“La comunità islamica ha trovato un suo ruolo, rispettoso e sereno»

Fra i fedeli riuniti per l'inizio del Ramadan è comparso l'assessore alla sicurezza Cazzola, che ha accolto a titolo personale un invito portando i suoi saluti: "Linea dura contro ogni illegalità, ma prevalga il dialogo"

Tra i credenti musulmani che alla spicciolata affluivano ad Arnate, dietro la chiesa dei santi Nazaro e Celso, al tendone dove si sarebbe tenuta la preghiera del Ramadan, c’era qualche ospite di altra fede. Non solo i soliti giornalisti, ma anche un assessore del Comune di Gallarate: Paolo Cazzola, titolare della delega alla sicurezza. Venuto non a nome dell’amministrazione, ma a titolo personale, raccogliendo un invito, per un breve saluto prima della preghiera.

Non è mancato un grazie esplicito alla Chiesa per la concessione, per il terzo anno di seguito, dello spazio per la preghiera. Cazzola, sia pur con qualche preoccupazione per come il gesto potrà essere accolto, si è fatto avanti dicendo la sua ai musulmani riuniti prima della preghiera. «La sicurezza si costruisce con il dialogo» ha detto, «le regole vanno spiegate, non sempre vengono capite o accettate, ma è importante confrontarsi. Chiedo che la vostra fede possa farsi a sua volta veicolo di legalità e sicurezza, come già accade con i nostri sacerdoti», e di richiamo ai valori della civile convivenza. Dal dialogo passa la pace, «dal muro contro muro nasce solo la guerra» ha detto poi Cazzola ai cronisti, «e noi la guerra la facciamo solo all’illegalità, non all’Islam». L’assessore insisteva molto sull’impegno nella repressione dell’illegalità a partire dall’immigrazione clandestina: «Non gli diamo tregua. Gallarate città sicura, ma con la s maiuscola, l’unico elemento di insicurezza è la paura» diceva. In città «la comunità islamica ha trovato un suo ruolo, rispettoso e sereno. Non sono stati fatti sconti», ma nemmeno raccontate storie o mezze verità, osserva Cazzola, «e questo ha reso possibile un dialogo, piaccia o piaccia» aggiungeva per i duri d’orecchio. «Reazioni negative in passato a questa preghiera su terreno della parrocchia? Qualche squilibrato» commentava duro l’assessore, «che grazie a Dio non ha fatto proseliti». Col che Gallarate, «pur nella sua sacrosanta tradizione cristiana», può diventare luogo d’accoglienza.

La serata, che ha visto intervenire oltre un centinaio di fedeli islamici, e con un imam, o guida della preghiera, Fehmi, dalla città di Salé, inviato dal governo marocchino (come da prassi comune verso le comunità musulmane sunnite all’estero), si è svolta tranquillamente, con un minimo di sorveglianza da parte della Polizia Locale. In verità il digiuno che è parte centrale del mese sacro ai musulmani parte dall’alba di oggi, mercoledì: ma è la luna a dare il via al mese. E c’è stata anche, tra i fedeli, un po’ di discussione in questo periodo su quale fosse il momento esatto da cui considerare avviato il mese sacro, che ogni anno (solare) si sposta avanti di venti giorni, essendo quello tradizionale islamico un calendario lunare. Quella musulmana fin dall’inizio è stata una civiltà in cui due domande come "che ora è?" e "dove siamo in relazione alla Mecca?" avevano grande peso, dati i rituali religiosi assai precisi: non stupisce che abbia quindi prodotto i massimi astronomi e geografi di un’epoca in cui l’Occidente nascente viveva i suoi "secoli bui".
La comunità islamica gallaratese include, almeno in teoria, persone di una ventina di Paesi diversi: non a caso un italianissimo «Non abbiamo capito» ha sottolineato un passaggio di una comunicazione data in arabo, lingua che, pur essendo quella sacra del Corano, non tutti parlano correntemente. La comunità maggiore per numeri in città, ad esempio, sarebbe quella bengalese, non arabofona.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Agosto 2010
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