di Rosaspina
 
regia e scene  Michelangelo Campanale  
drammaturgia  Katia Scarimbolo            
con Filomena De Leo,  Daniele Lasorsa, Raffaella Giancipoli, Bruno Soriato, Annabella Tedone   
direttore tecnico  Sebastiano Cascione  

 

 
È bello, prima di addormentarsi, giocare sotto le coperte e con i cuscini, raccontarsi delle storie, fino a quando gli occhi stanchi non vedono più le pareti della stanza, ma….
Intorno al grande letto il tempo all’improvviso si sospende, la magia del sogno entra dolcemente nella scena, annulla i confini tra il racconto e la realtà e ci accompagna, in un vortice di immagini, risate ed emozioni, nei sogni della Bella Addormentata.
Lo spettacolo nasce dieci anni di esperienza diretta con i bambini, attraverso il gioco, l’animazione teatrale e le letture animate. Abbiamo esplorato l’immaginario infantile, la dimensione fantastica attraverso la quale i bambini si relazionano al mondo. Abbiamo giocato a sognare ad occhi chiusi e ad occhi aperti e il sogno dei bambini ha portato noi, inconsapevoli, a riscoprire la fiaba di Rosaspina. 
Con i bambini ci siam detti: “allora Rosaspina sogna per cento anni? E come sono i suoi sogni? come trascorrono cento anni di sogni?”
Lo spettacolo è una prima piccola risposta ad un interrogativo così grande.
 
età consigliata dai 6 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore 
durata spettacolo 50 minuti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ore 17.00 – TEATRO DEL POPOLO
 
Jogijo – Compagnia internazionale italo-portoghese-catalana
 
U, Due, Três
 
 
PRIMA NAZIONALE
 
autore Gerard Guix
regia Jogijo
interpreti Gerard Guix, Stefano Panzeri, Rui Pedro Cardoso e Jordi Arqués
 
 
I tre protagonisti (un italiano, un portoghese e un catalano) si ritrovano in uno spazio non connotato, una trincea/cortile, seguendo le indicazioni date ad ognuno di essi da un drammaturgo-deus ex machina; fuori dallo spazio d’azione marcato da un semplice nastro
telato, un pericolo, una costante minaccia. I tre attendono nuovi ordini e iniziano a conoscersi, a confrontarsi, a condividere il poco che hanno con sé (pane, acqua e una moneta), narrano il loro passato, la nostalgia di casa e inaugurano un dialogo che presto abbatte la barriera linguistica (ognuno parla solo la sua lingua madre); ma i nuovi ordini che il drammaturgo/manovratore fa arrivare nella trincea/cortile, ordini che non si possono ignorare, creano dinamiche sempre più dure e portano la situazione sino alle estreme conseguenze, in un gioco perverso che sfiora la morte.
Alla fine la trincea diventa cortile, il gioco finisce e chissà… domani il catalano potrebbe essere italiano, il portoghese tedesco, e così via…. la guerra è un gioco e il gioco spesso era "alla guerra".
 
 
fascia d’età dai 12 anni
tecnica utilizzata teatro d’attore in lingua
durata 60 minuti
 
 
 
 
 
Ore 21.30 –Parata da Piazza Libertà a Palazzo Broletto
Michele Cafaggi e Claudio Cremonesi
con la collaborazione e partecipazione di Davide Fossati e Davide Baldi
 
Scherzo in Si Be-Bolle
Spettacolo di bolle di sapone e clownerie
 
È il teatro di strada -con due maestri dell’arte circense- il protagonista dello spettacolo conclusivo della quinta edizione di Via Paal.
Michele Cafaggi e Claudio Cremonesi possiedono una poetica complementare, capace di compenetrarsi.
“La mia arte è liberare con una bolla di sapone i sorrisi dei bambini”, dice il primo.  “Sono il saltimbanco dell’anima mia”, il secondo.
Ma quale spettacolo riusciranno a costruire insieme, i due, per la chiusura del Festival?
L’impresa promette scintille e Cafaggi e Cremonesi non saranno soli nella loro avventura artistica.
Bambini e ragazzi –per un’intera settimana occupati in  aboratori di formazione con i due artisti- metteranno a servizio le loro idee, la loro creatività, e dalla tecnica dei loro maestri nascerà il definitivo invito a sperimentare “l’arte della strada” e a esibirsi in uno vero e proprio spettacolo, canto del cigno del Festival. Momento clou: una parata da Piazza Libertà, che porterà nel cortile di Palazzo Broletto questa carovana “allargata” di acrobati, giocolieri, clown.
Gallarate vivrà per una notte la magia di atmosfere felliniane. Il divertimento è assicurato!
 
Michele Cafaggi è mimo, clown e giocoliere. Ha sviluppato teatralmente la tecnica delle bolle di sapone giganti. Ha studiato con Jango Edwards, Quelli di Grock, Philippe Gaulier, Marcel Marceau, Philippe Radice, presso L’Ecole Nazionale du cirque Fratellini, la Scuola di Arti Circensi della Sala Fontana e la Lega Italiana di Improvvisazione Teatrale.
Claudio Cremonesi studia arti circensi specializzandosi come acrobata, giocoliere, clown, equilibrista. Si è esibito nelle piazze, nei teatri, nei circhi, nelle scuole, nei maggiori festival. Ha lavorato per il cinema, la tv, la pubblicità. Ha insegnato acrobatica, giocoleria e arti circensi.
 
 
fascia d’età per tutti
tecnica utilizzata teatro d’attore, bolle di sapone, giocoleria, equilibrismo, clownerie, acrobatica
durata 80 minuti circa
 
ingresso libero
 
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà del Teatro del Popolo
 
 
EVENTI COLLATERALI:
 
Dall’8 al 19 giugno presso Palestra Scuola Elementare Dante (Via Seprio)
 
Alla ricerca della propria destrezza
giocoleria, equilibrismo, clownerie, acrobatica
 
Laboratorio per ragazzi dagli 11 ai 16 anni
a cura di Claudio Cremonesi
 
 
Quest’anno, a via Paal, un laboratorio –condotto da un artista internazionale, di grande caratura- darà la possibilità ai giovani iscritti di sperimentare –con serietà- le tecniche di base della giocoleria, l’equilibrismo, la clownerie e l’acrobatica ed esibirsi in un vero e proprio spettacolo che chiuderà il festival.
La giocoleria, esercizio sia fisico che mentale, aiuta a lavorare sulla pazienza, sul ritmo, sullo spazio, sull’interazione. Sul gesto tecnico eclatante che, all’apparenza improvvisato e flamboyant, cela una lungo allenamento.
Dunque imparare le tecniche del clown significa fare un viaggio introspettivo. Apprendere una disciplina e una logica ferrea, nello stesso tempo capace di aprirsi all’improvvisazione che non ti aspetti. Alla base: la disponibilità a fare i conti con il proprio imbarazzo, con la scoperta del proprio lato comico, agnizione non sempre comoda che pure è una fonte d’ispirazione irresistibile.
Il corso ha l’obiettivo di trasmettere delle "abilità" alle quali l’uomo si è dedicato fin dalla notte dei tempi.
Abilità utilizzate per sorprendere, divertire, per conoscere se stessi, per intrattenere e fare spettacolo, cioè per giocare.
Un corso per portare i partecipanti a muoversi su terreni insoliti, dove è necessario trovare la giusta coordinazione, equilibrio e collaborazione fra cor

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Giugno 2010
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