“Berlusconi per favore, si metta da parte”

Gianluigi Margutti, tra i fondatori di Forza Italia, ha scritto il libro “Il cavaliere azzurro”, biografia non autorizzata del premier

Il cavaliere azzurroUna biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. È quello che ha pubblicato Gianluigi Margutti, ex vicesindaco di Tradate, tra i fondatori di Forza Italia, oggi consigliere comunale di Unione Italiana, a cui ha aderito dopo aver abbandonato il Pdl, proprio perché deluso dal partito di Berlusconi. Il libro “Il cavaliere azzurro”, scritto insieme ad Emanuele Pigni, è stato pubblicato nelle scorse settimane e Margutti lo sta presentando in tutta Italia. «Scopo del lavoro dei due autori – si legge nella presentazione -, è fornire riferimenti sull’uomo di Arcore e sui percorsi da lui intrapresi, ponendo fatti e azioni in connessione fra loro, senza pregiudizi. Non c’è odio nelle pagine, non c’è neppure amore; casomai, e questo potrebbe apparire un limite, c’è stato un feeling deluso, ma per motivi ideali e non per posti non occupati o ruoli non ricoperti».
 
«Berlusconi non può più succedere a se stesso – racconta Margutti parlando del Premier, senza amarezza o voglia di riscatto, ma cercando di analizzare la situazione politica attuale -. È nella logica dei fatti e degli avvenimenti. Probabilmente ne è convinto pure lui, ma non vuole ammetterlo. Accantoniamo per un istante la logica del «gradimento», della «piacevolezza» di Berlusconi nell’elettorato. Lui potrebbe ancora avere un buon consenso, anche se ci risulta in continua erosione: la sua immagine infatti è stata sovraesposta, e la sua presenza comincia a disturbare. Parlarne troppo sta diventando noioso. Anche se a parlare di Lui, nel bene e nel male, si fa sempre il suo gioco. Tant’è che Lui continuamente “sondaggia” l’elettorato, per conoscerne l’orientamento sulla propria persona».
 
Secondo Margutti il miglior periodo politico di Berlusconi fu «Quando era all’opposizione del governo di centro sinistra dal 1996 al 2001. Idee, forza innovatrice quasi «rivoluzionaria». Poi, invece e purtroppo, il potere, la gestione del potere lo hanno fiaccato. Ma soprattutto lo ha fiaccato la corte dei miracoli che ha attorno, che lucra alle sue spalle. E sì che Berlusconi ha saputo prendere voti nonostante costoro e i loro appetiti veramente intollerabili e (secondo alcune inchieste in corso) colmi di illegalità. E Fini? Ha permesso tutto questo; anzi, con la «politica del predellino» ha assecondato la nascita del PdL, dalla sera… alla sera! Roba da mangiarsi le mani, ora».  
 
Cosa fare quindi oggi? Secondo Margutti «Via Berlusconi, ma non è neppure il momento di Fini: ci vogliono novità. Altrimenti le uniche novità del futuro saranno Beppe Grillo e la Lega Nord. Poveri noi. Un’ultima considerazione: le elezioni anticipate non le vuole nessuno. Sono utilizzate dal premier (e minacciate dalla Lega) per terrorizzare quelli che lui ha fatto nominare, non eleggere: il nostro è un parlamento di nominati, e non di eletti. Che cosa capiterà? Nutro sempre fiducia nel «popolo» (propongo di riprendere l’uso di questo bellissimo vocabolo!) che è stanco perchè il Paese sta arrancando. Il popolo si accorgerà, e comincerà a fare piazza pulita. Saranno i giovani a sconvolgere e capovolgere questa situazione, che è asfittica e non permette di guardare serenamente al loro futuro. Saranno i giovani assieme ai disoccupati e ai cassaintegrati. I giovani con i nonni e i pensionati. I giovani con molti piccoli imprenditori e artigiani. I giovani e molti professionisti che pagano le tasse. I giovani, al di là della destra e della sinistra, proprio perchè non esiste più il collante ideologico».
 
«Berlusconi, per favore, si tiri in disparte – conclude Margutti -: così passerà veramente alla storia, come colui che non solo ha caratterizzato un periodo, ma anche come colui che per il bene dell’Italia ha fatto un passo indietro. Non lo farà, ne sono quasi certo, perchè è anche consigliato male.  E Fini? Stia fuori pure lui. Sarà grande come politico se dimostrerà il coraggio di indicare percorsi totalmente nuovi, con la finalità di tirare fuori dalle secche il Paese. Lo vedo come «un ispiratore», più che come un attore diretto. Per come stanno le cose, ritengo sia meglio per lui non entrare nel vortice (già iniziato) dei ricatti e dei «dossier» che escono, guarda caso, solo ora dopo 11 anni. La questione Montecarlo, di basso livello, ne è la dimostrazione. Ma probabilmente «tutto resterà così com’è, compresi i membri del Governo di area finiana. La pubblicità c’è già stata anche troppa per tutti, compresa la sinistra morta e sepolta. Possiamo, pertanto, dormire sonni tranquilli. Caliendo e casa di Montecarlo a parte, la politica sceglie in agosto di essere rimandata a settembre. Ma si sa, gli italiani sono gente saggia, grazie a Dio. Soprattutto in ferie».

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Pubblicato il 13 Agosto 2010
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