Federalismo turistico
Siamo davvero il Paese dei comuni, delle piccole comunità locali e dei campanili. Le province e le regioni sono spesso percepite come distanti e come entità nate a tavolino. Questa è una delle sensazioni forti provate durante il mio viaggio lungo tutte le coste italiane.
In Toscana le rivalità sono ferocissime. In Basilicata la costa tirrenica si sente sempre considerata la sorellastra di quella ionica. In Puglia gli abitanti del Gargano guardano con sospetto quelli del Salento. Un elenco che potrebbe continuare all’infinito.
Questa è una ricchezza per l’Italia, ma anche un pericoloso limite. Non c’è un vero sistema e ognuno fa per sé. Così esistono esempi di un virtuosismo invidiabile, anche se nessuno se ne occupa. Vengono da ogni parte del mondo a studiare alcuni modelli, e nel nostro paese invece non si presta granché attenzione.
Un caso emblematico riguarda un paese del parco del Cilento. Il sindaco di Pollica, più famoso per la sua frazione marina di Acciaroli, è stato recentemente in Cina a raccontare alcune caratteristiche del proprio territorio. I cinesi sono affascinati dalla dieta mediterranea e da alcuni standard della qualità della vita riscontrati in quel paese. Ebbene, penserete che il primo cittadino di quella realtà sia ascoltato in Italia? Ma quando mai? Anzi, di fronte all’attivismo della sua amministrazione che, tra le altre cose, ha sistemato il porto facendo anche mutui decennali, lo Stato voleva imporgli di cedere la gestione ai privati, e per avere la concessione di quell’area sistemata sempre dal Comune, ha dovuto fare diverse cause.
Il sindaco, famoso perché fa il pescatore, invoca a gran voce il federalismo perché ritiene che lo Stato non possa decidere le sorti della piccola comunità.
Una storia che non è solo locale e minimale, soprattutto vista dal nostro territorio che da anni ha messo al centro il tema del federalismo. Occorre però fare grande attenzione perché la valorizzazione delle autonomie, e quindi anche delle differenze, se non rientra in un “sistema”, può diventare un boomerang non solo per le realtà meno virtuose, ma per tutti. Nel turismo, che è una delle risorse forti del Paese, non esiste un “sistema Italia”, ma tanti campanili. Ognuno fa per sé con differenze anche all’interno della stessa regione e provincia. Così sono passato da zone in cui la spazzatura era protagonista sulle strade per chilometri e chilometri, e poi all’improvviso mi sono ritrovato nella “piccola Svizzera” di Vico Equense nel giro di poche centinaia di metri.
Resta il fatto che lo Stato è percepito davvero come lontano, e alcune autorità come semplici persecutori. Tanti soggetti mi hanno portato esempi, anche semplici, di fatti vissuti come angherie. Non occorrono grandi provvedimenti, ma la volontà di cambiare passo.
Il Paese in questo sconta alcune carenze delicate e pericolose. Le strategie di sistema e le autonomie locali non sono in alternativa, ma complementari per garantire un miglioramento per tutti e godere, e far godere, delle bellezze del nostro paese.
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