Protesta contro l’espulsione di Hamid, la versione dei manifestanti

Secondo gli attivisti, il tunisino rimpatriato martedì si chiamerebbe Hamid, in Italia lascia i figli e la moglie. Per la prima volta si conosceva il volo di espulsione: era scritto nero su bianco dal gudice

Non era un clandestino qualsiasi Hamid, la sua non era una storia qualsiasi. Per questo il suo caso ha attratto l’attenzione degli attivisti del movimento per i diritti dei migranti, che martedì hanno protestato a Malpensa contro la sua espulsione. La versione dei manifestanti è stata pubblicata sul sito militante Indymedia e riporta anche le informazioni sul caso del tunisino Hamid: secondo gli attivisti l’uomo era in Italia da ventiquattro anni, ma non era riuscito a regolarizzare la sua posizione, nonostante quattro figli nati in Italia. La data della sua – non volontaria – partenza per la Tunisia è venuta a conoscenza dei manifestanti non attraverso qualche “informatore” nei CIE (come era stato ventilato inizialmente), ma era indicata nella sentenza del Giudice di Pace, che ha convalidato la proroga del trattenimento dell’uomo al CIE di Via Corelli di Milano fino al 18 agosto, data in cui era previsto il volo per la Tunisia. Era la prima volta che in Italia si veniva a conoscenza con precisione del volo scelto per l’espulsione. E così i manifestanti si sono presentati a Malpensa, distribuendo volantini e appellandosi anche ai lavoratori dei check-in. Secondo i manifestanti la polizia, oltre ad indentificarne alcuni, avrebbe anche trattenuto due ragazze nel posto di polizia, a cui gli attivisti hanno risposto con un corteo interno all’aeroporto. In ogni caso Hamid è stato imbarcato per Tunisi. Il tutto mentre i CIE di tutta Italia sono in subbuglio dopo il prolungamento a 180 giorni del trattenimento amministrativo (si può rimanere rinchiusi per sei mesi, anche senza un vero processo) e mentre il vicesindaco di Milano De Corato torna a chiedere un secondo CIE in Lombardia.

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Pubblicato il 20 Agosto 2010
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