Agosto, quattrozampe mio non ti conosco?

Stabile e sempre piuttosto pesante la situazione dei gatti sul fronte degli abbandoni, sembra migliore quella per i cani. Per entrambi, i volontari sono al lavoro: anche e soprattutto nel mese delle vacanze di massa

Agosto, stagione di vacanze (per chi può) e, spesso, di abbandoni di animali. Da decenni si fanno campagne di sensibilizzazione ma ogni anno, proprio nel momento in cui i volontari vengono a mancare causa ferie, si rischia di dover rincorrere situazioni spiacevoli. Se non altro Busto Arsizio, rispetto ad altre realtà d’Italia, appare una città tutto sommato amante degli animali, discretamente attrezzata e sensibile, dal cittadino fino all’amministrazione, a questi problemi.

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– Fusa amare

Nadia e Mariangela sono “gattare” da anni impegnate per la sterilizzazione delle femmine e il ricovero delle bestiole randagie, spesso malmesse, per il quale utilizzano un piccolo rifugio cintato in zona Boschessa, tutto con l’aiuto indispensabile dei veterinari. Il “bollettino di guerra” dell’ultimo mese non è rassicurante. «Di recente abbiamo trovato tre gattini abbandonati; un altro bianco e rosso era nel cortile di una casa. Una signora di Borsano ha trovato una gatta e tre piccoli: i gattini ce li ha portati lei, la mamma se l’è tenuta. A Cassano abbiamo trovato cinque gattini, e due sono già morti. Quando vengono separati piccolissimi dalla mamma, allattarli poi non è facile». Non mancano storie come quella di un micio anzianotto, appartenuto a una signora e buttato fuori di casa alla morte di questa. In poco tempo si è ritrovato senza un orecchio e azzoppato a una zampa, finchè le volontarie non lo hanno trovato e accolto. Gli abbandoni di gattini, spesso in una scatola di cartone lasciata a miagolare pietosamente sotto il sole su un marciapiede, in un cantiere, tra le frasche di un campo, sono figli anche della mancata cultura delle sterilizzazioni per contenere la riproduzione. «C’è chi non sterilizza per il costo» dicono le volontarie, «ma c’è anche il problema di chi non vuole farlo per ignoranza».
C’è poi chi non abbandona, ma uccide. «Una ragazza aveva una gatta che girava libera per cortili e giardini. Gliel’hanno avvelenata quando ha partorito sei piccoli, che abbiamo dovuto accogliere noi; uno non ce l’ha fatta». “Piazzare” gli animali, con i gattini spesso è facile. Ma poi crescono, «e bisogna far capire che il gatto è una scelta per la vita», non un soprammobile usa e getta. Né ci si può certo salvare la coscienza pensando che “tanto se la cava da solo”. Perchè nella maggior parte dei casi, e sicuramente per i cuccioli, non è vero.

– Fido e… affido

Fido sembra avere meno ragioni per piangere di Micio. Questa l’impressione che si ricava visitando il canile municipale. Una delle volontarie di Apar che a turno gestiscono la struttura e la settantina di animali che oggi ospita è Anna Gagliardi. «Gli abbandoni sono costanti tutto l’anno, e i numeri sono quelli da dieci anni in qua. Per dire: in questi primi nove giorni di agosto abbiamo accolto un cane abbandonato. La media è quella di tutti gli altri mesi. Per ogni cane abbandonato, ci sono dieci, cento gatti, in ogni caso». Sembra insomma che i bustocchi rispettino almeno questo animale: o no? «Il nostro problema» scuote la testa Gagliardi «è l’affido sbagliato. Chi prende il cane e dopo sei mesi non lo vuole più. Quando vengono a chiedertelo la ragazza per il fidanzato, il papà per i bambini, non puoi dire di sì, così. L’adozione è per sempre: il cane è un amico per la vita. L’abbiamo scritto anche sui cartelli. In un sabato in teoria potremmo svuotare cinque gabbie, fosse per le richieste, ma vogliamo essere sicuri. Poi va a finire che non ti danno il cane in canile, allora te lo compri, di razza, in negozio». Poi ci si stufa, ed eccolo in canile, col che il cerchio si chiude. Risultato, «ci sono cani che sono con noi da dieci anni, altri che ci sono stati riportati dopo anni, magari perchè era morto il padrone anziano e in famiglia nessuno voleva accoglierlo». I volontari, spesso ragazzini, li portano a spasso anche due-tre ore ed è un piacere vedere come i cani formino legami solidi, al di là del guinzaglio, con le persone che se ne occupano. Il loro è un affetto che non va in ferie.

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Pubblicato il 10 Agosto 2010
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