Un Bettini sereno guarda avanti
Dopo il successo di Belletti ("ha dimostrato che non si vince una tappa al giro per caso") al Trofeo Bernocchi il tecnico della nazionale di ciclismo si mantiene prudente sulle prospettive per il mondiale di Melbourne. Parole di lode per Nibali: "Anche oggi al servizio di un compagno, è un corridore molto onesto"
Dopo la conclusione del Trittico Lombardo il commissario tecnico della nazionale di ciclismo Paolo Bettini guarda al futuro con serenità, e senza sbilanciarsi per questo o quel ciclista. Sono ancora lontane le convocazioni per i mondiali, che si terranno il 3 ottobre down under, cioè in quel di Melbourne, in Australia (calcio o ciclismo, questo è l’anno dei mondiali “a testa in giù”, nell’emisfero sud); il “Grillo” è ben consapevole che da qui a un mese, quando la squadra sarà definita, ci sono ancora molte gare importanti, per tacere della Vuelta, da cui potranno venire indicazioni utili.
«La stampa mi fa mille nomi, ma alla fine io ne dovrò comunque convocare undici, nove titolari e due riserve. Una volta erano dodici i titolari: ci sarà più gente che si lamenterà» sospira. La vittoria di Manuel Belletti alla Coppa Bernocchi è salutata così: «Mi fa piacere: ha dimostrato che non si vince per caso una tappa al Giro d’Italia». Ma lungo la strada per Legnano si sono distinti in fuga anche il campione d’Italia Visconti e un generoso Nibali, postosi al servizio del giovane e forte compagno di squadra Sagan, «come aveva già fatto al Giro per Ivan Basso, è un corridore molto onesto». Dunque, affidabile. Non sembra preoccuparsi Bettini per Bennati, oggi quinto ma che non vince da marzo, alla Tirreno-Adriatico: «Con i ragazzi devo confrontarmi prima di poter dire qualcosa di certo: si può star bene e non vincere, o vincere e star male. Anche un Cavendish, favorito, oggi non ce l’ha fatta».
L’attenzione di tutti è già puntata sul Mondiale: è Bettini l’uomo che dovrà fare da direttore d’orchestra degli azzurri del pedale. Lui affetta prudenza in attesa degli sviluppi di settembre, anche se, dice con un sorriso, «la nazionale è sempre pronta al 100%», in qualsiasi momento. E anzi: il 28 agosto al giro del Veneto sarà proprio un team nazionale scelto da Bettini, al via in mezzo alle squadre usuali: capitano un certo Alessandro Ballan, eroe di Varese 2008, nel lotto alcuni giovani di valore. Non sarà certo la squadra definitiva di Melbourne, ma l’esperimento, per ora isolato, sarà ripetuto nei prossimi anni, assicura Bettini.
Avversari temibili? Presto o meno che sia per dirlo, il commissario tecnico, fatta la tara al percorso di Melbourne, indica Oscarito Freire (“è pericoloso anche quando va piano”), Boasson Hagen, Thor Hushovd, Heinrich Haussler – che correrà con la nazionale australiana – ; poi ancora, in prospettiva, un Cancellara, un Gilbert. «Ci saranno delle sorprese, chiaro… ad ogni mondiale poi spunta fuori Kolobnev nel finale, c’è anche lui». Niente Cavendish dunque tra i favoriti? «No, se arriva lui vuol dire che avremo sbagliato gara, vorrebbe dire che si arriva in centoquaranta…» Difficilmente il britannico potrà contare su un supporto di squadra sufficiente. E il percorso non è poi così facile.
Tornando infine alla squadra azzurra, il Trittico Lombardo ha dato a Bettini «indicazioni utili e qualche brutta sorpresa: le cadute alla Tre Valli Varesine», specifica, che di fatto mettono fuori dai giochi Vanotti e Garzelli.
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