“Allenati alla vita”, dura reazione della Cgil
Il sindacato: "Non bastava la Gelmini, ora in classe anche La Russa"
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Cgil lombardia sul progetto "Allenati alla vita" proposto dal ministero della difesa e dell’istruzione e ricerca
Abbiamo saputo dagli organi di stampa locali e nazionali che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia avrebbe sottoscritto un protocollo d’intesa con il MIUR e il Ministero alla Difesa teso ad avvicinare i giovani alle forze armate dal titolo “Allenati alla vita”. Per noi il condizionale è d’obbligo in quanto a tutt’oggi di tale protocollo non c’è dato di conoscere il testo e il sito ufficiale della locale USR Lombardia non ne ha data pubblicazione alcuna. Vedremo nei prossimi giorni.
Nel protocollo pare siano state definite alcune “azioni” con l’obiettivo di far interagire il mondo della scuola con le Forze Armate Italiane, la Protezione Civile, la Croce Rossa e il volontariato in genere.
Tra queste è bene segnalare che è previsto anche la frequenza di alcune "lezioni teoriche" di propaganda militare che il Comando Militare Lombardo ha suggerito di inserire nell’attività scolastica di "Cittadinanza e Costituzione" e al termine delle quali, immaginiamo anche a seguito di opportuna valutazione, sarà possibile conseguire “crediti formativi” utili alla carriera scolastica.
Agli studenti della secondaria superiore della Lombardia, rigorosamente divisi in “pattuglie”, verrà insegnato loro a tirare con l’arco o con la pistola, a eseguire percorsi ginnico-militari e a giocare a “fare la guerra”.
Non è questa la scuola che vogliamo! Non può e non deve essere quella che porta le armi in classe e che allena alla vita immaginando la stessa come una continua battaglia, un continuo guerreggiare.
La nostra bella Costituzione italiana con i suoi artt. 11, 17, 33 e 34 è lì a testimoniare che essere cittadini è ben qualcosa di diverso che imparare a sparare.
FLC CGIL Lombardia nel sostenere le denunce avanzate da più parti e in particolare quella dell’Associazione “Tavola della Pace” di Perugia chiede il ritiro del protocollo ed invita i Dirigenti Scolastici, docenti e studenti a non aderire a tali proposte perché nulla hanno a che fare con le buone pratiche educative e di cittadinanza costituzionale.
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