D’Adda non si ricandida al congresso cittadino
La coordinatrice uscente non si riproporrà per l'incarico. Per le comunali, ancora nessuno si fa avanti come candidato sindaco. L'8-9 ottobre l'assemblea nazionale del PD a Busto
Si avvicina l’assemblea nazionale del Partito Democratico convocata a Busto Arsizio per l’8 e 9 ottobre prossimi, presso i padiglioni di MalpensaFiere. Erica d’Adda, coordinatrice dei democratici bustocchi e consigliera comunale, a richiesta interviene su alcuni punti "a cavallo" tra il livello cittadino e territoriale, che deve affrontare la "spina" delle prossime elezioni amministrative del 2011 e ha appena lasciato alle spalle quello della segreteria provinciale, e quello della politica nazionale.
In primavera a Busto si vota, e non si hanno grandi certezze, a centrosinistra. D’Adda era una dei "papabili" per la guida provinciale del partito; alla fine si è optato per la candidatura unitaria di Fabrizio Taricco. Ma oltre al congresso provinciale, c’è in programma quello cittadino: e la coordinatrice del PD bustocco annuncia che non vi si ricandiderà. Non sarà quindi più lei a guidare il partito a Busto Arsizio.
Aprire un discorso, a questo punto, sulle candidature a sindaco, è tuttora prematuro. Non c’è la fila per candidarsi a centrosinistra, a quanto pare. «Non abbiamo preclusioni, ma al momento non ci sono nomi. Non sappiamo ancora nemmeno il metodo, cioè se si andrà alla scelta tramite primarie o no. In ogni caso» aggiunge d’Adda, «non crediamo che in questa scelta debba entrare la longa manus del livello provinciale». Un concetto opposto a quello vigente in casa centrodestra, dove si ammette candidamente che certe scelte dipenderanno dai massimi livelli di PdL e Lega.
Sulla questione liste civiche/liste di partito, infine, D’Adda, chiusa la porta all’ipotesi di un’unica lista civica delle opposizioni – caldeggiata da Manifattura Cittadina – ritiene che vi debba essere l’uno e l’altro strumento, in modo da raccogliere anche il voto "di bandiera" – non solo quello del PD stesso, ma anche quello degli alleati.
Passando al grande appuntamento nazionale di MalpensaFiere, è una scelta certo dettata dalla vicinanza all’aeroporto; lo è anche da una volontà di affrontare in modo particolare i nodi della "questione settentrionale?" «Non solo quella» risponde D’Adda. «È vero che qui c’è una sofferenza particolare a causa della forza del PdL e della Lega. Ma abbiamo molti temi di cui parlare: lavoro, sanità, scuola. E federalismo: ma come strumento per unire, non per dividere. Il partito demcratico deve saper porre le questioni fondamentali in modo che siano comprese "da Trento a Caltanissetta", lo dice anche Bersani. Al tempo stesso, il PD è federale e nazionale: ogni territorio affronta le questioni che gli sono proprie e specifiche, senza perdere di vista il quadro d’insieme».
Nel PD varesino ci si è non poco spesi negli ultimi anni per trovare la chiave di una politica territoriale: e viene alla mente un Marantelli. «Da anni affronta le questioni che più interessano la nostra zona» riconosce D’Adda. «La mancanza di infrastrutture adeguate, poi la crisi che ha colpito il mondo produttivo e il lavoro. C’è bisogno però di risposte diverse da quelle del centrodestra. La Lega si è proposta come rappresentante del territorio e ha fallito su tutta la linea, tra l’altro accettando di dare soldi a pioggia a Catania e Roma, al Ponte sullo Stretto, di votare le leggine ad personam… La Lega ha tradito il territorio» taglia corto. «Spero invece che l’assemblea nazionale del PD trovi qui a Busto Arsizio quella concretezza che fu di Enrico Dell’Acqua e del suo tempo: identificare delle idee, perseguirle con metodo e tradurle in realtà. Mi auguro che vengano parole chiare, in grado di rompere il muro della comunicazione con la gente».
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